la scuola deve fare educazione sessuale

“È FONDAMENTALE CHE CHI INSEGNA AI NOSTRI FIGLI INVECE DI PORTARE IN CLASSE LE IDEOLOGIE GENDER POSSA INSEGNARE IL RISPETTO, LA BUONA EDUCAZIONE, I DOVERI, LA COSTITUZIONE” – SALVINI SUL PASSO INDIETRO DELLA LEGA SULL’EDUCAZIONE SESSUALE (CADE IL DIVIETO DI INSEGNARE LA MATERIA ALLE MEDIE, MA SERVIRÀ IL CONSENSO DEI GENITORI SUI TEMI TRATTATI) – LA PROTESTA DELLE OPPOSIZIONI: “IN QUASI TUTTI GLI STATI EUROPEI L'EDUCAZIONE SESSUALE È OBBLIGATORIA, MENTRE IN ITALIA IL GOVERNO MELONI VUOLE LA SCUOLA DEI TABÙ”

 

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Flavia Amabile per “la Stampa”

 

educazione sessuale

Anche nelle scuole medie si potrà parlare di educazione alla sessualità. A patto che, come nelle superiori, i genitori firmino un consenso preventivo dopo essere stati informati sui temi da affrontare e il materiale didattico utilizzato.

 

È il passo indietro deciso ieri dalla Lega durante la discussione in aula del ddl sul consenso informato nelle scuole. Il partito guidato da Matteo Salvini ha presentato un emendamento all'articolo 1 del testo in cui la formulazione originaria «la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado» viene sostituita con quella in cui si legge «per la scuola dell'infanzia e la scuola primaria».

educazione sessuale

 

Una svolta che Rossano Sasso, deputato della Lega e relatore del ddl spiega sottolineando che «vietiamo le distorsioni ideologiche care alla sinistra: grazie a questa legge fortemente voluta dalla Lega, non potranno più entrare a scuola attivisti ideologizzati trans e Lgbt, drag queen, porno attori privi di competenze pedagogiche, per parlare a bambini e ragazzi di fluidità di genere, di utero in affitto e di confusione sessuale».

 

È la linea confermata da Matteo Salvini durante il comizio di ieri a Bari: «È fondamentale che chi insegna ai nostri figli invece di portare in classe le ideologie gender o schifezze di quel genere, possa insegnare il rispetto, la buona educazione, i doveri, la Costituzione».

 

educazione sessuale

E dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara: «L'educazione sessuale, come ho sempre detto, continua e continuerà a essere insegnata nelle nostre scuole a tutti i livelli. L'educazione all'affettività non è minimamente toccata da questo disegno di legge, anzi siamo stati noi i primi a introdurla». Il ministro ha sottolineato che il disegno di legge «mira a tutelare la correttezza della formazione nei confronti di qualsiasi strumentalizzazione» e «vuole anche evitare che i bambini siano inondati di teorie che getterebbero confusione in loro e che non saprebbero gestire».

 

EDUCAZIONE SESSUALE

Duro lo scontro in aula dopo il passo indietro della Lega. Secondo Irene Manzi, deputata Pd, «è evidente che Valditara e la Lega, di fronte alle critiche diffuse e all'imbarazzo crescente, abbiano dovuto cambiare posizione almeno rispetto a questo aspetto. Non basta un correttivo a cancellare l'errore di fondo: quello di pensare che la scuola debba tacere su tutto ciò che riguarda la crescita emotiva, relazionale e sessuale degli adolescenti».

 

Alessandro Zan, eurodeputato del Pd, ricorda che «in quasi tutti gli Stati europei l'educazione sessuale è obbligatoria, mentre in Italia il governo Meloni vuole la scuola dei tabù». Il passo indietro della Lega è «paura di un autogol politico», ha detto la deputata del M5s Daniela Morfino.

EDUCAZIONE SESSUALE 3

 

E ha assicurato: «La lotta continua per un'educazione sessuale inclusiva-strutturale e non bloccabile dai veti ideologici». Elisabetta Piccolotti, deputata di Avs: «State vietando una cosa che la Regione Veneto fa da anni seguendo le linee dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Progetti a macchia di leopardo che andrebbero incentivati e che invece vengono cancellati con un tratto di penna. Questo ddl esclude elementari, fascia d'età in cui ci sono bambini più bisognosi di proteggersi. Vorrei sapere che cosa ne pensa il ministro della Salute Schillaci».

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