vladimir putin cavo dragone cyber guerra attacchi hacker russia nato ettore sequi

“L’EUROPA DEVE DECIDERE SE SUBIRE O GOVERNARE LA GUERRA INVISIBILE” – L’AMBASCIATORE ETTORE SEQUI DA' MAN FORTE AL CAPO DEL COMITATO MILITARE NATO, CAVO DRAGONE, CHE HA EVOCATO ATTACCHI CYBER “PREVENTIVI” CONTRO LA RUSSIA: “NON È UN CAMBIO DI TONO, MA DI LOGICA: LA GUERRA ‘SOTTO SOGLIA’ È ORMAI LA STRATEGIA OPERATIVA DI MOSCA. LA SOPRAVVIVENZA STRATEGICA DELL'EUROPA DIPENDERÀ DALLA SUA CAPACITÀ DI COSTRUIRE UNA DETERRENZA CREDIBILE, CAPACE DI MUOVERSI NELLA ZONA GRIGIA SENZA ESSERNE SCHIACCIATA…”

Estratto dell’articolo di Ettore Sequi per “la Stampa”

 

giuseppe cavo dragone foto di bacco (1)

L'intervista del capo del Comitato militare Nato, Cavo Dragone, al Financial Times indica il mutamento di fase della sicurezza europea. In estrema sintesi, egli afferma che l'Alleanza non può più limitarsi a rispondere agli attacchi cyber e ibridi e deve valutare opzioni più incisive; e che persino un'azione preventiva in settori in cui un attacco è capace di paralizzare Stati interi ridefinisce il confine/difesa.

 

Non è un cambio di tono, ma di logica: la guerra "sotto soglia" è ormai la strategia operativa di Mosca. L'intervista, concessa a fine ottobre, viene pubblicata mentre la Russia intensifica il taglio di cavi nel Baltico, le incursioni di droni su infrastrutture critiche, blocca gli aeroporti europei, compie attacchi cyber e usa la sua "flotta fantasma" in acque internazionali.

 

VLADIMIR PUTIN E I DRONI RUSSI

[…]  Cavo Dragone sostiene che questa pressione non riguarda solo l'Ucraina, ma la vulnerabilità sistemica europea.

 

Tutto ciò avviene mentre Stati Uniti, Ucraina e Russia entrano nella fase critica del negoziato. Per questo l'intervista diventa suo malgrado un segnale: a Mosca, che la vulnerabilità europea non è negoziabile; a Kiev, che il sostegno occidentale resta; a Washington, che le infrastrutture critiche sono il vero terreno della competizione.

 

Qui emerge la collisione tra tre ordini strategici. L'ordine americano, sempre più "deal-centrico", tende a leggere la sicurezza come un dossier contrattabile, da gestire con scambi e compromessi. L'ordine europeo, normativo-difensivo, continua a credere che la stabilità derivi dalle regole, dalla prevedibilità e dal diritto internazionale.

 

ettore francesco sequi foto di bacco

L'ordine russo, revisionista e asimmetrico, considera invece la competizione come spazio di frizione ove guerra ibrida, sabotaggi e pressione psicologica sono strumenti normali. L'incompatibilità tra questi ordini impone scelte nette.

 

Primo: ripensare la deterrenza. Nella guerra ibrida la ritorsione arriva quando il danno è già compiuto. La deterrenza classica, fondata su linee rosse e razionalità condivise, non regge più. La Russia colpisce proprio dove la risposta occidentale è giuridicamente incerta, politicamente onerosa, militarmente rischiosa.

 

Cavo Dragone sottolinea la sproporzione tra l'orizzonte etico-giuridico europeo e la spregiudicatezza russa e sostiene che la deterrenza deve diventare strutturale: sorveglianza continua di cavi, reti e nodi critici, così che ogni sabotaggio comporti un rischio immediato e visibile.

 

hacker russi

Secondo: trasformare la legalità in strumento di forza. L'Europa opera entro vincoli giuridici e democratici che Mosca non riconosce. È la nostra forza, ma anche la nostra esposizione. Occorre far evolvere diritto del mare, responsabilità delle navi di bandiera, attribuzione degli atti sotto soglia e linee rosse sulle infrastrutture critiche, affinché il diritto diventi base legittima e non freno unilaterale della risposta.

 

Terzo: ricostruire la governance politica della sicurezza.

La guerra ibrida non punta a occupare territori, ma a logorare la fiducia dei cittadini, colpendo energia, servizi, continuità istituzionale. È un conflitto che erode dall'interno le nostre società.

 

DONALD TRUMP E MARK RUTTE - VERTICE NATO AJA

La risposta deve essere integrata: un centro politico che unifichi intelligence, cyber, difesa, sicurezza interna e attori privati, trasformando le vulnerabilità in resilienza organizzata. La guerra invisibile è ormai la forma ordinaria della competizione globale: l'Europa deve decidere se subirla o governarla.

 

[…]

 

 In Europa e in Asia crescono i dubbi sull'ombrello americano e riaffiora la tentazione dell'arma atomica come garanzia autonoma, alimentando insicurezza e instabilità del sistema internazionale.

La difficoltà non è solo tecnica ma identitaria. L'Europa si fonda sulla legge e sulla trasparenza; la Russia sulla loro erosione.

 

vladimir putin in mimetica alle esercitazioni militari zapad

La Nato deve difendere i propri vincoli senza trasformarli in debolezze, conciliando un alleato americano che negozia secondo la logica dello scambio e della transazione con un avversario russo che opera secondo la logica della destabilizzazione.

 

Per questo la "guerra invisibile" non è l'anticamera della guerra: è la guerra stessa. Una guerra che non si combatte sui confini, ma sulla trama di infrastrutture che regge il continente. La sopravvivenza strategica dell'Europa dipenderà dalla sua capacità di presentarsi ai tavoli negoziali come un attore che difende non solo territori, ma sistemi, continuità, resilienza, diritti; di costruire una deterrenza credibile, capace di muoversi nella zona grigia senza esserne schiacciata.

DONALD TRUMP E MARK RUTTE - VERTICE NATO AJAhacker russi

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."