salah abdeslam

CACCIA AL JIHADISTA - IL RITROVAMENTO DI UN’ALTRA AUTO NOLEGGIATA DAL GRUPPO DI TERRORISTI FA PENSARE CHE IN GIRO CI SIA ALMENO UN NONO UOMO CHE HA PARTECIPATO ALLE STRAGE - IL TELEFONINO CON L'SMS PRIMA DELLA STRAGE: “OK, SIAMO PRONTI”

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

SALAH ABDESLAM SALAH ABDESLAM

 

A volte anche i luoghi hanno una loro macabra ironia. L' appartamento affittato da Ibrahim Abdeslam nella banlieue di Bobigny è in un palazzo di fronte al cimitero islamico dove a gennaio è stato sepolto Ahmed Merabet, il poliziotto di fede musulmana ucciso dai fratelli Kouachi dopo la strage a Charlie Hebdo. Il terrorista che si è fatto esplodere davanti a un locale di Boulevard Voltaire lo aveva fermato per un periodo che andava dal 10 al 17 novembre.

 

la polizia francese e sulle tracce di salah abdeslamla polizia francese e sulle tracce di salah abdeslam

La proprietaria ha detto di aver preso accordi con tre uomini «simpatici, corretti e ben vestiti» che si sono presentati agenti di sicurezza belgi. L' altra base logistica usata dagli autori della strage di venerdì 13 è stata invece un appartamento di due stanze in un residence di Alfortville, un piccolo comune dalla parte opposta di Parigi, verso Bercy. Pagamento in anticipo, sempre per la stessa settimana, effettuato con la carta di credito di Salah, il fratello di Brahim, l' uomo che le polizie di tutta Europa stanno cercando.

 

la mappa degli attacchi a parigila mappa degli attacchi a parigi

Le geografia immobiliare racconta di due cellule separate, che hanno agito per conto proprio seguendo un piano studiato con attenzione e ambizione. Forse il loro obiettivo era colpire anche in altre zone di Parigi. Lo dimostra il ritrovamento nel diciottesimo arrondissement di un' altra vettura noleggiata a proprio nome da Salah Abdeslam, che appare sempre più come il vero capo del commando, quello che almeno sul campo tirava le fila dell' operazione. Si tratta dell' unico quartiere a non essere stato colpito tra quelli citati come bersaglio dall' Isis nella rivendicazione, presa ancora con le molle da molti inquirenti.

 

L'auto, una Clio nera, è stata avvistata più volte sull' autostrada A1 che collega Parigi al Belgio nei giorni precedenti l' attentato, e potrebbe essere stata usata per la preparazione. Sulla determinazione dei kamikaze non ci sono dubbi, purtroppo. Ma una conferma ulteriore arriva da un messaggio trovato su un telefonino che fonti investigative attribuiscono a uno degli attentatori. «Ok, siamo pronti». È stato spedito intorno alle 19 di quel venerdì.

 

una vittima del bataclanuna vittima del bataclan

I conti non tornano, ed è questa la cosa peggiore. Il ritrovamento di un' altra macchina rende quasi certezza il sospetto che in giro ci sia almeno un altro terrorista che ha partecipato alle strage. E poi ci sono le testimonianze. Molti sopravvissuti alle raffiche di Kalashnikov partite dalla Seat che ha trasportato gli autori della sparatoria raccontando di aver visto tre persone a bordo. C' erano i due fratelli Abdeslam.

 

All' appello dunque ne mancherebbe una. I resoconti di chi si è salvato servono anche a precisare i ruoli dei responsabili della macelleria al Bataclan. Omar Ismail Mostefai avrebbe sparato dalla pedana del bar all' ingresso della sala, in posizione rialzata e di fronte al palco dove suonavano gli Eagles of Death Metal.

 

una donna viene evacuata dal bataclanuna donna viene evacuata dal bataclan

L' altro tiratore che si trovava al suo fianco, separato da pochi metri, dovrebbe essere Samy Amimour, l' ultimo kamikaze a cui è stato assegnato un nome, il jihadista rientrato dalla Siria all' insaputa di tutti.

 

Il terzo terrorista, non ancora identificato, sarebbe quello che ha colpito dal lato sinistro del palco, sparando da più vicino sulla folla e mietendo il maggior numero di vittime.

Alla fine tutto si tiene, come se alla Francia fosse stato presentato il conto delle smagliature nella sua intelligence.

feriti davanti al Bataclanferiti davanti al Bataclan

 

La voce che si sente nel video di rivendicazione dell' Isis «con alta probabilità» appartiene a uno dei soliti sospetti della Jihad europea. Fabian Clain, 36 anni, originario delle Isole Reunion ma cresciuto a Tolosa, è tornato ai disonori delle cronache la scorsa primavera dopo il fallito attentato a una chiesa di Villejuif, del quale era considerato uno degli ideatori. Si scoprì allora che era stato il maestro d' armi di Mohamed Merah, il giovane franco-algerino che nel marzo 2012 uccise 3 militari e 4 civili di religione ebraica sparando dal suo motorino.

 

Il suo nome è noto ai servizi segreti almeno dal marzo 2001, quando insieme al fratello Michel fondò una cellula salafita. Si sposarono entrambi con due convertite, che da allora furono viste girare con il burqa, dettaglio che valse all' organizzazione il nomignolo «clan di Belfagor», attribuito da inquirenti e media ancora poco propensi a prendere sul serio la minaccia dell' estremismo islamico.

 

merah_mohammedmerah_mohammed

Alla fine del 2004 il gruppetto si fuse con quello di Olivier Corel, francese di origine siriana detto «l' emiro bianco», un' altra figura storica dello jihadismo francese. In occasione di quelle riunioni Clain avrebbe preso sotto la sua ala protettrice il futuro stragista Merah. Nel 2009 venne arrestato con l' accusa di dirigere una filiera di aspiranti martiri diretti in Iraq. Fu condannato a 5 anni di carcere.

Scontata la pena, nel febbraio di quest' anno, Fabian Clain è partito per la Siria.

 

 

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