
MAGNUS CONTRO TUTTI – IL NUMERO UNO AL MONDO DEGLI SCACCHI, MAGNUS CARLSEN, HA SFIDATO IN CONTEMPORANEA 143 MILA PERSONE, COLLEGATE DA TUTTO IL PIANETA SU UNA PIATTAFORMA ONLINE – DOPO 46 GIORNI E 32 MOSSE, LA PARTITA È FINITA IN PARITÀ – LE SCELTE DELLA “SQUADRA MONDIALE” SONO STATE VOTATE A MAGGIORANZA, COME IN UN REFERENDUM PERMANENTE – IL COMMENTO DI CARLSEN: “NON MI HANNO DATO UNA SOLA OCCASIONE. HANNO GIOCATO IN MODO SOLIDO, SENZA RISCHIARE” – IL PRECEDENTE DI GARRY KASPAROV
Estratto dell’articolo di Enrico Adinolfi per www.ilfoglio.it
Magnus Carlsen contro il mondo. Beh, non proprio tutto il mondo, ma “soltanto” 143.000 persone. Grazie alla piattaforma di Chess.com, che ospitava l’evento, ogni giorno, a partire dallo scorso 4 aprile, gli utenti potevano votare che mossa giocare contro il campione.
Una squadra di maestri si occupava di registrare la mossa con più voti, per poi aspettare la risposta del campione. [...]
Lo scorso giovedì, dopo ben 46 giorni e 32 mosse, la partita si è conclusa con una triplice ripetizione di mosse, cioè con un imprevedibile pareggio.
La trovata in verità non è nuova; mai prima d’ora, però, il campione non era riuscito a vincere. Nel 1999, sui server Msn Gaming Zone della Microsoft, Garry Kasparov sfidava 50.000 giocatori, che riuscirono a tenerlo impegnato per ben quattro mesi prima di soccombere. [...]
Garry non è esattamente il tipo che pensa in piccolo. In occasione del venticinquesimo anniversario dell’evento, proprio l’anno scorso, fu Chess.com a proporre “Vishy vs. the world”.
L’ex campione del mondo indiano Viswanathan Anand riuscì anche lui a vincere, stavolta contro 70.000 utenti. Forse per una migliore pubblicità, forse per l’appeal della nuova variante scacchistica, forse per il fascino di Carlsen, ecco che un anno dopo gli sfidanti sono più che raddoppiati.
Di certo, però, ciò non ha rappresentato per il norvegese una difficoltà ulteriore, e non si può imputare a questo motivo la sua patta. Sulle fredde sessantaquattro caselle non è l’unione a far la forza, ma l’abilità.
Molte teste pensanti, ma che pensano male, o perlomeno peggio, perdono di fronte a un cervello unico però più lucido e più razionale, che semplicemente conosce il gioco meglio di chiunque altro. Contro ogni previsione, però, è finita in parità. [...]
Nell’ormai superato Ventesimo secolo ci si poteva ancora permettere di “imbustare la mossa” e posticipare il finale di una partita in corso, con la certezza che i giocatori l’avrebbero analizzata con tutte le proprie forze, ma con la stessa certezza di non avere altre forze, inanimate ma formidabili, ad aiutare.
Succedeva perciò che, quando in busta veniva infilata la mossa di un match mondiale, compatrioti istruiti o, meglio, maestri, provassero a telefonare ai giocatori e al loro team per offrire i loro suggerimenti. Una “comunità illimitata della comunicazione”: utopia filosofica che, ai nostri giorni, è purtroppo finita palesemente a pezzi. [...]