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MICHELLE COMI HA SBANDIERATO AI QUATTRO VENTI DI VOLER "TORNARE VERGINE" CON LA CHIRURGIA. MA DI VERGINE HA SOLO L'ASCENDENTE (E FORSE NEANCHE QUELLO) - IL CHIRURGO PLASTICO PAOLO MEZZANA SPIEGA CHE L'INTERVENTO A CUI SI È SOTTOPOSTA LA STELLINA DI ONLYFANS NON E' UNA "VAGINOPLASTICA", COME ERRONEAMENTE SEGNALATO DAI MEDIA, MA UNA "VULVOPLASTICA" - LA DIFFERENZA CONSISTE NEL FATTO CHE LA PRIMA RIDUCE CHIRURGICAMENTE IL CANALE VAGINALE, LA SECONDA "CORREGGE" LE PICCOLE O GRANDI LABBRA PER MOTIVI ESTETICI (LA SEXY INFLUENCER HA RICEVUTO QUEST'ULTIMO INTERVENTO) - PER "TORNARE VERGINE" OCCORRE L'IMENOPLASTICA (MA PERCHE' FARE UN INTERVENTO SIMILE?) - IL SERVIZIO DELLE "IENE" SULL'OPERAZIONE DI MICHELLE COMI...

VIDEO COMPLETO - https://www.iene.mediaset.it/video/ruggeri-la-nuova-vagina-di-michelle-comi_1377017.shtml

 

Alessandra Paudice per www.vanityfair.it

 

servizio delle iene sulla nuova vagina di michelle comi 23

Sembra che uno dei più grandi rimpianti di Michelle Comi sia stato che la sua prima volta «è successo tutto con troppa superficialità», è per questo che la content creator, che ha raggiunto la notorietà dopo aver aperto un profilo su OnlyFans, ha deciso di sottoporsi a un intervento di vaginoplastica. E sui social fa sapere che l'operazione è andata bene, ora ha una vagina come nuova.

 

Abbiamo sentito un chirurgo plastico, Paolo Mezzana, specializzato in chirurgia dei genitali esterni, e autore del libro «I dialoghi della vagina» con prefazione di Barbara Alberti, nel quale spiega la chirurgia intima attraverso storie di donne, per capire meglio di cosa si tratta.

 

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«La vaginoplastica è un intervento che genericamente indica una riduzione chirurgica del canale vaginale, quando è più lasso o più largo. In questi casi può essere stretto per dare più continenza. Si esegue un'esportazione di muscoli nel canale vaginale e si rimettono vicini i ventri muscolari.

 

Diversa è l'imenoplastica, il classico ripristino della verginità, in questo caso l'imene si ricostruisce in modo da avere una strettoia, utilizzando brandelli di tessuti che rimangono dopo la prima deflorazione, questi si ricuciono e si rimette insieme l'imene, che già naturalmente ha un piccolo foro per permettere il passaggio del flusso mestruale», spiega il chirurgo.

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«Questi due interventi si distinguono dalle vulvoplastiche, ovvero la riduzione delle piccole o grandi labbra, per motivi estetici». «L'imenoplastica in Italia ha una percentuale di richieste bassissima, si fanno uno o due interventi l'anno. Le motivazioni psicologiche sono sempre profonde e dipendono molto dal contesto culturale, in Italia si fanno pochissimi interventi rispetto ad altri paesi dove è più sentita la fase di verginità.

 

Dal punto di vista medico questa esigenza va capita senza giudicare, perché chi decide di sottoporsi a un'operazione del genere ha sempre delle motivazioni molto delicate. Probabilmente è questo il caso anche di Michelle Comi, anche se ne ha fatto un baluardo mediatico. Si tratta di interventi non necessari, ma se fatti in sicurezza possono dare un supporto psicologico importante alle ragazze, che vanno gestite con un'assistenza psicologica per capire l'entità e il valore della loro richiesta».

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«Noi medici non spingiamo a fare vaginoplastiche o imenoplastiche, ma rispettiamo la scelta della donna che decide di sottoporti a un intervento ai genitali, che non va né criminalizzata né enfatizzata, però non deve diventare una moda. Deve essere presente una motivazione psicologica molto forte che viene valutata dal chirurgo plastico e da uno psicologo».

 

«Un intervento di imenoplastica, per ripristinare la verginità, costa tra i 5 e i 6 mila euro. La paziente deve fare esami del sangue preparatori, una visita ginecologica, elettrocardiogramma, esami delle urine e tamponi vaginali per escludere infezioni, e va eseguito in un sala operatoria adeguata, alla presenza di un anestesista, anche se può essere effettuato in sedazione o anestesia locale, con la paziente vigile, come si fa con la gastroscopia.

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Dopo l'intervento i tempi di recupero sono lunghi, è necessario un riposo di almeno un mese o un mese e mezzo, evitando rapporti. Durante la convalescenza si può provare bruciore nella zona trattata», chiarisce il medico

paolo mezzana 4paolo mezzana 3paolo mezzanaAUDITORIUM DEL GONFALONE - IRENE GHERGO PAOLO MEZZANA CLAUDIA GERINIAUDITORIUM DEL GONFALONE - ELSA DI GATI E PAOLO MEZZANApaolo mezzana i dialoghi della vagina

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