putin gergiev

L’OLIGARCA CON LA BACCHETTA – IL DIRETTORE D'ORCHESTRA RUSSO, VALERIJ GERGIEV, AL CENTRO DELLE POLEMICHE PER IL CONCERTO CHE DOVRÀ DIRIGERE A CASERTA IL 27 LUGLIO, È UNO STRENUO DIFENSORE DI PUTIN PER QUESTIONE DI SOLDI: LA SUA FONDAZIONE VIENE FORAGGIATA CON APPALTI GOVERNATIVI. E GRAZIE A SOVVENZIONI PUBBLICHE E DONAZIONI PRIVATE, HA MESSO DA PARTE UN PATRIMONIO MULTIMILIONARIO, CON VILLE E TERRENI ANCHE IN ITALIA, TRA ROMA, SORRENTO E VENEZIA – GERGIEV CONOSCE PUTIN DAGLI ANNI ’90. NEL 2014 SOSTENNE L’ANNESSIONE DELLA CRIMEA. E NEL 2023, QUANDO IN EUROPA DIVENNE IMPOSSIBILE PER LUI LAVORARE, FU “RISARCITO” DAL CREMLINO CON LA GUIDA DEL TEATRO BOLSHOI DI MOSCA…

 

Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per "la Repubblica"

 

Valery Gergiev

Altro che "Musica, maestro". Nel 2022 il direttore d'orchestra russo Valerij Gergiev ha scelto di tacere sull'offensiva sferrata in Ucraina dal presidente e suo mecenate Vladimir Putin. E il silenzio, si sa, è d'oro.

 

Certo, il boicottaggio in Occidente gli è costato un calo dei guadagni all'estero, ma in compenso sono aumentate le sue entrate in patria per le tournée dell'Orchestra del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo che dirige.

 

L'interruzione delle sue collaborazioni mondiali, come ha osservato egli stesso, si è rivelata «un'opportunità» da «sfruttare al massimo» per «fare qualcosa di molto grande» in Russia.

 

Vladimir putin e Valery Gergiev

[...] soltanto nei primi sei mesi del 2023, la sua fondazione aveva ricevuto appalti governativi per 67,7 milioni di rubli, quanto tutto il 2022, già anno record. Peccato che Gergiev spenda questi soldi non «per sostenere i giovani artisti» o «diffondere la musica classica» come da statuto, ma per se stesso. Per arricchire ulteriormente il suo patrimonio e sostenere il suo lussuoso stile di vita [...]

 

Oltre che appalti di governo, la Fondazione riceve donazioni da oligarchi e aziende statali come Sberbank o Rosneft. Denaro che il direttore d'orchestra usa come suo «portafoglio personale» per pagare a colpi di strisciate di carta di credito pasti luculliani come una cena da 32.500 euro in un ristorante di New York, acquistare appartamenti di lusso a Mosca e a San Pietroburgo o ristrutturare le sue tante proprietà da un capo all'altro dello Stivale per un valore da oltre cento milioni di euro.

 

palazzo barbarigo venezia gergiev

In Italia, dove presto potrebbe tornare a esibirsi, Gergiev possiede infatti un vero e proprio impero che, tra le altre cose, si guarderebbe bene dal dichiarare. Si parte dal piccolo comune di Massa Lubrense, non lontano da Sorrento, proprio nella regione Campania al centro delle polemiche dove possiede un promontorio da 5,6 ettari che nasconde diverse case. Più a Nord, all'Olgiata, periferia Nord di Roma, una villa da 18 camere e piscina, «che non dichiara».

 

Sulla costa adriatica, a Rimini, decine di lotti e fabbricati, un bar, il ristorante "United Tastes of Hamerica's", campi da baseball, un camping e un luna park per quasi 30 ettari totali. A Milano, ben 80 ettari di terreni. A Venezia, infine, i possedimenti più lussuosi: il Palazzo Barbarigo, un altro edificio cinquecentesco, nonché il ristorante Quadri risalente al 1775 e vari locali in Piazza San Marco.

 

villa olgiata roma gergiev

Molti degli immobili italiani proverrebbero da un lascito fatto, alla sua morte nel 2015, dall'arpista giapponese Yoko Nagae, a sua volta ereditiera del defunto conte Renzo Ceschina, che fu a lungo benefattore del Mariinskij. Ma grazie al suo ambiguo silenzio d'oro, Gergiev è sfuggito alle sanzioni europee e continua a trarne profitto.

 

Pochi mesi fa, ad esempio, gli Alajmo, una delle più note famiglie italiane della ristorazione, hanno rinnovato per altri sette anni il contratto d'affitto del "Ristorante Quadri" di Venezia. Pagheranno a Gergiev 500mila euro l'anno di canone. [...]

 

LEGATO ALLO ZAR DAGLI ANNI ’90 IL SUO SOSTEGNO SULLA CRIMEA

Estratto dell’articolo di Marco Imarisio per il “Corriere della Sera

 

vladimir putin e Valerij Gergiev

Valery Gergiev è uno dei massimi protagonisti della musica del nostro tempo. Proprio per questo, è anche uno strumento più o meno consapevole del soft power russo. Figlio di un ufficiale dell’Armata rossa, nipote del progettista di carri armati preferito da Stalin, ha diretto alcune delle principali filarmoniche europee senza mai nascondere la sua ammirazione di lunga data per Vladimir Putin: «È riuscito a fermare il processo di disintegrazione del nostro Paese».

 

Valery Gergiev

[...] i due si conoscono dagli anni Novanta, quando il maestro era direttore del Teatro Mariinskj di San Pietroburgo. Con le prove di fedeltà ideologica da parte di Gergiev nei confronti del suo importante amico ci si potrebbe riempire una pagina intera.

 

Nel 2008, si esibì a Tskhinvali, città georgiana occupata dai russi. Nel 2012 e nel 2018 prestò il suo nome come rappresentante della lista di Putin, candidato al Cremlino. Nel 2014, sostenne l’annessione della Crimea, e nel 2016 tenne un concerto «per la liberazione di Palmira» nell’anfiteatro della città siriana, con Sergei Roldugin, che di Putin è compagno di infanzia.

 

Nel fatale febbraio del 2022, «lo zar del palco» diresse la Dama di picche di Ciajkovsky a Milano. Quando gli venne chiesto di prendere le distanze dalle azioni della Russia, non lo fece. Anzi. Nel marzo di quell’anno è stato ospite d’onore del concerto allo Stadio Luzhniki di Mosca che celebrava l’anniversario dell’annessione della Crimea.

 

putin gergiev

E nel 2023, quando l’Europa era diventata per lui un luogo proibito, venne risarcito con la guida del Teatro Bolshoi di Mosca. Prese il posto di Vladimir Urin, rimosso per aver firmato una lettera contro la guerra in Ucraina.

 

A livello ufficiale, Gergiev non ha mai detto una parola sull’attuale conflitto. Nella Russia di oggi, un tale silenzio non è consentito a tutti. Ma il Cremlino vede nell’artista, e nel prestigio di cui gode in Europa, una risorsa per il futuro. E così lo tiene al riparo, dalle attenzioni e dalle sanzioni.

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