antonio massa brandizzo

“NON ERA L’ULTIMO TRENO, TE L’AVEVAMO DETTO” – L’AUDIO DELLA DIRIGENTE MOVIMENTO DI RFI, VINCENZA REPACI, LA NOTTE DELLA STRAGE DI BRANDIZZO, DUE ANNI FA: PARLANDO CON IL CAPOSCORTA ANTONIO MASSA. IL DELEGATO ALLA SICUREZZA DEL CANTIERE COMUNICA L'INCIDENTE AVVENUTO MENO DI UN MINUTO PRIMA E CHIEDE SCONVOLTO: “MA SCUSA, NON ERA L'ULTIMO TRENO CHE DOVEVA PASSARE?”. LA RISPOSTA: “NO! NON ERA L'ULTIMO TRENO, C'ERA ANCORA UN INVIO DELLE 23:50, TE L'AVEVAMO DETTO! NON AVEVI NEANCHE ANCORA L'INTERRUZIONE!” MASSA IMPRECA: “MADONNA MIA, MA A LORO HO DETTO DI STARE FUORI. PORCA VACCA”

Estratto dell'articolo di Andrea Bucci e Giuseppe Legato per “La Stampa”

 

treno uccide cinque operai alla stazione di brandizzo torino 8

La chiamata è scolpita nelle registrazioni a disposizione della magistratura di Ivrea che indaga sulla strage ferroviaria di Brandizzo, cinque morti, due anni fa, oggi. Operai travolti sui binari dove qualcuno li ha mandati a lavorare senza interruzione di linea e dove, quindi, non avrebbero dovuto essere.

 

I due interlocutori sono Antonio Massa, caposcorta Rfi delegato alla sicurezza del cantiere (principale indagato), dall'altro Vincenza Repaci, dirigente movimento della società. «Ho detto aspettate!». «Tutto a posto?». «No non è tutto a posto! C'è 'sto treno che è passato, pensavo non ci fossero più treni, ha preso le persone! Ha investito! Chiamate la Polfer, chiamate tutti!».

 

antonio massa

Sono le 23,50 del 30 agosto 2023. Il treno merci 14950, 11 vagoni più motrice, partito da Alessandria un'ora e 40 minuti prima, transita alla stazione ferroviaria di Brandizzo, a una ventina di chilometri da Torino. In quel momento gli operai della Sigifer, Kevin Laganà (22 anni), Giuseppe Aversa (49), Saverio Giuseppe Lombardo (52), Giuseppe Sorvillo (43) e Micheal Zanera (34), sono al lavoro sui binari impegnati in un intervento di manutenzione. Vengono travolti dal convoglio.

 

Massa telefona alla responsabile della circolazione dei treni. Una chiamata di 52 secondi in cui comunica l'incidente avvenuto meno di un minuto prima. Chiede a Repaci con tono sconvolto: «Ma scusa, non era l'ultimo treno che doveva passare?». La risposta: «No! Non era l'ultimo treno, c'era ancora un invio delle 23:50, te l'avevamo detto! Non avevi neanche ancora l'interruzione!».

 

treno uccide cinque operai alla stazione di brandizzo torino 6

Massa impreca: «Madonna mia...». E aggiunge, pensando agli operai: «Ma io a loro ho detto di stare fuori. Porca vacca!».

 

Le telefonate sono riportate nell'annotazione della polizia ferroviaria tra gli atti dell'inchiesta che vede indagate 21 persone tra cui Massa e Andrea Gibin (i due scampati alla tragedia) e i due amministratori delegati di Rfi (Gianpiero Strisciuglio e Vera Fiorani) e tre società (Rfi, Si.Gi.Fer e Clf). Con Repaci, Massa ha appena concordato di ottenere, a breve, l'interruzione della circolazione su entrambi i binari tra la mezzanotte e l'una.

 

Vincenza Repaci

«Massa – scrive la polizia ferroviaria nel lungo documento depositato in procura – inizia a dichiarare che lui aveva detto agli operai di stare fuori. Ma chiaramente sa che non aveva l'interruzione».

 

È smentito nei fatti dalle parole di Repaci. Si legge ancora: «Il caposcorta…non si è neanche preoccupato della squadra che stava lavorando, malgrado non avesse ancora ottenuto l'interruzione». Una telefonata drammatica che racconta un pezzo importante dell'inchiesta su uno dei più gravi disastri sul luogo di lavoro avvenuti negli ultimi decenni in Italia.

L'indagine è chiusa da poco più di un mese, si attendono le richieste di rinvio a giudizio che i magistrati formuleranno nelle prossime settimane. Ma c'è una tema ancora oggetto di valutazione da parte dei pm Valentina Bossi, Giulia Nicodemi e della procuratrice Gabriella Viglione.

ricostruzione dell incidente alla stazione di brandizzo 3

 

Riguarda la contestazione agli indagati. Inizialmente concepita come omicidio volontario con dolo eventuale e disastro, è stata poi derubricata in colposo. Ma in questi giorni a palazzo di giustizia si ragiona sul profilo della colpa cosciente.

 

[…] In sostanza per i magistrati gli indagati avrebbero previsto l'evento ma hanno confidato di poterlo evitare. Agendo comunque (per come hanno agito, cioè consentendo agli operai di andare sui binari pur senza interruzione di linea) e sperando che non accadesse nulla. Un profilo dicevamo, maggiorativo di «responsabilità soggettiva» ma non tale da assurgere al dolo eventuale che invece si verifica quando si prevede la concreta possibilità di un evento dannoso e si accetta il rischio del suo verificarsi, agendo comunque con indifferenza o approvazione verso l'evento. In definitiva: la differenza fondamentale sta nell'atteggiamento interiore dell'agente. Nella colpa cosciente c'è speranza che l'evento non si verifichi, nel dolo eventuale c'è un'accettazione o un'approvazione del rischio.

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