affidamento cane separazione

UN GUINZAGLIO PER DUE – CON L'IMPENNATA DI SEPARAZIONI, LE COPPIE IN TRIBUNALE SCAZZANO ANCHE PER L’AFFIDAMENTO DEL CANE: NEL 2020 SI È REGISTRATO UN BOOM DI ADOZIONI PER COMBATTERE LA SOLITUDINE E ORA NESSUNO VUOLE RINUNCIARE AD AVERE UN CANE DA PASSEGGIARE IN CASO DI LOCKDOWN – E IN TRIBUNALE? LE CAUSE PER FIDO VENGONO CONDOTTE CON TANTO DI PERIZIE SU CAPACITÀ DI ACCUDIMENTO E SPESE DI MANTENIMENTO…

Valeria Arnaldi per "il Messaggero"

 

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Forzati in casa dalle misure per il contenimento della pandemia e di conseguenza in molti casi costretti alla vita di coppia e a riscoprire la condivisione - non sempre facile - di spazi, tempi e necessità, ventiquattro ore su ventiquattro, o quasi. Il lockdown ha portato sotto i riflettori limiti e maschere di tante relazioni. E pure nuove abitudini di famiglia. Molti coniugi si sono separati. E molti, invece - o, chissà in taluni casi addirittura come effetto - hanno deciso di adottare un cane. A fare luce nelle vite di coppie e famiglie sono i numeri.

 

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L'Associazione nazionale divorzisti italiani ha registrato nel 2020 un aumento di separazioni del 60% rispetto al 2019. La causa principale - il 40% dei casi - sarebbe stata l' infedeltà, anche virtuale. Nel 30% degli episodi, invece, le motivazioni sarebbero riconducibili a violenze familiari. Cifre diverse ma medesimo scenario per l'Associazione avvocati matrimonialisti italiani che, per il 2020, riscontra un aumento del 30% rispetto all' anno precedente nel numero delle richieste di separazioni, metà delle quali non consensuali. Su mille coppie, al Nord sono 450 le separazioni, al Centro 400, al Sud 200.

 

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LA CONVIVENZA FORZATA

«La pandemia ha creato un' emergenza familiare - dice l' avvocato Gian Ettore Gassani, presidente Ami - le violenze sono aumentate in modo esponenziale, all' incirca del 70%. Esulando da questi casi, in generale la convivenza forzata, ha spesso portato alla noia. Alcune coppie hanno sentito pure il peso di non avere uno spazio personale.

 

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Convivere, magari in quattro, in un appartamento di 70 metri quadri può essere molto complicato, specie con i figli che non vanno a scuola, le difficoltà economiche, il lavoro precario o la scoperta di un' infedeltà coniugale avvenuta trovando una chat con l' amante. Da qui il boom di separazioni. Non solo. Sono diecimila le coppie in attesa di giudizio provvisorio, costrette a convivere sotto lo stesso tetto».

 

Al boom di separazioni si è affiancato, nel medesimo periodo, quello delle adozioni di cani e gatti. L'Ente Nazionale Protezione Animali, nel 2020, ha trovato casa a 8100 cani e 9500 gatti, con un rialzo di oltre il 15% rispetto al 2019. In alcune città, la crescita è stata perfino del 40%. A Monza e Perugia, lo scorso dicembre, i rifugi Enpa sono rimasti senza cani da adottare.

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L'AFFIDO

«Il tema degli animali d' affezione viene spesso portato in tribunale con cause per l' affidamento di cani o gatti che per intensità sono pari a quelle per i figli - prosegue Gassani, che ha appena pubblicato il libro La guerra dei rossi. Racconti di famiglie e di violenze prima e durante il Covid-19 (Diarkos) - Si tratta di ben quattromila cause l' anno e vengono condotte con tanto di perizie su capacità di accudimento e spese di mantenimento, introducendo perfino il costo dello psicologo per il pet. Gli animali appartengono a tutti gli effetti alla struttura della famiglia. Sono consigliati nella pet therapy per contrastare tristezza, depressione e così via. Possono essere di grande aiuto». E conforto.

 

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«Dentro casa, i contrasti si accentuano - spiega Carla Rocchi, presidente Enpa - Vivere con un cane o un gatto permette di avere compagnia e affetto. Riequilibra lo stato d' animo. La pandemia ha interrotto la ritualità degli incontri, la socialità, ma abbiamo tutti un bisogno estremo di rapporti.

 

Quello con gli animali è depurato da ansie, specie da quelle per il Covid. Oggi, se incontriamo l' amore della nostra vita, appena uscito dalla metropolitana, comunque il pensiero della pandemia c' è: è inevitabile. Cane e gatto non sanno del coronavirus, non lo trasmettono, danno serenità». I pet in casa forse potrebbero fare perfino da pacieri.

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«Convivere con animali fa bene pure ai rapporti interpersonali - conclude Rocchi - In coppia o in famiglia poter uscire con un cane, specialmente in questo periodo, è un elemento di stabilizzazione». E, magari, può salvare la vita a due.

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