beni di prima necessita distribuiti nel donbass

RIEDUCAZIONE SIBERIANA - L'OCCUPAZIONE RUSSA IN UCRAINA NON È SOLO MILITARE MA ANCHE CULTURALE ED IDEOLOGICA. È INIZIATO IL PROCESSO DI ‘DE-UCRAINIZZAZIONE’ NEI TERRITORI OCCUPATI – NEL DONBASS SONO OSCURATI SIMBOLI E BANDIERE UCRAINE E I CAMION DISTRUBUISCONO DISTRIBUITI PANE, FRUTTA, DOLCI E PRODOTTI IGIENICI – I CITTADINI NON MOSTRANO ENTUSIASMO, S'ACCONTENTANO DEI BENI OFFERTI E DEI PREZZI BASSI...

carri armati russi entrano nel donbass

Luca Steinmann per “la Repubblica”

 

Mentre sul Donbass cade una fitta neve le truppe filorusse avanzano nella steppa verso Ovest. Con l'obiettivo di integrare i territori conquistati all'interno dello spazio controllato da Mosca in maniera permanente. L'occupazione non è solo militare ma vuole essere anche culturale ed ideologica, così da porre le basi per una presenza russa perpetua. Ciò è evidente nella regione di Donetsk. Nell'ultima settimana le milizie filorusse sono avanzate di circa 15 chilometri in direzione sud ovest, puntando a ricongiungersi con le truppe di stanza intorno a Mariupol. 

 

nel donbass esultano per l arrivo dei russi

Pur incontrando la resistenza dell'esercito ucraino, i separatisti sono riusciti a portare sotto il proprio controllo alcuni villaggi sperduti nella steppa come Mykolaivka e Buhas, che distano una sessantina di chilometri dalla capitale, e Hranitne, 15 chilometri più a sud. Hranitne è stata conquistata il 18 febbraio e da allora è oggetto di un processo di palese de-ucrainizzazione, ovvero di russificazione. Il paese è completamente militarizzato, con soldati armati ovunque e carri armati e mezzi corazzati parcheggiati nelle strade.

beni di prima necessita distribuiti nel donbass 6

 

 La bandiera ucraina è stata sostituita da quella russa. I simboli del governo di Kiev sono stati coperti da colate di vernice. Qualcuno con una bomboletta ha pitturato sul il monumento della piazza centrale una grande scritta: CCCP. Acronimo di Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Poco più in là, in un ampio parcheggio, una densa folla di persone si accalca intorno a furgoni che distribuiscono beni di prima necessità: pacchi di cibo contenenti pane, frutta, dolciumi, casse d'acqua, saponi, dentifrici e prodotti igienici. 

 

Sulle confezioni la bandiera russa è sempre ben in vista. Tutti i camion espongono i simboli dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, tranne uno: questo mostra solo un orso sovrastato dai colori russi. È il simbolo di Russia Unita, il partito di Vladimir Putin, egemone nella Federazione Russa. Che sta ora mettendo radici anche qui. «Apparteniamo alla filiale del partito di Donetsk», racconta Elena, giovane ragazza bionda che fa da portavoce. «Siamo già attivi nel Donbass da diverso tempo e ora ci stiamo strutturando anche nei territori che vengono liberati. Oggi è la prima volta che veniamo in questo villaggio». 

 

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L'obiettivo del partito, spiega, è duplice: da una parte c'è la componente umanitaria, dall'altra la «missione ideologica. La popolazione di questi villaggi è di lingua e cultura russa, è nostro dovere occuparci di loro. Crediamo nel principio del Ruskiy Mir, secondo cui è compito di ogni russo occuparsi dei propri connazionali, anche quando vivono al di fuori dei confini del proprio Paese. Siamo portatori di un'idea». La folla che si accalca attorno ai furgoni è composta soprattutto da donne e anziani. In pochi hanno voglia di parlare di politica. 

 

«Gli ucraini ci hanno sempre trattati bene», racconta Emma, foulard in testa, nata in Kazakistan ma che vive qui da 60 anni. «Ho imparato la loro lingua e non mi hanno mai fatto mancare nulla. Sotto di loro però i costi della vita erano molto alti, ora sono contenta che i russi li abbassino». Questa opinione è diffusa: nessuno ricorda negativamente la presenza ucraina ma ognuno si dice ottimista sul fatto che la nuova amministrazione stia già abbattendo i prezzi. In merito ai russi nessuno si sbilancia.

 

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 Non vengono espressi giudizi negativi ma in pochi mostrano entusiasmo. La maggior parte aspetta diligentemente in fila di fronte ai camion per ritirare il proprio pacco. Poco più a lato alcune bancarelle distribuiscono gratuitamente giornali russi. Una di esse, che espone una grossa bandiera della Repubblica di Donetsk, è molto frequentata dagli abitanti, che si mettono in fila per compilare dei moduli. «Siamo qui per offrire dei servizi», dice Alexey, il ragazzo che sta dietro il bancone. 

 

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«Qui la gente può fare presenti alla nuova amministrazione i propri problemi perché vengano risolti. Inoltre gli anziani possono richiedere una nuova pensione, dato che non percepiscono più quella ucraina ». Tutti i cittadini confermano che i sussidi erogati dai filorussi sono più alti di quelli di Kiev. A causa dei combattimenti degli ultimi giorni molte case sono rimaste senza elettricità e le persone non hanno più potuto guardare la televisione. In molti si aspettano che, riaccendendola, troveranno solo programmi russi. 

 

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È quanto conferma una fonte a Kherson, dove molti canali regionali sono stati oscurati mentre da ieri mattina 27 emittenti televisive radiofoniche russe hanno iniziato a trasmettere. L'aggressione russa non è solo un'operazione militare, come la chiama il Cremlino. È anche una lotta per conquistare il consenso delle popolazioni russofone dei territori conquistati. Che continuerà anche qualora le operazioni militari dovessero finire.

CODA AL BANCOMAT IN DONBASS beni di prima necessita distribuiti nel donbass 1MAPPA UCRAINA - DONBASS - CRIMEAnel donbass esultano per l arrivo dei russi truppe russe nel donbassbeni di prima necessita distribuiti nel donbass 2

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