PAPA-ROCK IN RIO: BERGOGLIO CON SPREZZO DEL PERICOLO ARRIVA IN BRASILE E METTE IN CRISI IL GIÀ PRECARIO SISTEMA DI SICUREZZA

Giacomo Galeazzi e Paolo Manzo per "La Stampa.it"

«Bergoglio ha passato la vita tra i poveri e non torna da loro in auto blindata». In Curia hanno tentato invano di convincerlo a non abbassare i livelli di sicurezza della sua trasferta brasiliana che inizia domani. Il Papa, però, non rinuncia né al contatto diretto coi fedeli né ai «fuori programma». Come quello di ieri sera: visita a sorpresa a Santa Maria Maggiore per chiedere la protezione mariana sulla Gmg.

Insomma il Pontefice, anche quando è in gioco la sua incolumità, decide da solo. Non ci sono minacce, ma il Vaticano avrebbe preferito applicare il rigido dispositivo delle visite di Wojtyla e Ratzinger. Colpo di scena già nell'agenda del primo giorno. Per sua stessa volontà, appena sbarcato all'aeroporto Galeão, invece dell'incontro con le autorità, deciso da inizio di maggio, Bergoglio se ne andrà direttamente a fare un bagno di folla con i fedeli in centro, nelle stesse vie attraversate nei giorni scorsi da manifestazioni e scontri violenti.

L'incontro con la Presidente Dilma Rousseff e il governatore di Rio Sérgio Cabral avverrà solo in un secondo momento nel Palazzo Guanabara. Francesco, poi, vuole spostarsi su una Papamobile non blindata, contravvenendo così una misura consolidata in trent'anni di viaggi apostolici. L'attentatore di Wojtyla, Ali Agca ritiene che Francesco sia «vulnerabile come un parroco». A Rio non hanno gradito né il cambio di programma né la decisione papale di usare un mezzo di trasporto scoperto e fanno capire che non si possono assumere le responsabilità delle scelte di Francesco, in una città violenta dove ogni giorno vengono uccise 12 persone.

L'allerta è massima: appare in assetto di guerra soprattutto Copacabana, dove ieri è stato aperto il centro stampa che accoglierà oltre 5 mila giornalisti. La polizia verdeoro ha dovuto rivedere tutto il piano di sicurezza in fretta e furia e il Papa sarà scortato nel suo improvvisato bagno di folla da agenti a piedi e da otto auto blindate con a bordo poliziotti federali.

Novanta tiratori scelti appostati nei punti più alti del percorso monitoreranno ogni movimento. Chiuso lo spazio aereo, gli elicotteri militari saranno pronti ad intervenire. Ieri la Marina militare ha simulato un attacco: l'orologio dei dispositivi di sicurezza dovrà funzionare alla perfezione. Tra le zone «calde», il Campus Fidei, dove tra il 27 e il 28 luglio si riuniranno oltre 1,5 milioni di pellegrini.

Per scongiurare che i cortei di protesta si spingano fino a lì sono state previste da Guaratiba barriere che si estenderanno per 4 km con settemila uomini dell'esercito a presidiarle. Vietato a chiunque l'uso delle maschere che contraddistinguono da settimane le manifestazioni. Per precauzione, nella settimana della visita, la Polizia militare occuperà quattro favelas della zona Est della città, considerate le più pericolose e situate a 15 km da dove il Papa celebrerà la messa a Guaratiba.

Rispetto a San Paolo, infatti, la conformazione geografica di Rio non aiuta in termini di sicurezza. Ricchezza e degrado convivono in spazi pericolosamente confinanti. I poveri nelle favelas, con i narcos sulle sommità dei «morros», le colline della città, e i ricchi, che la cocaina dei narcos consumano, in basso, nei «barrios nobres», i quartieri benestanti che affacciano direttamente sul mare.

Una bomba ad orologeria che stavolta potrebbe esplodere in modo davvero pericoloso a tal punto che l'Abin, i servizi segreti brasiliani, aveva sconsigliato persino il ricevimento del Pontefice da parte delle autorità nel palazzo di governo. Che è stato, invece, confermato dal governatore Cabral, il principale target delle manifestazioni violente degli ultimi giorni. «Il Papa - ha dichiarato - sarà ricevuto con tutto l'amore e la dignità possibili».

Rio non è la Germania dove pure, era il 2011, durante la visita di Benedetto XVI a Erfurt un uomo era riuscito a ferire un agente di sicurezza prima dell'inizio della messa, sparando con un fucile ad aria compressa. In Brasile il rischio è che dalle manifestazioni alle infiltrazioni criminali possa saltare l'intero tappo che garantisce la sicurezza, non solo del Papa ma anche dei fedeli. Ieri in basilica, davanti all'icona di Maria, il Papa ha pregato mezz'ora, poi ha offerto un omaggio floreale ed ha acceso un cero con lo stemma della Gmg. «Proteggici».

 

PAPA BERGOGLIO COME FONZIE GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTù A RIO DE JANEIROPAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIO PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)