"AVEVAMO SCOMMESSO SU DI LUI, PER NOI ERA BUONO. SIAMO DISTRUTTI. CON NOI E' SEMPRE STATO CORRETTO E EDUCATO" – PARLANO GLI EDUCATORI DELLA COMUNITA' "4EXODUS" DA CUI VINCENZO LANNI, L’ACCOLTELLATORE DI PIAZZA GAE AULENTI A MILANO, ERA STATO DA POCO ALLONTANATO - ERA NELLA STRUTTURA DAL MAGGIO 2020 DOPO UNA CONDANNA PER DUPLICE TENTATO OMICIDIO, L'AFFIDAMENTO IN PROVA E UNA DIAGNOSI DI DISTURBO SCHIZOIDE: E' STATO MANDATO VIA DOPO UNA LITE CON UN ALTRO OSPITE – L’ACQUISTO DEL COLTELLO, L’HOTEL VICINO ALLA STAZIONE, L’ATTESA PER COLPIRE: LE ORE DI ORDINARIA FOLLIA DI LANNI…
Massimo Pisa per “la Repubblica” - Estratti
Finché la vita di Vincenzo Lanni era rimasta sospesa in questo cortile di mezza collina, tra la Malpensa, Varese e i laghi, i demoni erano rimasti fuori dal cancello.
Pizze nel forno, l'orto da coltivare, la contabilità e la vita di comunità qui alla 4Exodus con altri venti ex tossicodipendenti e lui — ospite da maggio 2020 con una condanna per duplice tentato omicidio, l'affidamento in prova e una diagnosi di disturbo schizoide — in equilibrio precario ma stabile.
«Avevamo scommesso su di lui — racconta Marco Pagliuca, che del posto è presidente ma ama definirsi educatore e basta — gli avevamo trovato un tirocinio lavorativo con noi, ci dava una mano nella gestione. Con noi è sempre stato preciso, corretto, educato, puntuale. Una figura di riferimento. Poi, quando si è ritrovato da solo, gli sono scattate delle cose. Probabilmente le stesse di dieci anni fa.
Lui sapeva che questa era una possibilità per lui. Diceva anche: non penso di stare tutta la vita qui. Ma è difficile lì fuori per una persona che ha sessant'anni. E col suo passato».
Infatti, libero da dicembre 2024, l'ex programmatore bergamasco era rimasto a vivere alla 4Exodus con inquietudine crescente, finché un pomeriggio non è venuto alle mani con un ospite. «In ogni comunità, come in ogni famiglia — sospira Pagliuca — ci sono regole di convivenza e se non le rispetti c'è l'allontanamento.
I ragazzi lo sanno e Vincenzo era consapevole dei provvedimenti. La decisione l'abbiamo presa in equipe, non c'erano più i presupposti per la sua permanenza. Gli ho telefonato e gli ho ribadito che avevamo scelto la fermezza, lui ringraziandomi si è scusato ed è andato». A Milano.
A cercare un obiettivo, una preda casuale su cui sfogare la sua furia, come nel 2015. A mimetizzarsi in uno degli alberghetti intorno alla Stazione Centrale, scelto a caso. «Non aveva prenotato su internet — racconta la receptionist cinese dell'Hotel Mondial — è venuto qui e ha chiesto una stanza. L'ha presa fino a lunedì». La 106, primo piano, solo pernottamento, pasti nei ristoranti etnici dei dintorni.
Venerdì Vincenzo Lanni muove un'ulteriore pedina sulla sua scacchiera mentale: compra un lungo coltello e tiene lo scontrino in stanza, il weekend è festivo e chi lavora nel distretto dei nuovi grattacieli è lontano da Milano. Attende proprio lunedì per colpire. «Ha fatto il check out prima delle 8 — aggiunge la receptionist del Mondial — e qui ha lasciato il trolley. Ha detto: forse torno nel pomeriggio».
E così è stato, non prima di aver accoltellato Anna Laura Valsecchi, di aver girovagato tra la stazione Garibaldi e Isola, di aver preso il metrò fino a Famagosta per comprare qualcosa da mangiare all'Esselunga e gettare il giubbino in un cestino. Di nuovo in camera, senza mai tradire un fremito, come ad attendere l'arrivo dei carabinieri. Alle 19.20 la vita "fuori" di Vincenzo Lanni terminava con l'ingresso dei carabinieri nella hall.
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vincenzo lanni 10 anni fa e oggi
A indicarlo al 112 sono in due: la gemella Maria Grazia e Marco Pagliuca. «L'ho riconosciuto in quel video dalla camminata — conferma — e sono andato alla stazione di Mornago a identificarlo. Le racconto questa e poi piango». Pausa e due bicchieri d'acqua.
«Quando sono arrivato a casa, mia figlia di 10 anni mi ha aperto la porta. Le spiego cos'era successo e mi fa: ma io mi fidavo di lui. Eppure Vincenzo per noi era uomo buono. Questa cosa mi ha colto di sorpresa. Mi fa morire dentro».
Sospira. «Il nostro lavoro negli ultimi anni è una scommessa. E continueremo. Staremo più attenti, ma è la nostra missione».




