
"N'ASCELLA SÌ, N'ASCELLA NO!" - A MILANO È STATA INAUGURATA UNA MOSTRA SULLE ASCELLE ("UNDERARMS EXPERIENCE") IN CUI VENGONO SPIEGATE LE PECULIARITÀ DI QUESTA PARTE DEL CORPO - LA DEPILAZIONE DELLE ASCELLE DIVENNE UN'ABITUDINE DOPO IL 1920, QUANDO VENNERO PRODOTTI GLI ABITI CHE SCOPRIVANO LE BRACCIA DELLE DONNE - ORA RADERSI NON VA PIÙ DI MODA: LE SVALVOLATE TEENAGER E FEMMINISTE NE HANNO FATTO UNA BATTAGLIA POLITICA - L'ASCELLA PUÒ ANCHE ESSERE USATA DURANTE IL SESSO. IL REGISTA CULT DELL’HARD, MARIO SALIERI "IL SESSO ASCELLARE? LO CHIAMIAMO 'IL TERMOMETRO'"
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Estratto dell'articolo di Roselina Salemi per www.lastampa.it
La questione potrebbe sembrare frivola. O semplicemente igienico-estetica. O politicamente strumentale. O inutilmente femminista. E invece siamo (letteralmente) sul filo del rasoio. Le ascelle non sono mai state così tanto oggetto di dibattito, indagine, polemica social. E qualcosa ci deve essere se, ogni volta che una popstar/cantante/attrice le mostra nature, oppure unicorn (“La Rappresentante di Lista” le aveva abbinate all’abito fucsia di Valentino) ognuno vuole dire la sua.
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La mostra Underarms Experience, organizzata da Dove a Tenhoa Milano (15-16 maggio), è il Racconto dell’Ascella. Nella zona educational apprendiamo che l’odore è unico come un’impronta digitale e che esistono formule per ripristinare il livello di ceramidi della pelle, ma la vera notizia è che, a dispetto di tanto body positive, il 72 per cento delle italiane non si sente a proprio agio, si vergogna, e le povere ascelle diventano il segreto scomodo. [...]
Esibite o nascoste fanno parte della storia delle donne. Nei 100 oggetti che la rappresentano, elencati dalla femminista Annabelle Hirsch c’è il rasoio Gillette Milady Décolleteé (1920). Spiega Hirsch: «La depilazione delle ascelle inizio causa della nuova lunghezza dalle maniche. Fino agli anni Venti del ‘900, non esistevano abiti femminili che scoprissero le ascelle, se non in camera da letto. Con gli abiti dritti e sciolti, ideati da Coco Chanel e Jeanne Lanvin per liberare gambe, schiena, braccia, spalle e di conseguenza le ascelle, sorse spontanea una domanda: che ci facciamo con i peli? Li mettiamo in mostra o sono cosa troppo intima?»
All’epoca si preferiva assomigliare a una «maschietta» piuttosto che a una donna, a una figura adolescenziale senza seno, senza sedere e di conseguenza, senza peli sotto le ascelle. “Harper’s Bazaar” era pieno di inserzioni pubblicitarie che riguardavano il «problema» della peluria proponendo soluzioni come il Milady Decolletee Safety Razor, il rasoio di sicurezza salva-scollatura. Radersi divenne un bisogno imprescindibile, indipendentemente dalla moda e dalla lunghezza delle maniche. [...]
Paris Jackson, figlia di Michael, criticatissima per le foto con i peli in evidenza, dice: «Li amo, sono naturali, ce li hanno tutti i corpi, fatevene una ragione». Su TikTok i sono diventati virali i video con gli hashtag #bodyhair, #hairywoman e #bodyhairisnatural, che hanno raccolto milioni di visualizzazioni. Ovviamente c’è anche il partito contrario, e chi sta seguendo i red carpet del Festival di Cannes appena cominciato ha visto soltanto levigatissime instagrammabili ascelle.
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Ma il risultato principale del dibattito è che, nobilitate dall’arte (le fotografie) e dalla scienza (le ricerche) le ascelle sono un po’ meno cenerentole. E mentre le donne conquistano una nuova sensibilità, se ne prendono cura con creme idratanti, deodoranti e device tecnologici, ora tocca agli uomini affrontare il dilemma: ceretta, rasoio, o niente?
EMILY RATAJKOWSKI CON I PELI SOTTO LE ASCELLE
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