giuseppe remuzzi

ANCHE GLI SCIENZIATI QUALCHE CAZZATA L'HANNO FATTA - L'AUTOCRITICA DI REMUZZI, DIRETTORE DELL’ISTITUTO MARIO NEGRI: "A GENNAIO 2020 LA RIVISTA 'LANCET' AVEVA PUBBLICATO UNA RICERCA CINESE SUL COVID, MA TUTTO IL MONDO OCCIDENTALE LO HA IGNORATO. E I PRIMI RESPONSABILI SIAMO NOI MEDICI E RICERCATORI. ABBIAMO SOTTOVALUTATO QUESTI ALLARMI" - LA FORTE CONTAGIOSITÀ DI OMICRON POTREBBE ESSERE UNA BUONA NOTIZIA: "PENSO CHE LA PANDEMIA POSSA CONCLUDERSI COSÌ..."

Federico Fumagalli per www.corriere.it

 

 

 

GIUSEPPE REMUZZI

Al professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri, si è soliti rivolgere grandi domande. Lui stesso se ne fa tante, nel suo ultimo libro «Le impronte del signor Neanderthal. Come la scienza ricostruisce il passato e disegna il futuro» (Solferino). Non a tutte è possibile rispondere. Ma è impossibile non provarci.

 

Come è cominciata la vita? Come si è evoluta per arrivare fino a noi? Come e perché è stata ricreata in laboratorio? La scienza è il migliore interlocutore a cui chiedere. E Remuzzi è un «campione di ricerca scientifica». La definizione è di Telmo Pievani, filosofo della scienza, altro nome forte dell’incontro organizzato dall’Associazione generale Mutuo Soccorso.

 

Pievani, scelto come voce guida al libro, presenta «Neanderthal» come «un testo ricchissimo e particolare, che nasce da materiali e spunti pubblicati dal professor Remuzzi sul Corriere della Sera, arricchiti e integrati.

 

remuzzi

La storia dell’umanità è una storia di migrazioni. Una di queste è arrivata in Europa e ha dato origine all’uomo di Neanderthal, che dà il titolo al libro di Remuzzi. Si parte dalle origini della vita e poi, a cerchi concentrici, gli argomenti si allargano. Fino ad arrivare al futuro. Naturalmente, aleggia anche la pandemia».

 

La genetica

 

Ed è inevitabile che a questo punto si parli tanto di Covid-19, proprio in relazione a quell’impronta genetica che arriva da molto lontano. «Abbiamo una eredità genetica da Neanderthal — dice Remuzzi —. In percentuale è bassa, attorno all’1-3%. Ma questo poco, può influenzare molto».

 

GIUSEPPE REMUZZI

Come per esempio il fatto di esporci «al rischio di manifestazioni gravi di Covid-19». L’ultimo saggio di Remuzzi, vendutissimo in edicola e in libreria, prende spunto da un lavoro pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica «Nature»: «Alcuni colleghi, davvero stratosferici, hanno cercato di capire cosa fosse associato a una forma più grave di malattia da Covid — continua Remuzzi —. Abbiamo visto subito come diverse persone che avevano caratteristiche identiche per età e per ambiente, colpite dal virus, morissero, mentre altre manifestassero solo sintomi lievi, o addirittura nessuno. Si è dunque pensato che la genetica avesse importanza».

 

La risposta immune dei pipistrelli

Aeroporto con restrizioni Wuhan

Così, sulla base del racconto di «Nature» l’Istituto Mario Negri ha scelto di analizzare il Dna di centinaia di abitanti di Nembro, Albino e Alzano: «I risultati preliminari hanno dato risultati molto interessanti. Da qui nasce il mio libro. Chi di noi avrebbe immaginato che dei lontanissimi “nonno” e “nonna”, unendosi, avrebbero comportato la nostra possibilità di finire in terapia intensiva a causa del Covid?».

 

Sollecitato da Pievani, Remuzzi commenta alcune fondamentali tappe legate a questi due anni di pandemia: «Non è il virus a uccidere — specifica —. Ma il nostro sistema immunitario che, in presenza di SARS-Cov2, eccede nella sua risposta. I pipistrelli hanno imparato a incontrare il Covid senza avere una risposta immune eccessiva. Dobbiamo riuscire a capire il perché dei due tipi diversi di reazioni».

 

Il mercato del pesce

Lo studio cinese ignorato

Con un lucido sguardo indietro, il professore prosegue andando alle radici stesse di questa pandemia: «A gennaio 2020, la rivista “Lancet” aveva pubblicato una ricerca cinese. Quel lavoro riportava tutto ciò che era necessario sapere riguardo il Covid. Ma tutto il mondo occidentale lo ha ignorato. E i primi responsabili siamo noi medici e ricercatori. Abbiamo sottovalutato questi allarmi».

 

Il laboratorio di Wuhan

«La contagiosità non è uno svantaggio»

Il presente è rappresentato dai vaccini: «Dimostrano come la scienza può migliorare le nostre condizioni di vita». E per il futuro, Remuzzi ammonisce: «L’uomo non sta al centro dell’universo, come si è sempre considerato per tanti secoli. Ha lo stesso valore dei pipistrelli, delle api, dei pesci. Se continuiamo a non rendercene conto, io sono pessimista. Abbiamo ancora tempo, ma non molto. Quanto potremo vivere su questo pianeta, senza distruggerlo?».

 

WUHAN

Sulle caratteristiche della variante Omicron, molto contagiosa (e apparentemente capace di scatenare una sintomatologia meno grave) Remuzzi dice: «Non è detto che la forte contagiosità sia uno svantaggio. Penso che la pandemia possa concludersi così. Ma se diamo al virus l’opportunità di continuare a mutare in altri Paesi, sarebbe come fare il gioco dell’oca. È necessario fare arrivare presto il vaccino ovunque nel mondo».

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