stefano bezzeccheri giuseppe montella carabinieri piacenza

ARMA DEL DELITTO - IL RACCONTO DI GIANMARCO DISINGRINI, VITTIMA DEL “METODO MONTELLA”: "NEL 2011 MI FERMA PER UN ALCOOL TEST, MI PORTA IN CASERMA E MI SOTTOPONE AL PALLONCINO PRENDENDOMI A SBERLE E MINACCIANDOMI” - UNA VOLTA RIENTRA UBRIACO DALLA DISCOTECA: “ERANO LE 5 E HO PRESO UN SENSO VIETATO SOTTO GLI OCCHI DEI CARABINIERI, CHE MI BLOCCANO. SCHIAFFI, PUGNI E CALCI FINO A FARMI CADERE. SI FERMANO SOLO QUANDO…” - L’EX COMANDANTE BEZZECCHERI DICE DI NON AVER MAI SAPUTO NIENTE. MA ERA LUI CHE SPRONAVA “PEPPE” A FARE PIÙ ARRESTI…

1 – PIACENZA, L'INCHIESTA SI ALLARGA «ALTRI CARABINIERI SAPEVANO»

Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”

CARABINIERI PIACENZA

 

Carabinieri che a vari livelli sapevano, ma non hanno denunciato nulla né ai loro superiori né tantomeno alla magistratura, come sarebbe stato loro dovere fare. Gli interrogatori dei principali indagati nell'inchiesta sulla caserma Levante allargano lo scenario delle indagini fino ad ora delineato dalla Procura di Piacenza che presto potrebbe estendersi ad altri militari che hanno assistito o sono venuti a conoscenza dei traffici e delle illegalità diffuse che ruotavano intorno all'appuntato Giuseppe Montella.

 

stefano bezzeccheri

«Nessuno mi ha fatto mai una segnalazione, ma non posso pensare che nessuno si sia reso conto di quello che succedeva nella caserma», dichiara il maggiore Stefano Bezzeccheri, che ha comandato la compagnia di Piacenza fino a mercoledì scorso, al gip Luca Milani che gli ha notificato il provvedimento di obbligo di dimora, mentre altri sette carabinieri venivano arrestati con ipotesi di reato gravissime che vanno dalla tortura al sequestro di persona, dall'arresto illegale allo spaccio di droga.

 

I CARABINIERI DI PIACENZA E LE BOTTE A UN PUSHER

Per quattro ore l'ufficiale risponde alle domande anche del pm Matteo Centini, titolare dell'inchiesta con il collega Antonio Colonna, ma esclude di aver avallato la mancata segnalazione al Prefetto di uno spacciatore, vicenda che gli è costata l'accusa di abuso d'ufficio.

 

Nell'interrogatorio di garanzia, Bezzeccheri (difeso dall'avvocato Wally Salvagnini) ammette di non aver ostacolato l'abitudine di Montella di arrestare più persone possibili (anche illegalmente secondo l'accusa) in modo da aumentare i numeri a fine anno.

 

Dice anche di non aver mai saputo che Montella e gli altri spesso pestavano gli arrestati, quasi sempre immigrati accusati di spaccio che venivano «convinti» a diventare informatori e ricompensati con la droga sequestrata. Nella caserma Levante, ma anche nella compagnia, negli anni sono transitati parecchi carabinieri, graduati e ufficiali.

GIUSEPPE MONTELLA

 

È a chi è stato zitto che puntano gli sviluppi dell'inchiesta della Procura diretta da Grazia Pradella. Alcuni indagati, infatti, lavorano a Piacenza da una decina di anni, come Montella e Marco Orlando, che ha comandato la Levate prima di finire ai domiciliari. Da prima, cioè, dei reati del capo di imputazione che partano solo dal 2017.

 

Ieri è stato anche il giorno dell'insediamento a Piacenza della nuova linea di comando nei carabinieri. «Il mio obiettivo personale, è di guadagnare la fiducia giorno per giorno», dice il colonnello Paolo Abrate, il nuovo comandante provinciale. Il quale subito mete in chiaro: «Non sono uno che guarda alla statistica».

 

carabinieri piacenza e pusher

2 – LA TRANS ACCUSA I CARABINIERI DI PIACENZA "IN CASERMA VOLEVANO SESSO NON PROTETTO"

Michele Sasso per “la Stampa”

 

«Più arresti» ordinava l' ufficiale dei carabinieri Stefano Bezzecheri all' appuntato della "Levante", e Peppe Montella eseguiva, sì, ma con i suoi metodi. Ha avuto modo di spiegare ieri, nel lungo interrogatorio davanti al gip, perché l' ex comandante della compagnia di Piacenza aveva un «particolare rapporto di confidenza» con il presunto capo dei carabinieri infedeli.

 

ENCOMIO SOLENNE AI CARABINIERI DI PIACENZA

Per il gip Luca Milani nello stesso momento si sono trovati fianco a fianco in una realtà di provincia come Piacenza «un militare incline a sfruttare il proprio ruolo per accrescere i profitti delle attività illecite e un comandante che non solo non operava alcuna attività di vigilanza, ma anzi finiva per assecondarli spronando l' appuntato a rivolgere il suo servizio verso il massimo risultato».

 

stefano bezzeccheri 1

Ora al suo posto è arrivato il colonnello Paolo Abrate con il difficile compito di riconquistare i cittadini dopo questo pasticciaccio brutto: «Il mio obiettivo personale, come ho fatto in tutti i luoghi in cui sono andato, è quello di guadagnare la fiducia, che si guadagna giorno per giorno», dice il nuovo comandante. Quanto è accaduto alla "Levante", aggiunge, è «una cosa che ci ha colpito nel nostro cuore, nella nostra intimità».

 

giuseppe montella

Tornando all' inchiesta, rimangono le intercettazioni in cui Bezzecheri "spinge" ad eseguire arresti ad ogni costo. Un esempio del "metodo Montella " per far salire la statistica dei fermi è raccontato da Gianmario Disingrini, 37 anni e un osservatorio speciale: abita a 100 metri dalla Caserma di via Caccialupo. Nove anni fa l' appuntato l' ha fermato per due volte e per due volte è stato preso a botte.

 

«In città ci conosciamo tutti e Montella in quel periodo mi prese di mira: nel 2011 mi ferma per un alcool test, mi porta in caserma e mi sottopone al palloncino prendendomi a sberle e minacciandomi. Per fortuna il tasso alcolemico è appena superiore a 0,5 grammi per litro e me la cavo con la faccia gonfia e la patente sospesa per 2 mesi». Disingrini non è un pusher, non ha precedenti per droga e non frequenta cattive compagnie.

 

MARESCIALLO MARCO ORLANDO

All' epoca aveva 28 anni, un lavoro da autista e pochi grilli per la testa. Una domenica mattina rientra ubriaco dopo la discoteca e rincontra il suo aguzzino. «Erano le 5 e mentre guidavo ho preso un senso vietato a pochi metri da casa ma sotto gli occhi dei carabinieri che vista la scena mi bloccano, mi mettono le manette e portano nella caserma Levante.

 

Dentro Montella e un suo collega si accaniscono su di me: schiaffi, pugni e calci fino a farmi cadere per terra. Si fermano solo quando arriva mia madre attirata dalle urla selvagge che si sentivano fino al nostro appartamento. E' stata lei a salvarmi da quel pestaggio: ha trovato la porta aperta, mi ha visto e si è buttata su di me per proteggermi da quei colpi».

i carabinieri di piacenza

 

Dopo il danno pure la beffa: processo per direttissima, 18 mesi senza patente e 2.500 euro ai due militari che in ospedale hanno pure avuto 30 giorni di prognosi. «Da allora ogni volta che incontravo Montella, mi rideva in faccia». Nuove rivelazioni anche dalla trans che partecipava ai festini in caserma: «Volevano fare sesso non protetto e aggressivo, ma io sono sieropositiva e ho sempre usato il profilattico».

la ducati di giuseppe montella le auto e le moto di proprieta' del carabiniere giuseppe montella carabinieri piacenzastefano bezzeccheri in tribunale giuseppe montella Giuseppe Montella con la fidanzata Mery Cattaneogiuseppe montella stefano bezzeccheri 2giuseppe montella con la fidanzataI CARABINIERI DI PIACENZA E LA FOTO CON UNO SPACCIATOREpiacenza carabinieripiacenza carabinieripiacenza carabinieriI CARABINIERI DI PIACENZA E GLI ORDINI PER LA DROGApiacenza carabinierigiuseppe montella

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...