nino cartabellotta

“CARTABELLOTTA LE HA TOPPATE QUASI TUTTE” - “LA VERITÀ” METTE NEL MIRINO IL GASTROENTEROLOGO DELLA FONDAZIONE “GIMBE” CHE AUSPICA UN ALTRO LOCKDOWN: “QUALI BENEDETTE EVIDENZE CI SONO DEL FATTO CHE SIA MEGLIO TENERE UNA NAZIONE IN LOCKDOWN PERENNE, RACCONTANDO A CHI S'INFETTA CHE PUÒ SOLO INGOIARE TACHIPIRINA E CONTROLLARE IL SATURIMETRO? OVVERO, ASPETTARE E PREGARE? GLI STUDI SCIENTIFICI, DA LANCET ALL'UNIVERSITÀ DI EDIMBURGO, CHIARISCONO CHE IL CONFINAMENTO È INUTILE E DANNOSO”

Alessandro Rico per “la Verità”

 

NINO CARTABELLOTTA

«Non è virologo né un epidemiologo. È un gastroenterologo quasi per caso». Lo scrive Carlo Verdelli, che ieri l' ha intervistato sul Corriere. Eppure, Nino Cartabellotta, 56 anni, origini siciliane, presidente della fondazione Gimbe, già grande castigatore della Lombardia, da gastroenterologo per caso, pretende di dimostrare che le chiusure sono necessarie. E, anzi, ne servirebbero di più: più rigorose, più estese, più durature. Come il «lockdown severo da marzo a maggio» 2020. Non ci credete?

 

Credeteci: c' è chi ha nostalgia degli interminabili domiciliari della primavera dell' anno scorso. La chiave delle argomentazioni è la «medicina basata sulle evidenze», cui l'analista della Trinacria ha anche intitolato il proprio istituto: Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze, sorto nel 1996 e poi trasformato, nel 2010, in una fondazione.

 

nino cartabellotta

Per carità cristiana e onestà intellettuale, dobbiamo riconoscere che Cartabellotta, un paio di cose, le dice giuste. Primo: che la scorsa estate, mentre il ministro Roberto Speranza era occupato a scrivere il suo iellatissimo libro autocelebrativo, l' Italia ha sprecato un'occasione per eradicare il virus mediante il tracciamento. Avevamo una finestra d'opportunità per applicare il meglio della via asiatica (isolare e spezzare le catene di trasmissione), ma l'abbiamo sprecata. Secondo: che la «strategia della mitigazione», quella con i colori delle Regioni, non funziona.

 

Sulla Verità, ve l'abbiamo fatto vedere: con la cabina di regia che lavora su numeri vecchi anche di 16 giorni, si finisce per intervenire a babbo morto. Tanto che l'evoluzione e il decremento della curva epidemiologica appaiono affatto scollegati dal sopraggiungere delle zone rosse. Gli sprazzi di lucidità del gastroenterologo per caso, però, finiscono qua. Tutto il resto, ironia della sorte, fa venire l'acidità di stomaco.

nino cartabellotta FONDAZIONE GIMBE

 

Cartabellotta tuona: «Non è vero, anzi è gravemente falso, che bastino le terapie domiciliari o che le norme restrittive siano efficaci». E ancora: chi lo sostiene «aiuta il virus ma non il Paese». Chissà quale «medicina basata sulle evidenze» fornisce evidenze che provino che le terapie domiciliari aiutano il virus. Faccio un favore al Covid curandolo? Un paradosso che andrebbe difeso con qualche dato concreto, non solo con due slogan in croce.

 

ristorante chiuso lockdown camilla

Il gastroenterologo per caso, semmai, dovrebbe guardare le evidenze raccolte dai medici di base piemontesi, che nell'Alessandrino hanno ridotto del 30% le ospedalizzazioni, in un distretto sanitario che ha un indice di vecchiaia - e quindi, una quantità di potenziali pazienti a rischio - molto superiore alla media italiana. Cartabellotta dovrebbe farsi una chiacchierata con il dottor Luigi Cavanna, che con i suoi protocolli di cura ha registrato meno del 5% di malati finiti in corsia. Dovrebbe confrontarsi con il professor Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, il quale oggi, alla Verità, riferisce che con i monoclonali conta di abbattere i ricoveri dell' 85%.

NINO CARTABELLOTTA DELLA FONDAZIONE GIMBE

 

Quali benedette evidenze ci sono del fatto che sia meglio tenere una nazione in lockdown perenne, raccontando a chi s' infetta che può solo ingoiare tachipirina e controllare il saturimetro? Ovvero, aspettare e pregare?

 

Gli studi scientifici, da Lancet all' Università di Edimburgo, chiariscono invece che il confinamento all' italiana è inutile e dannoso. A meno che l' intento del capo di Gimbe non sia un altro: dare addosso a Matteo Salvini. «Se dopo Pasqua si riaprisse tutto», minaccia infatti il dottore, «toneremmo alla casella di partenza». Questa, però, è politica. Mica «medicina basata sulle evidenze».

lockdown fine settimana 6

 

Peraltro, nessuno esige di riaprire tutto e fingere che il Covid non esista. Semplicemente, anziché accanirsi su attività che influiscono marginalmente sui contagi, si chiede, ove possibile, di organizzare riaperture ragionevoli. Visto che Cartabellotta rispolvera il ritornello dell'«estate fuori controllo» - e visto che sarà facilissimo servirsene per rinchiudere gli italiani anche a luglio - ci domandiamo, poi, quali evidenze dimostrino che le vacanze al mare abbiano innescato la seconda ondata.

 

nino cartabellotta

Il saggio di Luca Ricolfi, La notte delle ninfee, indica, al contrario, come i lievi aumenti dei casi ad agosto 2020 siano stati presto riassorbiti. La crescita esponenziale di ottobre va collegata principalmente alla riapertura degli uffici e delle scuole, con il congestionamento dei mezzi pubblici. Ecco: perché Cartabellotta non si domanda a che punto sia il governo, con la messa in sicurezza di aule e trasporti? Non saremo mica rimasti ai banchi a rotelle e ai finestrini aperti sugli scuolabus?

 

D' altra parte, lui, proprio sulla seconda ondata, aveva preso un buco clamoroso.

Il primo ottobre 2020, vaticinava: lo «tsunami» della prima fase «non dovremmo più riviverlo, perché la curva dei contagi è monitorata. È impossibile ipotizzare una seconda ondata come la prima». Toh: giusto in quella decade di ottobre, le infezioni avrebbero ripreso a cavalcare. Sempre Cartabellotta assicurava: «A Natale, 10.000 in ospedale, cifra gestibile».

 

lockdown fine settimana

Sappiamo com' è finita. Ma il medico delle evidenze, anziché ammettere di aver toppato, a novembre se la prendeva con chi non aveva previsto «l' arrivo di altri guai». Già: tipo lui stesso? A inizio dicembre, il nostro aruspice intravedeva il pericolo di una terza ondata a gennaio. Un mese dopo, spostava l' asticella un po' più in là: «Il rischio è che la terza ondata si innesti nella fase discendente della seconda». Un altro fiasco. Allora, Cartabellotta ci ha riprovato a inizio marzo: «L' incremento del 33% dei nuovi casi segna l' inizio della terza ondata». E, soprattutto, segna il terzo tentativo di sfornare una previsione corretta. Finalmente. Perché il gastroenterologo per caso, ogni tanto, ne azzecca una. Per caso.

Ultimi Dagoreport

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?