squalo castellaneta

SHARK ATTACK! - A LARGO DI TARANTO UN KAYAKISTA E' RIUSCITO A SALVARSI DALL'ASSALTO DI UN GIGANTESCO SQUALO TORO PRENDENDOLO A PAGAIATE: "LA BESTIA NON CI HA DATO TEMPO DI RIFLETTERE E CI HA ATTACCATO CON TUTTO IL SUO IMPETO E LA SUA FEROCIA, CERCANDO DI ADDENTARE LATERALMENTE LO SCAFO" - "L'HO CONTRASTO VIGOROSAMENTE CON LA MIA PAGAIA, HA TENTATO UN PAIO DI FARMI CADERE DAL MEZZO, MA..." - VIDEO

 

Nicolò Delvecchio per il corriere.it

 

Squalo toro a Castellaneta

Immaginate di trovarvi su un kayak, a meno di 100 metri dalla costa, mentre vi rilassate al sole tra una pagaiata e l’altra. E immaginate che a un certo punto, dal nulla, spunti un gigantesco squalo toro lungo tre metri e dal peso di 150 chili, che vi attacchi e tenti di farvi sbalzare dalla piccola imbarcazione. È ciò che è successo al farmacista di Gravina in Puglia Giuseppe Lorusso, kayakista amatore, che ha raccontato su Facebook la scioccante esperienza vissuta nelle acque tra Ginosa e Castellaneta Marina (Taranto). Un’esperienza che fortunatamente ora può raccontare. E non è la prima volta che gli squali si affacciano da quelle parti: a giugno scorso una verdesca si avventurò fino alla riva, nei pressi dei bagnanti, prima di tornare a largo.

 

Squalo toro a Castellaneta 2

«Domenica mattina (1 maggio, ndr) mentre con il mio compagno di Kayak Dino eravamo in mare e da Ginosa Marina ci stavamo dirigendo verso Castellaneta Marina, è successo quello che nessun amante degli sport di mare vorrebbe che gli succedesse: l’incubo peggiore. Arrivati ai primi lidi di Castellaneta Marina a circa 70 metri dalla costa (4 metri di profondità) a circa 10 metri di fronte a noi abbiamo intravisto una grossa sagoma immobile che galleggiava», racconta.

 

«Andavamo a velocità moderata con il mezzo e mentre ci avvicinavamo sempre più, ci siamo accorti che era un grosso squalo. La bestia non ci ha dato il tempo di riflettere e ci ha attaccato con tutto il suo impeto e la sua ferocia, cercando di addentare lateralmente sulla sinistra lo scafo del mio kayak (ci sono ancora i graffi dei suoi denti sulla fiancata del mio mezzo). In quel frangente il mio amico terrorizzato da dietro ha visto tutta la scena».

 

Squalo toro a Castellaneta 3

Una scena da film horror, che però Lorusso ha saputo gestire con freddezza: «Ho contrastato vigorosamente con la mia pagaia l’attacco dello squalo che ha tentato un paio di volte di farmi cadere dal mezzo, prima lateralmente e poi passando di sotto e scuotendo il kayak. Una bestia incazzata di oltre 3 metri e 150 kg di peso. Il mostro marino, dopo aver preso diverse pagaiate in testa dal sottoscritto ha desistito e dapprima ha girato intorno e poi si è inabissato. Lo squalo in questione è senza ombra di dubbio uno squalo toro, tra gli squali italiani più grossi e più aggressivi. È uno squalo che solitamente non attacca l’uomo ma se provocato ed affamato non disdegna affatto».

 

«Continuerò a fare kayak»

Giuseppe Lorusso

«Mi considero un ospite in mare e non farei mai del male agli squali che sono all’apice della catena alimentare, quindi come tali fondamentali per la salute dei mari», conclude Lorusso. «Il mio non vuole tantomeno essere un post sensazionalistico, tutt’altro. È un invito alla prudenza e soprattutto a non sottovalutare mai gli ecosistemi complessi. Il mare è come una foresta con le sue bellezze e i suoi feroci predatori, prima di entrarvi bisogna essere consapevoli che possa accedere l’imponderabile. Sono rimasto in stato di shock per due giorni e tutt’ora ho ancora gli incubi. Dell’attacco con lo squalo mi porterò sempre con me la mia irrefrenabile voglia di vivere, la mia lucidità nel combatterlo e soprattutto gli occhi di quel feroce predatore che prima di lasciarmi inabissandosi nel blu mi ha guardato. Ci siamo guardati come due lottatori entrambi illesi e questo è tutto».

 

La chiosa non è scontata: «Qualche amico a cui ho raccontato il fatto mi ha chiesto se avessi intenzione di continuare a fare kayak. Gli ho risposto di sì».

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