tinto brass

SALUTAME IL #METOO – "L’INTIMACY COORDINATOR", LA FIGURA CHE SUI SET DOVREBBE SALVAGUARDARE GLI ATTORI NELLE SCENE DI SESSO E NUDO, PER GLI ADDETTI AI LAVORI ITALIANI E' INUTILE – MICHELE PLACIDO: “GLI AMERICANI SI FACCIANO I LORO FILM SURGELATI...” – CLAUDIA GERINI: “HO FATTO TANTE SCENE DI NUDO E NON HO MAI AVUTO PROBLEMI...” – RICKY TOGNAZZI RICORDA: “TINTO BRASS DESCRIVEVA FINO AL PIÙ PICCOLO DETTAGLIO NELLA SCENEGGIATURA, COME LA PIPÌ DELLA SANDRELLI NELLA CALLE…” (FOTO PICCANTINE)

Federico Pontiggia per il “Fatto quotidiano”

 

scene di sesso nei film 27

"Da regista, non lo permetterei mai". A rispedire Oltreoceano l' intimacy coordinator è Michele Placido : "Nel film che mi accingo a girare su Caravaggio, ci starebbe come un ascensore: io devo attenermi alla verità di Michelangelo Merisi. Le modelle che impiegava erano tutte prostitute minorenni, poveracce, diseredate, grazie a Dio siamo registi italiani: gli americani si facciano i loro film surgelati e si tengano il garante del sesso, noi ci teniamo il Rinascimento".

MICHELE PLACIDO ASIA ARGENTO

 

Dell' intimacy coordinator, figura nata in epoca #MeToo sui set statunitensi per salvaguardare e disciplinare gli interpreti nelle scene di nudo e sesso, Placido non si capacita: "Il maestro Orazio Costa ci faceva spogliare, ma difficile era mettere a nudo l' anima, non il corpo". Il regista e attore rispolvera Leonardo da Vinci: "Diceva, 'io non sono un uomo né una donna, io sono un artista, e non ho il problema della carnalità, ma di essere al servizio dell' arte'" e traduce sul set: "Un conto è l' ispettore di produzione, che tutela i minori e l' incolumità fisica; un altro sono le possibilità del corpo, le ragazze devono essere al servizio della produzione e della regia".

 

scene di sesso nei film 24

Ne va della stessa espressione artistica: "Nel mio primo film, Il caso Pisciotta per la regia di Eriprando Visconti, finivo sodomizzato: la messa in scena è sovente oscena. Anche nei dipinti commissionati dalla Chiesa nel Rinascimento, non dimentichiamolo". Tornando a Caravaggio, "non potrei oggi filmare un quattordicenne nudo come quello ritratto in Amor vincit omnia, ma il quadro scandaloso custodito a Berlino posso riprenderlo, così magari in America non mi fanno uscire il film".

MIMMO CALOPRESTI

 

Più morbido Mimmo Calopresti , che pure non dissimula la sorpresa: "Un garante per le scene di sesso? Incredibile! Una garanzia sui diritti, sull' etica bisogna imporla sul set, ma chi lo decide, gli attori, la produzione, chi?". Di fronte all' ipotesi di importazione, eccepisce: "Basterebbe un po' più di buon senso, buon vivere e onestà intellettuale, e affrontare le situazioni con serenità".

 

scene di sesso nei film 22

Ma è vero che "dall' altra parte dell' oceano tutto è regolato da contratti, sicché se c' è qualcuno che garantisce il più debole io ci sto". Alle nostre latitudini, dove "il rapporto tra regista e interprete è sovente personale e intimo", servirebbe piuttosto "qualcuno che crei una distanza: ci sono momenti troppo forti, di tensione e violenza, e raffreddare aiuterebbe. I registi odiano i coach degli attori, invece, io li ritengo importanti: creano un utile diaframma. Perché nelle scene più intense non vuoi sentire ragioni, tantomeno obiezioni, dagli attori: 'Ma perché - ti chiedi - questo mi rompe i coglioni?'".

claudia gerini e federica angeli foto di bacco (2)

 

"Ho fatto tante scene di nudo, e non ho mai avuto problemi: ho sempre trovato la giusta misura con gli autori", dichiara Claudia Gerini , nelle sale con A mano disarmata di Claudio Bonivento. "In Italia se non te la senti, non ti possono imporre nulla, devono chiederti l' autorizzazione anche per eventuali take con la controfigura: si è abbastanza tutelati, per così dire, sulla parola".

 

scene di sesso nei film 21

Al contrario, negli Stati Uniti "tutto è gerarchico e normato: ci sono attrici che addirittura mettono sul contratto il divieto di guardarle negli occhi, per paura di persecuzioni dei fan, provocazioni sessuali e sguardi penetranti. Esasperano ogni cosa, ancor più col #MeToo: in un sistema industriale è comprensibile mettere dei paletti, ma finché non si lede l' interprete non è un peccato chiudere i centimetri di pelle scoperta dentro quattro regole?".

ricky tognazzi

 

Per la Gerini "buon senso e sensibilità posson bastare: capisco che perdere una giornata per il diniego di un' attrice possa costare 300 mila dollari, ma serve un garante del sesso? A me creerebbe solo intralcio, di più, fastidio. Il nudo è di per sé complesso, ci sono attori che hanno un brutto rapporto col proprio corpo, qui da noi l' intimacy coordinator garantirebbe solo ulteriori imbarazzi".

 

scene di sesso nei film 20

"Le scene di sesso sono problematiche sia per chi dirige sia per chi deve farle. Negli Usa sono maniacali, anche nella divisione dei ruoli, al contrario, noi ci fondiamo sulla commedia dell' arte, sull' improvvisazione", precisa Ricky Tognazzi . Della sua esperienza da aiuto di Tinto Brass per La chiave, ricorda: "Descriveva fino al più piccolo dettaglio nella sceneggiatura, dalla cimice all' occhiello alla pipì della Sandrelli nella calle: Stefania aveva qualche dubbio, ma - le spiegai - 'se ha scritto così vuole così', e infatti".

claudia koll tinto brass

 

Pur avendo girato una "una scena molto erotica con Zingaretti e la Ferilli in Vite strozzate", il regista non si fa illusioni: "Brass, Salvatore Samperi, Helmut Newton, i pochi maestri dell' erotismo ne hanno fatto un genere, perché il sesso al cinema è complicatissimo. Non ha nulla di sensuale, sei in mezzo a cinquanta persone, devi simulare ancor di più, e il garante del sesso a che pro?".

 

scene di sesso nei film 2

Eppure, a qualcuno sarebbe servito: "Alle attrici che hanno lavorato con mio padre Ugo: era un seduttore naturale, anche quando non ci provava. Trovava sempre il modo di rapportarsi in termini amicali, perfino sensuali. Del resto, erano altri tempi: rispetto alla libertà degli anni 60 e 70 oggi siamo tornati indietro, eccome".

Mimmo Calopresti Mimmo Calopresti con la moglie claudia gerini foto di bacco (1)claudia gerini 1carlo verdone e claudia geriniclaudia geriniclaudia geriniclaudia gerinicaterina varzi tinto brasscarlo verdone e claudia gerinicaterina varzi tinto brassclaudia gerini fabio borgheseCLAUDIA GERINI - CARLO VERDONE - VITTORIO CECCHI GORIMICHELE PLACIDO LA PIOVRA

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....