gatto

CON L’INVASIONE DI SORCI, NEI PALAZZI DEL POTERE ORA COMANDANO I GATTI - PER DARE LA CACCIA AI TOPI, IL MINISTERO DEGLI ESTERI FRANCESE HA ADOTTATO DUE MICIONI, NOMI E NOE’ – DA CARLO V AL GATTO DI THERESA MAY, DICHIARATO "FUNZIONARIO DELLO STATO", FINO A GLADSTONE, FELINO DEL CANCELLIERE DELLO SCACCHIERE

Alberto Mattioli per “la Stampa”

 

Gli ultimi arrivati nei palazzi del potere si chiamano Nomi e Noé, arruolati dal ministero degli Esteri francese. Come tutto il resto di Parigi, anche il sontuoso palazzo sul Quai d'Orsay è infestato dai topi. Il rischio che vengano rosicchiati gli originali della Pace di Westfalia o del Trattato di Versailles è troppo grande. La coppia di gatti Nomi & Noé ha quindi l' incarico di derattizzare il ministero. Una soluzione ecologica e economica, praticamente pagante e affettivamente appagante.

NOMI E NOE - I GATTI DEL MINISTERO DEGLI ESTERI FRANCESE

 

È l' ennesima conferma di una tendenza chiara: è sempre più cat power. Il ribaltamento delle gerarchie a quattrozampe è ormai completo. Un tempo, l' animale del potere era il cane, simbolo di fedeltà e compagno nello sport nobile per eccellenza, la caccia.

 

Tiziano ritrae Carlo V in piedi mentre accarezza un magnifico cagnone. Nonostante la sua massima, «A teatro bambini e cani sono roba da ruffiani», Luchino Visconti nel Don Carlo faceva entrare Filippo II accompagnato da due elegantissimi levrieri. Elisabetta II, sovrana agée anche come usi, si circonda di cani corgi, non potendo tenere in salotto gli esseri più amati, che per lei sono sempre stati i cavalli.

 

GLADSTONE - IL GATTO DEL CANCELLIERE DELLO SCACCHIERE

ALBERTO MATTIOLI 400

Però sempre di più i gatti conquistano posizioni di vertice: un potere dunque più morbido, felpato, discreto, benché capace di colpire con unghiate di chirurgica precisione. Proprio nel Regno Unito i media sono pieni delle gesta di Larry, il gatto del primo ministro, arruolato per la caccia ai topi da Cameron, confermato dalla May ma che resterà al numero 10 di Downing street anche se andranno al potere i laburisti visto che, come dichiarò nel 2016 Cameron ai Comuni, Larry è un «civil servant», non una proprietà privata del premier.

 

Larry passa il tempo a cacciare (troppo poco, è l' accusa: il solito dipendente pubblico scansafatiche) e ad azzuffarsi con Palmerston, il gatto del Foreign Office, che abita all' 11.

 

micio e cerbiatto

Una loro rissa finì su tutte le prime pagine, come pure la foto di Palmerston che partecipava sonnecchiando a una riunione di ambasciatori di Sua Maestà. Cresce intanto la popolarità di Gladstone, il micio del cancelliere dello Scacchiere. Per il momento, però, Larry è ancora il gatto più celebre del Regno. Ha 154 mila followers su Twitter, contro i 19.700 del nemico Palmerston e i 13.600 del terzo incomodo Gladstone.

 

Larry ha anche scritto un libro a quattro zampe con un giornalista del Guardian ed è titolare di una rubrica a fumetti sul Sunday Express. La Chiesa cattolica non è da meno, nonostante in passato non siano stati facili i suoi rapporti con i gatti, spesso vittime di cacce alle streghe, e non in senso metaforico. Chissà se Papa Francesco ha per gli animali la stessa simpatia del suo omonimo di Assisi.

 

RATZINGER E IL GATTO

Di certo, il suo predecessore Benedetto è un gattolico fervente e tuttora praticante. Pochi giorni fa, monsignor Georg Gänswein, il suo ex segretario, ha postato su Facebook una foto di Ratzinger con in braccio un delizioso gattino bicolore.

Qui il precedente celebre è quello di Leone XII della Genga, regnante dal 1823 al '29, che era solito dare udienza tenendo in grembo il gatto Micetto. Alla morte del Pontefice, fu un problema nei Sacri Palazzi, perché la figura del gatto papale non era contemplata dal protocollo.

 

Lo si risolse regalando il gatto all' ambasciatore di Francia, il grande scrittore François-René de Chateaubriand, che se lo portò in patria. Il risultato per Micettò fu l' immortalità letteraria, perché compare in una pagina dei Mémoirs d' outre-tombe dove il visconte fa dei romanticismi sul povero micio che, nato nelle stanze di Raffaello sotto il bel cielo d' Italia e così via, finisce deportato nella tetra tenuta di campagna dell' autore, oltretutto funestata dalla presenza di madame Chateubriand.

 

RATZINGER E IL GATTO

Sarebbe un errore, tuttavia, limitarsi alla politica. I gatti conquistano meritate posizioni anche in ambito culturale. Il gatto piace alla gente che piace, quindi l' elenco di scrittori, artisti, musicisti gattomuniti di ieri e di oggi è infinito. Qui si può segnalare che l' albergo più «letterario»di New York , l'Algonquin, quello dove viveva e scriveva Dorothy Parker, ha dagli Anni Venti un gatto in residenza.

 

grossi micioni 9

Non lo stesso, beninteso, però tutte le femmine di chiamano Mathilda e tutti i maschi Hamlet. Mathilda III è purtroppo morta nell' ottobre scorso; oggi troneggia su un apposito divano accanto alla reception il suo successore, Hamlet VIII. Da vero Vic, Very Important Cat, ha una pagina Facebook che piace a 12.417 persone. E dove ieri, spaparanzato tipo Garfield cui del resto somiglia, dichiarava che «il Natale è estenuante». Come dargli torto...

 

grossi micioni 8grossi micioni 26grossi micioni grossi micioni 10grossi micioni 11grossi micioni 12grossi micioni 13grossi micioni 14grossi micioni 15grossi micioni 16grossi micioni 17grossi micioni 18grossi micioni 21grossi micioni 20grossi micioni 22grossi micioni 19grossi micioni 2grossi micioni 24grossi micioni 25grossi micioni 27grossi micioni 23grossi micioni 28grossi micioni 6grossi micioni 5grossi micioni 4grossi micioni 3grossi micioni 7

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...