salone libro torino

“IL GIORNALE” PRENDE A CALCI IL SALONE DEL LIBRO DI TORINO CON UN ARTICOLO PIENO DI VELENO: “NON ESISTE UN EVENTO, PRESENTAZIONE, OSPITE CHE NON RICADA SOTTO LA CUPOLA DELLA SINISTRA, UNICA AREA POLITICA SENZA PIÙ VOTI, CHE CONTINUA A GOVERNARE LA CULTURA - LA LISTA DEGLI OSPITI E’ QUALCOSA FRA IL COLOPHON DI ‘REPUBBLICA’, I PALINSESTI DI RAITRE E LA LISTA DEGLI OSPITI DI ‘OTTO E MEZZO’…”

Luigi Mascheroni per “il Giornale”

 

SALONE DEL LIBRO TORINO

L' incipit è folgorante, con quelle lunghe code ai cancelli, appesantite da controlli lentissimi. Che sarà un successo - quanti saranno alla fine della settimana: 150mila come l' anno scorso, di più? - si capiva già ieri mattina, primo di cinque affollatissimi giorni di carta e di kermesse, tutti a respirare l' aria buona, quella che sa di inchiostro, di cellulosa, di cellulari, tablet, libri, stand, lectio (magistrale quella di apertura, sull' Europa, di Javier Cercas), reading e presentazioni.

 

Signori lettori, vi presentiamo: la 31ª edizione del Salone del libro di Torino, la prima dopo la pace scoppiata fra Lingotto e grandi editori. Alla fine sono tutti qui: mega-gruppi, piccoli, minuscoli. Quest' anno hanno aperto un mini-padiglione supplementare, là in fondo, per non lasciare fuori nessuno.

salone del libro torino

 

E non mancava nessuno, ieri mattina nella Sala gialla, cerimonia d'apertura del Salone, sempre così impeccabile, organizzato, ricchissimo di appuntamenti, sempre così uguale a se stesso mentre tutto fuori cambia. Dentro, ecco i protagonisti della passerella istituzionale.

 

Inizia Massimiliano Bray, presidente del Salone, e sembra una beffa che il ministro del governo più odiato della seconda Repubblica sia il volto della manifestazione più amata d' Italia. Parla, parla, parla... Nel passaggio più provocatorio evoca il Salone come una «narrazione inclusiva, non divisiva».

 

Cita la Fiera del libro di Teheran, appena conclusa, ma tace che là erano esposti persino i libri anti islam della Fallaci, in nome della non divisione. Qui a Torino, programma alla mano, non esiste un evento/presentazione/ospite che non ricada sotto la cupola dell' unica area politica, senza più voti, che continua a governare la cultura. Leggete (provate, vi prego) i cinque Percorsi giornalieri del Salone.

 

SALONE DEL LIBRO TORINO

Invitati: Mario Calabresi, Carlo Petrini, Zagrebelsky, Littizzetto, Concita De Gregorio, Augias, Floris, Calabresi (ancora), Odifreddi, Vecchioni, Erri De Luca, Andrea Scanzi (?!), Oscar Farinetti, Ilvo Diamanti, Walter Siti, Gramellini, Calabresi (ancora), Travaglio, Laura Morante, Volo, Saviano, Serena Dandini, Michela Murgia, Michele Serra... Qualcosa fra il colophon di Repubblica, i palinsesti di Raitre e la lista degli ospiti di Otto e mezzo. La linea editoriale del network unico del pensiero: Repubblica-Espresso-Feltrinelli, La7. Un giorno, tutto questo farà parlare.

 

nicola lagioia

Silenzio, parla Roberto Fico, presidente della Camera a 5 Stelle ma senza cravatta, atto di vera cafoneria. E ben ci sta. Ridevamo delle canottiere di Bossi. La stoffa, sciatta e populista, è la stessa. Viene voglia di alzarsi. Ma lo ascoltiamo: parla di bibliodiversità. Che sarebbe un valore, se vi corrispondesse una pluralità di idee. Il Salone è un' orchestra di cento elementi. Ma suona un' unica nota.

 

Ecco, sul palco, il direttore: Nicola Lagioia, primus fra dieci amici che formano la squadra dei consulenti. Nomi sinistramente noti: Parrella, Culicchia, Carmignani, Bajani, Lipperini... Il pluralismo declinato sull' asse ideologico Fahrenheit-minimum fax- salotti romani-Einaudi Stile libero. Lagioia riedita in pubblico il discorso pubblicato al mattino in forma semi-privata sulla Stampa.

 

SALONE DEL LIBRO TORINO

Si loda, e imbroda un po'. Presenta un' edizione stellare del Salone, e ha ragione, ma glissa sul fatto che il liquidatore stia mettendo all' asta il marchio del Salone per provare a ripianare il debito della Fondazione del libro, che ammonta, al netto delle code di visitatori, a qualche milione di euro. Dice che l' appuntamento di Torino è il luogo per un «ragionamento comune» per la cultura italiana, il posto giusto per coloro che hanno «il coraggio del non conformismo».

massimo bray

 

La realtà è che il Salone, bellissima fiera, anche del conformismo, va sempre accuratamente a sinistra. Che andrebbe benissimo, se - come è stato fino alle passate edizioni dei dioscuri Picchioni-Ferrero - anche il Paese andasse lì.

 

Ma l' Italia, per politica, voti e costume, va un po' a destra, un po' a Nord, un po' a Sud. Nessuno vede più Raitre, la Bignardi ha fallito, Einaudi vendicchia, Fazio non fa neppure più ascolti record, minimum fax è scavalcata da Sur, e quelli che sfogliano Robinson sono meno dei lettori dei giornali di destra messi insieme.

 

Eppure, il Salone, la più grande manifestazione culturale del Paese (e pubblica: non come il festival di Mantova, che coi finanziamenti degli sponsor privati fa quello che meglio crede) vive in una prorogatio eterna di quel ristretto ceto colto, espressione residuale delle professoresse con le scarpe basse e gli alti ideali democratici. Un gruppo di intellettuali, col lapsus di Pasolini, che non rappresenta più l' Italia, un Paese che è tutto fuorché di sinistra, e che non rappresenta più neppure la sinistra, mai stata così in crisi d' identità. Ma che si (autorap)presenta benissimo. Per il resto, buon Salone a tutti (e da domani, promessa, parliamo solo di libri).

SALONE LIBRO TORINO

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?