POCHE NOZZE, CASSE VUOTE - CARLO PIGNATELLI, STORICO MARCHIO TORINESE DI ABITI DA SPOSA E CERIMONIE, LICENZIA 14 DEI 42 DIPENDENTI - L’AZIENDA, CHE UN ANNO E MEZZO FA HA CAMBIATO PROPRIETÀ, PARLA DI "SCELTA NECESSARIA A CAUSA DELLA DIMINUIZIONE DEI MATRIMONI", MA PER IL SINDACATO IL PROBLEMA PRINCIPALE RESTA "LA MANCANZA DI UN PIANO INDUSTRIALE CONCRETO" - E CON LE CASSE DELL'AZIENDA PRATICAMENTE VUOTE, IL RISCHIO DI INADEMPIENZE SU TFR E STIPENDI ARRETRATI GETTA UN'OMBRA ANCORA PIÙ PESANTE SULLA TENUTA STESSA DEL MARCHIO…
Estratto dell’articolo di Leonardo Di Paco per “la Stampa”
I nuovi vertici avevano grandi ambizioni: espansione nei mercati internazionali, dall'India al Medio Oriente, innovazione del brand, pure una Scuola dell'Haute Couture. A un anno e mezzo dall'ingresso della nuova proprietà, capeggiata da Francesco Gianfala, imprenditore del settore finanziario, però, le promesse sono rimaste tali: Carlo Pignatelli, storico marchio torinese della moda wedding e cerimonie, ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per 14 dei 42 dipendenti.
Fondata nel 1968, l'azienda vanta una lunga storia di collaborazioni e riconoscimenti: nel 1983 inizia a lavorare con case cinematografiche e produzioni televisive, mentre nel 1993 approda sulle passerelle di Milano Collezioni Uomo. Nel 1996 prende avvio il lungo sodalizio con il mondo del calcio, a partire dalla Juventus, che inizia a indossare le divise ufficiali e di rappresentanza firmate Pignatelli. A questo hanno fatto seguito altri club italiani e internazionali, tra cui la Nazionale Italiana, Roma, Torino, Palermo, Olympique Marseille, Watford e Almería.
«La nuova proprietà aveva parlato di grandi obiettivi: tante idee che sono rimaste su carta, non hanno concretizzato nulla», dice Simona Lancillotti della Filctem Cgil, il sindacato che ha comunicato l'avvio dei licenziamenti. «Appena arrivati, hanno chiuso l'outlet di Settimo Torinese e nel frattempo hanno effettuato anche licenziamenti individuali senza seguire le procedure corrette. Poi ci hanno comunicato l'intenzione di esternalizzare magazzino e sartoria, il cuore produttivo del brand, entrambi situati in via Reiss Romoli».
I 14 esuberi riguardano principalmente magazzino e sartoria, ma ci sono riduzioni anche in altri reparti, come amministrazione, centralino, ufficio acquisti e ufficio stile.
L'unica parte dell'azienda non coinvolta dai licenziamenti è il negozio di via Cernaia, che conta sei addetti.
Negli ultimi mesi, il portafoglio clienti del brand torinese ha subito contraccolpi a causa della diminuzione del mercato delle cerimonie: meno matrimoni e meno occasioni di vendita. «Ma il problema principale resta la mancanza di novità e di un piano industriale concreto da parte della nuova proprietà, che ha completamente sostituito la vecchia gestione», spiega Lancillotti. Secondo la motivazione ufficiale, i licenziamenti dovrebbero servire a ridurre le funzioni interne e a esternalizzare le restanti attività produttive, in particolare magazzino e laboratorio.
La società sostiene che questa scelta sia necessaria per garantire la sopravvivenza dell'impresa, ma per la Filctem i rischi restano elevati: senza un piano industriale concreto e strategie di rilancio, il futuro dell'intera attività appare compromesso.
[…] Con le casse dell'azienda praticamente vuote, il rischio di inadempienze su Tfr e stipendi arretrati getta un'ombra ancora più pesante sulla tenuta stessa del marchio.
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