siria assad putin khamenei joe biden netanyahu russia iran usa israele stati uniti

GRAN BORDELLO SIRIA, IL CROCEVIA DI ALLEANZE E TRADIMENTI – ERDOGAN È IL “BURATTINAIO” DIETRO ALL'AVANZATA DEI RIBELLI JIHADISTI ANTI-ASSAD – LA RUSSIA SOSTIENE IL DITTATORE DI DAMASCO PERCHÉ NON PUÒ RINUNCIARE ALLE BASI AEREE E NAVALI SUL FIANCO SUDEST DELLA NATO; E L'IRAN PERCHÉ DALLA SIRIA PASSANO LE ARMI PER I FEDELISSIMI DI HEZBOLLAH – I DUBBI DI ISRAELE: MEGLIO ASSAD O I JIHADISTI? –QUIRICO: “GLI AMERICANI, CHE HANNO TRUPPE NELLE ZONE CURDE, SI TROVANO NELLA PIGRIZIA DELL'INTERREGNO TRA BIDEN E TRUMP…”

Estratto dell’articolo di Domenico Quirico per “la Stampa”

 

GUERRA IN SIRIA

Scrivere della Siria, decifrarla, impone una disciplina prudente, una specie di permanente modalità di "stand by". La realtà delle alleanze e dei tradimenti costringe a una vigilanza che impari a sviluppare a poco a poco, bisogna scrivere e riscrivere molte volte prima che i fatti sfocino nel senso.

 

[…] ti sembra di avere bene in pugno il filo giusto, islamisti, Erdogan, Stati Uniti, Iran il regime di Bashar, Israele, e ti accorgi che devi invece fiutare i dintorni, i margini di interessi e sottigliezze invisibili, un permanente mito di Sisifo.

 

ribelli abbattono la statua di basel el assad ad aleppo

Non c'è niente che ti faccia cadere in errore quanto un luogo in cui sono state massacrate cinquecentomila persone, un Paese incastrato tra un regime morto-vivente e islamisti in armi, terra incognita diventata lo schermo su cui le grandi e le micro potenze proiettano le loro ansie e i loro interessi, dove si cristallizzano con una brutale accelerazione le opposizioni globali e locali innescate da due date fatidiche, il 24 febbraio 2022 e il 7 ottobre di un anno fa. […]

 

Allora da chi si deve partire se non da Erdogan il turco? Uno che si dichiara e poi si ritrae, si avvicina e poi fa un passo indietro, urla o si eclissa, vago o categorico. Tutti lo indicano da tre giorni come il burattinaio, l'incendiario che si spera diventi, quando gli converrà, pompiere. L'inferno siriano ribollente di odi miopi e in perenne subbuglio gli si addice da tempo.

 

Le legioni islamiste che in tre giorni hanno preso Aleppo, e tra poco Homs e Hama vecchi bastioni del fondamentalismo ribelle agli Assad (e forse anche Damasco e il Palazzo), non sono forse una sua creatura? Non le ha, con volpina preveggenza, costruite lui prelevando dal caos siriano al-Qaida, scaglie esplose di guerra civile, sigle finte, mercenari arruolati nella pentola bollente e indecifrabile del Caucaso, spingendole a camuffarsi da moderati, da fondamentalisti ragionevoli?

 

bashar al assad con vladimir putin

Ha garantito la riproduzione in piccolo della futura Siria modello sharia a Idlib, una tortuga islamista di tremila chilometri quadrati e quattro milioni di abitanti con comodo posto di frontiera a Baba-al-Hawa che produce opportune tangenti sugli aiuti internazionali.

 

Una legione straniera per i vecchi sogni di Erdogan: eliminare con un po' di ritardo il detestato Assad, e come al tempo delle primavere arabe diventare il padrone per un secondo dominio ottomano. […]

 

Verosimile, realistico? Erdogan è un inesauribile creatore di trame, alla fine diventano così intricate che lui stesso non riesce più a svincolarsene, ne diventa passivo prigioniero. Un piccolo dubbio per il sultano: e se i suoi legionari di "al-Sham''giocassero con lui una doppia trama di inganni, e non avessero certo rinunciato al rigoroso "Lebensraum" (spazio vitale) islamista per far da strofinacci alla grandeur turca?

 

GUERRA IN SIRIA - I RIBELLI CONQUISTANO ALEPPO

In fondo obbediscono solo a dio, cioè a se stessi, visto che si considerano dio. E poi qualcuno dimentica nella confusione dell'oggi lo Stato islamico: non è scomparso, è acquattato nel deserto di Badiya, il caos è come sempre una perfetta occasione.

 

La Russia ha aiutato Assad a sopravvivere, non per simpatia autarchica verso l'ex oculista londinese. Per la guerra lunga in Ucraina ha ridotto i suoi contingenti, ma non può rinunciare al pulviscolo di basi aeree e navali con cui minaccia e controlla il fianco sud est della Nato.

 

RECEP TAYYIP ERDOGAN DONALD TRUMP

È troppo importante per la sua pretesa potenza globale per barattarla con Erdogan. Deve, se è ancora possibile, salvare per l'ennesima volta Bashar al-Assad con l'aiuto dell'indebolito Iran.

 

Già, gli ayatollah di Teheran: possono rinunciare davvero alla Siria alauita, perdere il controllo dell'autostrada che è la vena che pulsa ossigeno e armi per i fedelissimi di Hezbollah che cercano di sopravvivere ai castighi israeliani e sfruttare il cessate il fuoco per riorganizzarsi? Mosca e Teheran, due alleati che non hanno complici di riserva, che non possono lasciar fare, non mischiarsi di nulla, dottrinari obbligati a un fatalismo violento, meticoloso. E incerto.

 

Perfino l'onnipotente Israele ha difficoltà ad adattare le sue dottrine alla realtà siriana di oggi. C'è la tentazione a rinunciare alla coesistenza, in fondo consolidata routine con gli Assad e assistere soddisfatti al crollo di un altro pezzo del maledetto impero sciita, perfino agevolarla, nello spirito del nuovo Medio Oriente del dopo Hamas. Israele dal '67 occupa un pezzo di Siria, il Golan, annesso come zona di sicurezza contro le tentazioni iraniane. Se i jiadisti conquistano la Siria non sono forse un vicino più pericoloso di Bashar al-Assad? Dopo Gaza chi garantisce che Erdogan ne terrà a bada i furori?

 

offensiva dei ribelli siriani contro il regime di assad 5

Gli americani che hanno truppe in Siria nelle zone curde nominalmente per tener d'occhio lo stato islamico, ai tempi di Obama lasciarono morire per omissione la prima rivoluzione siriana, quella laica e civile, del 2011. Che errore commetteranno questa volta nella pigrizia dell'interminabile interregno tra Biden e Trump?

JOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU

bashar al assad con vladimir putin offensiva dei ribelli siriani contro il regime di assad 1offensiva dei ribelli siriani contro il regime di assad 4

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)