soldati italiani unifil

LA GUERRA È ALLE PORTE E L’ITALIA NON HA MILITARI – PER OVVIARE ALLA DRAMMATICA CARENZA DI EFFETTIVI, LA POLITICA PENSA DI RICORRERE A 10MILA VOLONTARI, MA LITIGA SUL COME: LA LEGA PENSA DI RECUPERARE IL PERSONALE GIÀ FORMATO (GLI EX MILITARI DELLA FERMA BREVE). IN ALTERNATIVA, SI PARLA DI CHIAMARE I VOLONTARI DELLA CROCE ROSSA: SCHIERIAMO LE CROCEROSSINE CONTRO I SOLDATI DI PUTIN – NEL PACCHETTO DOVREBBE ENTRARE ANCHE IL TANTO ATTESO RINFORZO CHIESTO A GRAN VOCE DALLE FORZE ARMATE E DAL MINISTRO GUIDO CROSETTO: SI CHIEDONO ALMENO 40MILA SOLDATI, MA IL MINISTRO DELL’ECONOMIA NICCHIA…

Estratto dell'articolo di Francesco Grignetti per www.lastampa.it

esercito italiano - soldati

 

Provenienti dai ranghi degli ex militari per rinforzare la capacità di combattimento, come propone la Lega, oppure dalla schiera dei volontari della Croce Rossa ed esclusivamente per scopi sanitari, come invece da proposta del Pd, il Parlamento sta per affrontare un tassello indispensabile nel rinforzo delle forze armate.

 

I tempi stanno diventando così gravi, con tutte le guerre che ci sono, da imporre sul serio un ragionamento su come irrobustire il sistema della Difesa.

 

giorgia meloni in visita ai soldati italiani onu in libano

Si parla di 10mila «ausiliari» che dovrebbero essere richiamati in caso di emergenza nazionale. E fin qui maggioranza e opposizione la pensano all’unisono. Ma le strade si divaricano quando si guardi al bacino in cui pescare e agli scopi.

 

La Lega non esclude, nel malaugurato caso di una guerra, che gli ausiliari possano occuparsi di aspetti collaterali all’azione delle forze armate. Secondo Nino Minardo, Lega, presidente della commissione Difesa della Camera, questi 10mila ausiliari potrebbero anche, in casi eccezionali, essere destinati alla difesa delle frontiere.

 

Anche perché – scrive – si tratterebbe di «personale già formato e addestrato dalle Forze armate, di fatto idoneo ad essere utilmente e rapidamente mobilitato in caso di urgente necessità».

 

Se ne parlerà a luglio anche perché sta per scadere la legge delega del 2022 che istituisce la «riserva». E tutto lascia pensare che nel pacchetto finirà anche il rinforzo di organici richiesto a gran voce dalle forze armate e dal ministro Guido Crosetto.

esercito italiano - soldati

 

Sarebbe il secondo capitolo del rafforzamento: si chiedono almeno 40mila soldati e soldatesse in più. Tutti d’accordo, salvo il ministero dell’Economia che tiene ancora stretti i cordoni della borsa.

 

Il tema degli “ausiliari” bolle in pentola da almeno un anno. Era il febbraio 2024 quando il presidente Minardo avanzò la sua proposta. Scriveva: «Nei Paesi aderenti alla NATO […] l’istituto della riserva militare si è ormai attestato quale meccanismo consolidato e per certi versi irrinunciabile dello strumento militare».

 

La sua idea è che gli ex militari della ferma breve a 3 anni possano, su domanda, essere inseriti in un elenco di richiamabili. «In questo modo si garantirebbe l'impiego, su base volontaria, di personale già formato e addestrato dalle forze armate, pronto a essere rapidamente mobilitato in caso di necessità o urgenza».

esercito italiano - soldati

 

La riserva potrebbe essere mobilitata dal governo «in tempo di conflitto o in situazioni di grave crisi suscettibili di ripercuotersi sulla sicurezza dello Stato, per la difesa dei confini nazionali, oppure in caso di dichiarazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale da parte del Consiglio dei ministri».

 

Molto diversa l’impostazione dei deputati Stefano Graziano e Piero Fassino, Pd. Dice Graziano: «In tempi di guerra sempre più tecnologica, ci occorrono militari professionisti. Quindi è inimmaginabile che gli ausiliari possano finire in prima linea in caso di conflitto. Però esistono delle funzioni di appoggio, che chiamerei di “back-office”, altrettanto importanti».

 

SOLDATI ITALIANI IN LIBANO

Il Pd pensa soprattutto a rinforzare la sanità di emergenza, quella militare, ma anche quella civile collegata alle calamità naturali. Scrivono: «Si intende valorizzare le risorse umane e strumentali già presenti nel Corpo militare volontario della Croce Rossa. Sono le risorse prettamente militari, tra cui medici, infermieri, soccorritori militari e varie tipologie di automezzi e attrezzature sanitarie. In Italia operano circa 150.000 volontari della Croce Rossa italiana».

 

Molte risorse rischiano infatti di essere disperse dopo che nel 2012 è stato sciolto il corpo militare della Croce Rossa italiana. Anche in questo caso, gli ausiliari entrerebbero in qualche modo nella catena di comando militare. […]

 

soldato della missione kfor a camp villaggio italia

Senza dimenticare, poi, che c’è anche la proposta caldeggiata dall’associazione nazionale alpini – su cui il ministro Crosetto ha una posizione aperta – di creare un corpo ausiliare alpino che dia continuità e nuova linfa all’esperienza degli ex militari che hanno servito nei corpi alpini fino a che c’è stata la leva obbligatoria, e che s’impegnano generosamente nella Protezione civile da veri volontari (senza alcun costo per lo Stato).

 

Conclude Minardo: «Abbiamo due proposte di legge all'esame, una a mia firma e una del collega Graziano, entrambe incentrate sul tema della riserva militare. Si tratta di un argomento che abbiamo approfondito anche attraverso il confronto con le esperienze di altri Paesi. Ritengo che i tempi siano maturi per avviare un serio dibattito su questo strumento».

SOLDATI ITALIANI IN LIBANO

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