
GIORGIA MELONI HA POCO DA ESULTARE: IN UN SOLO ANNO IL CETO MEDIO SI SENTE ANNIENTATO - SECONDO UN SONDAGGIO DEMOS, CIRCA IL 49% DEGLI ITALIANI RITIENE LA PROPRIA FAMIGLIA DI CLASSE MEDIO-BASSA - UNA MISURA CRESCIUTA DI QUASI 10 PUNTI NELL'ULTIMO ANNO (PER TROVARE UN DATO "PEGGIORE" SI DEVE ARRIVARE AL 2014) - NELLO STESSO TEMPO SI ASSISTE AL CROLLO DEL "CETO MEDIO", IN CUI SI COLLOCA IL 45% DEGLI ITALIANI (UN ANNO FA ERA IL 50%, NEL 2019 IL 52%) - UN PEGGIORAMENTO NETTO SE SI PENSA CHE SOLO VENTI ANNI FA RAGGIUNGEVA IL 60%...
Estratto dell’articolo di Ilvo Diamanti per “la Repubblica”
Nel nostro Paese è in corso un declino sociale significativo e rilevante. Nella percezione dei cittadini, il più pesante degli ultimi 10 anni. Oggi l'Italia non è più un "Paese di ceti medi", come appariva all'opinione pubblica fino a pochi anni fa. "O meglio", sta cambiando.
"In peggio". Infatti, secondo un sondaggio condotto di recente da Demos, circa metà degli italiani (il 49%, per la precisione) ritiene la propria famiglia di classe medio-bassa. Una misura cresciuta di quasi 10 punti nell'ultimo anno.
Per trovare un dato – di poco – superiore e, dunque, "peggiore", occorre risalire al 2014. Nello stesso tempo si assiste alla caduta del "ceto medio", in cui si colloca il 45% degli italiani. Ma un anno fa era il 50%, nel 2019 il 52%.
Mentre nel 2006, vent'anni fa, raggiungeva il 60%. Era "il tempo del ceto medio". Il marchio di un Paese che aveva costruito una società "mediamente" radicata nel presente. Capace di guardare avanti. Di pensare – e, dunque, progettare – il futuro.
La questione è importante. Delineata, in passato, da un economista come Paolo Sylos Labini. E ripresa, in seguito, da altri autori.
Questa percezione, nel sondaggio di Demos, coinvolge soprattutto le categorie più deboli. I disoccupati, gli operai e chi svolge lavori casalinghi. Dunque, le donne più degli uomini. Inoltre, le persone con basso livello di istruzione.
Mentre le categorie professionali che si sentono meno di posizione socio-economica bassa o medio-bassa sono, comprensibilmente, i tecnici, i pensionati, i lavoratori autonomi. Dunque, gli imprenditori. E gli studenti. Anche per questa ragione emerge – e colpisce – il sentimento pessimista dei più giovani, fra 18 e 30 anni: 53%. In altri termini, il sentimento dei giovani diventa più opaco quando si esce dall'età e dall'esperienza scolastica.
[…] L'indice di delusione giovanile è superato solo dalle persone di "mezza" età. […]
È, invece, interessante osservare la posizione sociale percepita dai cittadini in base alla loro posizione politica. L'immagine più pessimista emerge fra coloro che "non si collocano". E che, per questo, "si chiamano fuori" da ogni schieramento.
[…] l'ampiezza del ceto medio e alto appare maggiore fra coloro che si collocano a Destra e a Centro-Destra. Ma la distanza rispetto a coloro che si definiscono di Sinistra e di Centro-Sinistra non appare eccessiva.
Si tratta di un segnale interessante, che sottolinea come il rapporto fra posizione sociale e politica, nel corso del tempo, sia cambiato in modo significativo. Perché in passato la politica e i partiti costituivano un canale di "rappresentanza" importante, prioritario, per gli interessi dei cittadini. Su base sociale. E territoriale. Ma oggi molto è cambiato.
crisi del ceto medio
crisi del ceto medio
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