
NON FU INCIDENTE QUELLO CHE COSTO’ LA VITA A YULEISI ANA MANYOMA CASANOVA MA UN FEMMINICIDIO: L’EX COMPAGNO È STATO ARRESTATO A SIENA - A INCASTRARE L’UOMO LE RIPETUTE VESSAZIONI NEI CONFRONTI DELLA VITTIMA, CON CUI CONVIVEVA, E SOPRATTUTTO UNA PERIZIA CHE HA DI FATTO SCONFESSATO LA SUA VERSIONE - LA 32ENNE COLOMBIANA FU UCCISA DA UN COLPO DI FUCILE SPARATO A BRUCIAPELO. ARRESTATO L’EX FIDANZATO CHE AVEVA PARLATO DI UN COLPO PARTITO PER ERRORE. CONTESTATI ANCHE I MALTRATTAMENTI…
Luca Serranò per repubblica.it - Estratti
Non fu un incidente quello di Manyoma Casanova Ana Yuleisy, la cittadina colombiana di 32 anni trovata senza vita in un appartamento a Siena, nell’agosto di un anno fa. Ma un femminicidio. Lo hanno chiarito le indagini della squadra mobile di Siena, che oggi hanno eseguito una misura cautelare in carcere nei confronti dell’ex compagno della donna, Porras Baloy Luis Fernando, 27 anni, anche lui colombiano, accusato di omicidio volontario con l’aggravante dei maltrattamenti in famiglia.
A incastrare l’uomo proprio le informazioni raccolte dagli investigatori su ripetute vessazioni nei confronti della vittima, con cui conviveva, e soprattutto una perizia che ha di fatto sconfessato la sua versione: il giovane aveva infatti parlato di un incidente mentre manovrava un fucile (detenuto illegalmente), col il colpo partito per errore, ma secondo i tecnici lo sparo partì a distanza ravvicinata col preciso obiettivo di uccidere. “Gli accertamenti hanno infatti portato a ricostruire il colpo come atto dolosamente diretto a cagionare la morte – scrive la procura di Siena in una nota- mentre si trovava in posizione eretta a breve distanza dalla vittima”. Il cittadino colombiano si trova ora in carcere su ordine del gip, mentre le indagini proseguono per cristallizzare le accuse e ripercorrere la catena di maltrattamenti che avrebbe imposto alla vittima.
Secondo quanto emerso, al momento dello sparo nella casa c’erano diverse persone, ma i due erano da soli nella stanza da letto. La donna, molto conosciuta in città per il suo lavoro di cuoca, fu colpita alla testa e per lei non ci fu niente da fare. Sul posto la squadra mobile, la scientifica e il pm di turno Niccolò Ludovici, che aveva ascoltato il cittadino colombiano – arrestato in flagranza per il possesso dell’arma-, ricavando da subito un quadro pieno di ombre, tanto da procedere per l’ipotesi di omicidio. Per collegare con ragionevole certezza il giovane all’omicidio sono però serviti altri accertamenti, primo fra tutti proprio la perizia che è risultata decisiva.