MATTARELLA GIU’ DALLA SCALA – PER IL TERZO ANNO DI FILA IL CAPO DI STATO NON SARÀ ALLA PRIMA DEL TEATRO MILANESE, COSÌ COME DARÀ FORFAIT GIORGIA MELONI – QUEST’ANNO LA STAGIONE DEL PIERMARINI SI APRE CON LA “LADY MACBETH” DI SHOSTAKOVIC, DIRETTA DA RICCARDO CHAILLY – “LA VERITA’” DI BELPIETRO, DOPO L’ARTICOLO SUL PRESUNTO COMPLOTTO ALL’AMATRICIANA DEL COLLE PER FERMARE LA DUCETTA, TORNA A CRITICARE IL QUIRINALE E METTE IN RELAZIONE L’ASSENZA DI MATTARELLA CON IL FATTO CHE ANDRA’ IN SCENA UN’OPERA RUSSA E CHE IL REGISTA, IL MOSCOVITA VASILY BARKHATOV, AMBIENTERA’ LA SCENA IN UNA CITTA’ RUSSA ANNI ’50 - IL SOVRINTENDENTE ORTOMBINA: “NON SI PUÒ CANCELLARE LA MUSICA RUSSA PERCHÉ ABBIAMO UN PROBLEMA CON MOSCA...”
UNA LADY MACBETH SECONDO SOSTAKOVIC
Estratto dell’articolo di Alberto Mattioli per “La Stampa”
sergio mattarella e la figlia alla scala
Si è aperto ufficialmente il calendario dell'Avvento operistico con la messa cantata di presentazione della Prima della Scala, affollata quasi quanto il foyer del 7 dicembre («la tonnara»). Com'è noto, quest'anno tocca a Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Sostakovic, nel 50° anniversario della morte dell'autore.
Tutti preoccupatissimi perché si tratta di un titolo del 900 [...] perché è in russo, per la musica supposta «difficile» e chissà Milly Carlucci alle prese con i nomi slavi, alla diretta su Rai1. In realtà si tratta di un capolavorissimo riconosciuto, «non una delle opere più importanti del 900, ma di sempre» (cit. il sovrintendente Fortunato Ortombina) regolarmente in cartellone in tutto il mondo civilizzato, Scala compresa, dove è già apparsa nel '64 [...] poi nel '92 e nel 2007 in quella originale.
Stavolta dirigerà Riccardo Chailly, al dodicesimo Sant'Ambroeus, ultimo da direttore musicale. Spettacolo di Vasily Barkhatov, regista di rito «moderno» quindi pericoloso ma con cui Chailly pare andare stranamente d'accordo, protagonista l'americana Sara Jakubiak […]
Si prospetta, in realtà, una Prima tranquilla. Non è un'opera italiana quindi eventualmente fischiabile, e anche sul fronte politico, senza Mattarella né Meloni, non sono preventivabili sfracelli. Nel frattempo, viene ripetuto l'ovvio ai popoli. Come si fa sempre, si esegue la versione originale, ben più hard sia come musica che come temi, con la celebre descrizione orchestrale del sesso che tanto scandalizzò Stalin e i suoi;
e l'azione viene spostata dall'800 all'epoca sovietica, anche se non in provincia ma nella metropoli, mentre lo scenografo Zinovy Margolin accenna anche a un misterioso ristorante che nel libretto non c'è. Vedremo. «Prima diffusa» in tutta Milano e cena griffata Davide Oldani per gli happy few. […]
PRIMA DELLA SCALA CON UN’OPERA RUSSA E MATTARELLA DISERTA ANCORA
Estratto dell’articolo di Carlo Melato per “La Verità”
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[...] Sta per entrare in scena infatti Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk- capolavoro di Dmitri Shostakovic - rossa come il sangue e nera come l’abisso che si spalanca quando muore ogni speranza, con una spruzzatina di humor grottesco. Il sovrintendente e direttore artistico, Fortunato Ortombina, ne è certo: «Non è l’opera più rilevante del Novecento: è la più importante di sempre».
La buona creanza imporrebbe di non parlare degli assenti, ma il 7 dicembre fa eccezione e da qui bisogna iniziare: vale la legge di Nanni Moretti. Non parliamo della cronaca locale, dato che il sindaco Beppe Sala ha bigiato la conferenza stampa di ieri, ma della sedia vuota di Sergio Mattarella, annunciata dal Quirinale, che per forza di cose si nota più di tutte quelle che verranno piano piano occupate sul Palco reale. Un gesto alla Charles de Gaulle che si ripete addirittura per la terza volta.
RICCARDO CHAILLY E L 'ORCHESTRA DELLA SCALA
Difficile immaginare che il Colle spedisca a Milano il consigliere Garofani, dopo lo scompiglio che ha creato, anche perché quel giorno la Roma capolista è attesa dalla trasferta di Cagliari.
[...] a tenere il capo dello Stato a distanza di sicurezza dal teatro meneghino (e dalle probabilissime polemiche) potrebbe essere stato il nervo scoperto - in questi tristi tempi di guerra - della Russia. Tanto più che il regista moscovita, Vasily Barkhatov, ha annunciato che l’azione non si svolgerà in uno sperduto villaggio del 1860 (in linea d’aria Mcensk è a metà strada tra Kiev e Mosca), ma in una Capitale russa anni Cinquanta (a Stalin vivo o morto poi lo capiremo): «Voglio eliminare la polvere ed evitare i cliché».
Il Piermarini, dal canto suo, tiene la barra dritta con la sana e netta distinzione tra la cultura di un Paese e l’attualità geopolitica e militare, condannando l’invasione dell’Ucraina senza per questo rinunciare a Modest Musorgskij, Sergei Prokofiev e Dmitri Shostakovic.
Lo dimostra la coerenza del percorso portato avanti dal direttore musicale, Riccardo Chailly, alla sua dodicesima e ultima inaugurazione: La fiera di Sorocincy di Musorgskij (1991), L’angelo di fuoco di Prokofiev (1994), Boris Godunov (2022) dello stesso Musorgskij (l’ultima Prima applaudita da Mattarella, ma era russa pure quella...) e fra poco la tragedia satirica di Shostakovic in quattro atti e nove quadri (ispirata dall’omonima novella di Nikolaj Leskov), verso la quale il direttore d’orchestra ha confessato di aver dovuto vincere una certa soggezione.
«Scegliere di aprire con questo titolo non è una questione di coraggio», ha spiegato il Maestro Chailly, «ma un atto dovuto a un gigante del Novecento e a un’opera che ha sofferto per troppi anni». [...]
PRIMA DELLA SCALA 2022 - STANDING OVATION PER SERGIO MATTARELLA
riccardo chailly
FRANCESCO SAVERIO GAROFANI
Vasily Barkhatov
sergio mattarella arriva alla scala



