
MAL DI FRANCIA – GLI SCONTRI A PARIGI DOPO LA FINALE DI CHAMPIONS SONO L’ENNESIMO RISULTATO DELL’INTEGRAZIONE FALLITA NEL PAESE DI MACRON – IL MINISTRO DELL’INTERNO, BRUNO RETAILLEAU, ACCUSA I “BARBARI” VENUTI DALLE BANLIEUE PER I DISORDINI DOPO LA VITTORIA DEL PSG: “È COLPA DELLA SOCIETÀ CHE HA DECOSTRUITO I NOSTRI PUNTI DI RIFERIMENTO COMUNI, OVVERO L’AUTORITÀ, IL RISPETTO E LA GERARCHIA” – TUTTA BENZINA SUL FUOCO DELLA DESTRA LEPENISTA, CHE HA GIOCO FACILISSIMO NELL'EVIDENZIARE IL FALLIMENTO DEL “MODELLO” FRANCESE… - VIDEO
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Estratto dell’articolo di S.Mon. per il "Corriere della Sera"
Chi sono quelli che per festeggiare la vittoria del Psg hanno spaccato le vetrine e attaccato i poliziotti? […] E chi sono quelli che la sera di Capodanno, ogni anno, danno fuoco alle auto? 984 vetture bruciate la notte del 1° gennaio 2025 (erano state 745 nel 2024), in tutta la Francia, con una tradizionale predominanza nella regione di Strasburgo.
[…] Forse erano gli stessi, o almeno ubbidivano agli stessi meccanismi, quelli che alla fine di ogni raduno pubblico si abbandonano al vandalismo e si scontrano con i poliziotti, che si tratti di un concerto in uno stadio, del corteo del primo maggio, della protesta contro la riforma delle pensioni o contro l’uccisione di un ragazzo di 17 anni da parte di un poliziotto, come accadde con l’ultima rivolta urbana francese nell’estate del 2023.
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La morte di Nahel Merzouk, il 27 giugno 2023 a Nanterre, provocò devastazioni e disordini con tremila e 300 arresti e più di 800 feriti tra le forze dell’ordine. Ma se l’esplosione di violenza dei primi giorni appariva connessa a una ragione precisa, dopo qualche giorno le cose diventarono più complicate perché il nichilismo dominava su tutto: palestre, mediateche, centri sportivi costruiti nelle famose banlieue spendendo centinaia di milioni di denaro pubblico, vandalizzati e dati alle fiamme dalle stesse persone che avrebbero dovuti usarli, o portarci i loro figli, e che spesso non sapevano neanche, o lo sapevano solo molto vagamente, quello che era accaduto a Nanterre.
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All’epoca, come ogni volta, molti accusarono «les racailles» delle banlieue, la «gentaglia» che è un modo per indicare i ragazzi nati in Francia ma da famiglie originarie del Maghreb o dell’Africa nera. L’allora ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, denunciò i pregiudizi e le discriminazioni identitarie dicendo che «tra gli arrestati ci sono anche tanti Kevin e Mattéo», insomma i ragazzi bianchi.
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Ma ogni volta che la violenza arriva, in modo più o meno incomprensibile, la frattura tra le comunità ritorna inesorabile. E il ministro dell’Interno di oggi, il muscolare Bruno Retailleau […] la indica chiaramente quando parla di «barbari che sono venuti nelle strade di Parigi per commettere delitti e provocare le forze dell’ordine». Barbari perché selvaggi, ma barbari anche come stranieri, estranei al tessuto sociale dei parigini e dei francesi.
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Il giorno in cui ha giurato come ministro dell’Interno, Retailleau ha annunciato di avere tre priorità: «Ristabilire l’ordine, ristabilire l’ordine, ristabilire l’ordine». Non sembra esserci riuscito, almeno non del tutto, ma la sua proposta politica ne esce rafforzata: «Questa fabbrica dei barbari è colpa della società che ha decostruito i nostri punti di riferimento comuni, ovvero l’autorità, il rispetto e la gerarchia». […]
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