
“HO POTERE E DENARO: TI FACCIO UCCIDERE”, ECCO IL DELIRIO DI SEVERINO ANTINORI - ECCO IL RACCONTO DELL'INFERMIERA SPAGNOLA DI 24 ANNI CHE HA FATTO ESPLODERE IL CASO, ACCUSANDO IL MEDICO DI AVERLE RUBATO GLI OVULI
Andrea Galli e Simona Ravizza per il “Corriere della Sera”
Le presentazioni: «Io sono un medico molto famoso, faccio partorire anche le anziane, vado spesso in televisione». E le raccomandazioni: «Fai la brava che ti faccio un regalo in denaro». Ma questa volta l' ego ipertrofico del ginecologo Severino Antinori, 70 anni, il medico delle gravidanze sempre e comunque, arrestato venerdì dai carabinieri del Nas, è degenerato nella violenza.
La ragazza spagnola di 24 anni che l' ha denunciato e ha «avviato» l' indagine è stata ingannata, anestetizzata contro la sua volontà, derubata di otto ovuli per la fecondazione eterologa. L'ordinanza del gip Giulio Fanales ricostruisce l' episodio nella crudeltà. E conferma le convinzioni di Antinori di potere qualsiasi cosa e lo stato di sudditanza e fedeltà assoluta del suo staff.
Il ginecologo, scrive il giudice, «è indifferente alla dignità e al corpo della donna, obnubilato dalla finalità del guadagno». Non si fermava mai, Antinori. Ai poliziotti chiamati dalla giovane dopo l'operazione ed entrati nella clinica dei misteri o forse degli orrori, la Matris di via dei Gracchi, semicentro di Milano (il ginecologo era il direttore sanitario), aveva fatto sapere che avrebbe telefonato al questore, millantando crediti vari con il mondo intero.
Gli agenti erano intervenuti il 5 aprile. La 24enne, residente nella zona di Malaga, è un'infermiera. Ha raccontato che durante una vacanza milanese, a febbraio, seduta da sola in un ristorante, era stata avvicinata da Antinori il quale, conosciuto il suo mestiere, le aveva offerto un posto di lavoro. Stipendio da 1.700 euro mensili, vitto e alloggio al «My Hotel».
La ragazza era tornata in Spagna, ne aveva parlato con la madre (contraria) e si era decisa ad accettare. A fine marzo, già in pianta stabile nella clinica, era stata invitata a un controllo da Antinori dopo avergli detto che nell'adolescenza aveva sofferto di cisti ovariche, problema comunque risolto. Non per il ginecologo che aveva voluto visitarla, aveva scoperto una presunta nuova cisti e s'era raccomandato: «Operati o ti esplode l'utero».
La ragazza era stata bombardata di medicinali «preparatori» all' intervento. Ma i medicinali, come Puregon e Luveris, vengono somministrati per indurre l'ovulazione multipla. Lei s' era inizialmente fidata eppure, dopo qualche giorno, si era insospettita: aveva lasciato la Matris per fare le valigie. Antinori aveva subito spedito in hotel Bruna Balduzzi, 28 anni, impiegata nello staff come la coetanea Marilena Muzzolini (entrambe indagate), per tranquillizzarla.
severino antinori clinica matris
L'indomani, eccole arrivare in clinica insieme. La ragazza era stata afferrata, spinta contro il muro, trascinata in sala operatoria, stesa sul letto, completamente sedata e derubata degli ovuli. Al risveglio, un infermiere le aveva confidato quanto successo, suggerendo di chiamare le forze dell'ordine. Peccato che il suo cellulare, un iPhone 6, era sparito. La giovane aveva trovato un telefono fisso e aveva dato l'allarme. Antinori le era piombato addosso staccando il telefono e urlando che, siccome «ho denaro e potere», l'avrebbe fatta ammazzare.
Ma la polizia aveva ricevuto la richiesta, la giovane era stata accompagnata prima in albergo e poi, dopo un malore, alla clinica Mangiagalli, l'inchiesta era partita e per il ginecologo era ormai questione di tempo. I suoi avvocati parlano di accuse assurde e citano il consenso all' intervento firmato dalla giovane; però la firma apposta sull' autorizzazione al prelievo degli ovuli non sarebbe sua. Il giorno della violenza, alla Matris non c'erano ovuli «pronti». A tre coppie in attesa era stato promesso il contrario. E Antinori, per i soldi (almeno cinquemila euro a intervento), non voleva né poteva deludere.