vaccino coronavirus

VIENI AVANTI VACCINO – NEGLI STATI UNITI IL GOVERNO HA SGANCIATO UN MILIARDO E MEZZO DA UN GIORNO ALL’ALTRO: IL RISULTATO È CHE L’ISTITUTO NAZIONALE GUIDATO DA ANTHONY FAUCI STA LAVORANDO A QUATTRO VACCINI E CINQUE MEDICINE, INSIEME AGLI ISTITUTI PRIVATI. SE TUTTO VA COME DEVE ANDARE A GENNAIO CI SARANNO LE PRIME DOSI DELL’ANTIDOTO DI MODERNA. IL PROBLEMA SARÀ AVERNE ABBASTANZA PER TUTTI…

 

 

Giuseppe Sarcina per www.corriere.it

 

anthony fauci donald trump

Quattro vaccini e cinque medicine in sviluppo. Quasi un miliardo e mezzo di dollari investiti dal governo federale praticamente da un giorno all’altro. E una tabella che prende forma: a settembre-ottobre la terapia; dopo gennaio 2021, non prima, l’antidoto anti-Covid 19. Ecco che cosa si muove nel più grande istituto di ricerca degli Stati Uniti, il National Institutes of Health (NIH) di cui fa parte il NIAID, il National Institute of Allergy and Infectious Diseases, sede a Bethesda, pochi chilometri da Washington.

 

donald trump anthony fauci

Da gennaio scorso centinaia di scienziati sono al lavoro, coordinati da Anthony Fauci, direttore del Niaid e figura chiave della task force contro il coronavirus insediata da Donald Trump. Lo sforzo è sostenuto direttamente da Barda, «Biomedical Advanced Research and Development Authority», l’organismo incardinato nel Dipartimento federale della Salute.

 

I soldi

moderna pharma

Anche in questa battaglia così convulsa i soldi contano, eccome. Per tutto il mese di gennaio e anche oltre Trump ha pubblicamente sottovalutato la pericolosità del contagio. Ma l’agenzia Barda, il ramo competente dell’amministrazione, ha messo immediatamente denaro fresco nelle mani dei laboratori e delle principali società private di ricerca farmaceutica. Alla Moderna Tx sono andati 430,2 milioni di dollari; alla Janssen Research & Devolepment (gruppo Johnson&Johnson) 456,2 milioni; alla Protein Science, 30,7 milioni. Totale: 917 milioni di dollari.

 

novavax

Inoltre la Barda ha distribuito altri 310 milioni di dollari a sette aziende impegnate nella sperimentazione dei farmaci per la terapia. Tanto o poco? Sul sito dell’Unione europea leggiamo in un comunicato del 6 marzo che «l’ammontare totale delle risorse mobilitate da Horizon 2020 (programma della Commissione ndr) e dalla partnerhsip con l’industria privata potrebbe raggiungere circa 140 milioni di euro», per finanziare lo studio di 17 vaccini.

vaccino coronavirus

 

A questi potrebbero aggiungersi altri 80 milioni di euro offerti alla società tedesca CureVac, al centro di una presunta operazione condotta dagli americani per ottenere in esclusiva il prototipo di un vaccino. Vicenda smentita da Washington. In ogni caso a Bethesda stanno procedendo a tutta velocità. Le risorse sono da mesi nel circuito e si possono vedere i primi risultati.

 

Vaccini

donald trump

Spiega Cristina Cassetti, vice direttrice della Divisione di Microbiologia e Malattie infettive del Niaid: «Ci sono diversi progetti sui vaccini. Il più avanzato è il frutto della collaborazione tra il nostro istituto, altre agenzie pubbliche e Moderna. In questo caso il prototipo del vaccino è stato realizzato nei nostri laboratori. Poi stiamo collaborando con Barda per far avanzare altri progetti di vaccino inclusi quelli di Janssen, Sanofi e Merck».

 

Sappiamo che il lavoro di Moderna, sede a Cambridge in Massachusetts, è già entrato nella fase di sperimentazione sugli esseri umani. C’è, invece, ancora incertezza sulla tabella di marcia da qui in avanti. La dottoressa Cassetti fa chiarezza: «Tra giugno e luglio si entra in quella che chiamiamo la “fase due”, con test su molte persone per studiare la sicurezza e la capacità di stimolare una risposta immunitaria del vaccino. Il momento decisivo dovrebbe cadere dopo settembre quando si capirà se la formula è efficace oppure no». Paolo Lusso, responsabile della Sezione del Laboratorio di patogenesi virale del Niaid, dice di essere «fiducioso»: «Il Covid-19 non sembra essere estremamente mutevole come altri virus. Per esempio quello dell’influenza, che cambia ogni anno, o quello dell’Hiv, su cui ci stiamo rompendo la testa da decenni».

moderna casa farmaceutica

 

Dosi di massa

In autunno la scienza lascerà il campo all’industria e quindi anche alla politica. L’amministrazione ha già semplificato al massimo le procedure di approvazione. Il problema, invece, è la produzione. La stima prudenziale di Fauci è che il composto dovrebbe essere messo in commercio in primavera. Ma se tutto va bene le prime dosi potrebbero essere disponibili già nel gennaio 2021.

 

vir biotech

Il governo dovrà decidere come distribuirle. L’idea è cominciare con il personale degli ospedali, le forze di polizia, gli addetti ai trasporti, i lavoratori della filiera alimentare. Poi tutti gli altri. A Washington si sta esaminando l’ipotesi di lanciare un’alleanza tra diversi produttori, coinvolgendo anche aziende europee. Certo, ci sono ancora tanti problemi da risolvere, a cominciare dalla compatibilità delle diverse tecnologie. Si procederà, comunque, a ondate. Lo sviluppo degli altri tre vaccini viaggia con qualche mese di ritardo rispetto a quello di Moderna. Dovrebbero arrivare al traguardo a scaglioni nel corso del 2021, moltiplicando quindi le fonti di produzione e di distribuzione.

 

Farmaci e terapie

moderna

I ricercatori di Fauci stanno accelerando anche sulla terapia. I filoni sono due: gli antivirali, che neutralizzano direttamente il Covid-19, e gli anti infiammatori per contrastare gli effetti dell’infezione, a cominciare dalle polmoniti. Ancora una volta il momento della verità dovrebbe arrivare intorno al mese di ottobre, quando, dice ancora la dottoressa Cassetti, «dovremmo cominciare ad avere dati sufficienti e solidi per stabilire quali di queste medicine siano efficaci. Stiamo studiando anche possibili cocktail di sostanze diverse». Sempre in autunno si dovrebbe capire se anche l’idrossiclorichina, farmaco anti-malaria, potrà essere arruolato nel team anti-coronavirus.

vir biotech 2inovio

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."