
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE SI È..IMBAMBOLATA – MATTEL HA STRETTO UN ACCORDO CON OPENAI PER CREARE UNA BARBIE CON L’IA INTEGRATA – IL GIOCATTOLO SARÀ IN GRADO DI PARLARE CON I BAMBINI E RISPONDERE ALLE LORO DOMANDE, MA GLI PSICOLOGI LANCIANO L’ALLARME: “NELL’ETÀ EVOLUTIVA BISOGNA ALLENARE IL CERVELLO E LA BAMBOLA È LO SPARRING PARTNER IN CUI IDENTIFICARSI, PROIETTARE ASPIRAZIONI, RIVIVERE SITUAZIONI. IL LAVORO MENTALE DEVE FARLO L’ESSERE UMANO, DELEGARE TUTTO A UN ROBOT È RISCHIOSO…”
Estratto dell’articolo di Viviana Ponchia per www.quotidiano.net
Modella, infermiera, hostess, ambasciatrice Unicef, candidata alla Casa Bianca. Barbie, nel suo piccolo, ha insegnato alle bambine che si può sognare di diventare chiunque. Dal prossimo Natale lo spiegherà meglio. Perché aprirà bocca e […] si trasformerà in amica, confidente, consulente psicologica, insegnante di supporto. […]
L’ultima versione è pronta a sbarcare sul mercato europeo a fine anno con un prezzo che oscilla fra i 70 e 120 euro. Per ora possiamo chiamarla così: Barbie Impossessata dall’intelligenza artificiale. […] L’accordo tra Mattel e Chat Gpt apre le porte a un business miliardario le cui ricadute pedagogiche sono tutte da scoprire. Potenziata dall’AI, questa eterna trentenne sarà in grado di ascoltare, rispondere, adattarsi e ricordare. E sarà la madre di una nuova generazione di giocattoli intelligenti capaci di interagire in tempo reale con i bambini. […]
Mattel in realtà ci aveva già provato dieci anni fa con Hello Barbie: parlottava, era dotata di riconoscimento vocale e connessione a internet. Il progetto fu archiviato tra le polemiche legate alla raccolta dei dati vocali dei bambini. Qui siamo oltre. L’azienda assicura che rispetterà le norme vigenti (?) non entra nei risvolti etici, non anticipa quale impatto potrà avere una bambola del genere sulla sfera cognitiva e relazionale dei più piccoli.
Ma qualche dubbio è lecito: in che rapporto sta con la privacy un balocco che registra tutto? Dove finiscono le conversazioni? Chi ha accesso ai dati? E soprattutto: possiamo ancora chiamarlo un gioco? La psicologa Anna Oliverio Ferraris (foto) parla di "intrusività eccessiva" e ricorda come erano fatti i pomeriggi passati a giocare con le bambole: "Parentesi di eternità e allenamento alla vita in cui era solo la bambina a raccontare storie, non viceversa".
[…] Avverte: "Nell’età evolutiva bisogna allenare il cervello e la bambola è lo sparring partner in cui identificarsi, proiettare aspirazioni, rivivere situazioni. Il lavoro mentale deve farlo l’essere umano, delegare tutto a un robot è rischioso. L’idea di una signorina di plastica che indirizza azioni ed emozioni mi fa paura".
È la storia della calcolatrice che inibisce la spinta all’addizione a mano libera, ma non solo. "Così i più piccoli si abituano a lasciarsi condurre – continua Oliverio Ferraris – Diventano passivi, incapaci di decidere, insicuri. E se la Barbie è davvero intelligente smettono di fare errori quando nella realtà sbagliare è normale e utile. Mi auguro che questa novità abbia una voce saccente e diventi subito antipatica". […]