benito mussolini claretta petacci

“PAZZARELLONA, TI FACCIO SEQUESTRARE IL MOTOSCAFO” – LE CONVERSAZIONI TELEFONICHE TRA BENITO MUSSOLINI E CLARETTA PETACCI: “VOLEVO VEDERTI, O CHE TU VOGLIA O NO. DEL RESTO NON MI LASCIO PROIBIRE NIENTE, TU LO SAI” – “NON TI PERMETTO DI UMILIARMI ED OFFENDERMI CONTINUAMENTE. LO SAI ANCHE TROPPO BENE CHE VIVO SOLO PER TE, STACCATA DAL MONDO. SEI CRUDELE CON ME” – LE DIFFICOLTÀ DI FRANCO, L’ESUBERANZA DI LEI, LE STANCHEZZE DI LUI E L’ANELLO DEL FUHRER: “HO UNA BRUTTA NOTIZIA DA DARTI…”

Costanza Cavalli per “Libero Quotidiano”

 

claretta petacci.

Le intercettazioni telefoniche trascritte dalle stenografe del comando tedesco a Gardone Riviera, a noi prevenute grazie al lavoro di ricerca di Riccardo Lazzeri ci restituiscono, oltre agli umori di Benito Mussolini e ai rapporti politici e militari che egli intrattenne nei seicento giorni della Repubblica Sociale, anche spezzoni di vita sentimentale.

 

Il fuoco di questa settima e  ultima puntata di pubblicazione è centrato sulla relazione fra il duce e Clara Petacci, cominciata nel 1936 e terminata con la morte di entrambi per mano partigiana. I due avevano residenza sulle sponde del lago di Garda a un' ottantina di chilometri l' uno dall' altra, lui a Villa Feltrinelli a Gargnano, lei a villa Fiordaliso a Gardone Riviera (almeno fino all' ottobre del 1944, quando si trasferì a villa Mirabella, al Vittoriale, dopo una celebre sfuriatadella legittima moglie del duce, Rachele, che era venuta a sapere dell' amante).

 

adolf hitler e benito mussolini

Dalle intercettazioni si capisce che Clara è una giovane donna (nel 1944 ha 32 anni) dal carattere volitivo che vuol bene al duce, però mal sopporta di essere costretta a una vita ritirata sotto il controllo dei tedeschi, che le hanno assegnato come assistente personale il capitano Franz Spoegler, capo del servizio intercettazioni che ha gli uffici proprio a Gardone. Nelle con versazioni i due alternano battibecchi amorosi, in cui il duce cerca di frenare l' esuberanza della giovane amante e a tratti le confessa le sue stanchezze, a ragionamenti di carattere politico, in cui Clara dimostra conoscenza e discernimento e tien testa al suo interlocutore.

FRANCISCO FRANCO MUSSOLINI

 

Nella conversazione del giugno 1944 parlano delle difficoltà di Francisco Franco, dittatore di Spagna: con l' avanzare degli Alleati in Europa (lo sbarco in Nor mandia è del 6 giugno) la guerra sta cambiando volto, e probabilmente Mussolini si riferisce ai guerriglieri repubblicani che, mentre le forze del "caudillo" arrancano al fianco dei tedeschi sul fronte orientale, hanno ripreso fiducia e da rifugiati in Francia si apprestano a tornare a combattere in patria: in capo a tre mesi si riorganizzeranno, causando non pochi grattacapi a Franco.

lettera di mussolini a claretta petacci

 

 

CLARETTA AL DUCE, GIUGNO 1944

C. Pochi minuti fa siamo passati davanti a te con il motoscafo.

M. Pazzarellona!

C. È lo stesso. Volevo vederti, o che tu voglia o no. Del resto non mi lascio proibire niente, tu lo sai. Nella corsa ho visto la tua finestra ed anche una figura. Secondo me, eri tu!

M. Vedremo. Ti faccio sequestrare il motoscafo, capito!

(riattacca furiosamente)

 

CLARETTA AL DUCE, GIUGNO 1944

C. Un grazie affettuoso per i fiori, grande è stata la mia gioia. Anche la tua lettera mi ha portato molte novità. Non mi è chiara la questione relativa alla lettera a Franco. Perché non la scrivi?

M. No, adesso non scrivo.

claretta petacci

Franco ha anche lui grandissime preoccupazioni. Appena scampato un pericolo che già se ne annuncia un altro alla porta. Dal suo ultimo scritto traspare chiaramente che si trova sotto forti pressioni. Si deve muovere cautamente per non esporsi a dei pericoli, se non immediati, certamente futuri.

 

C. Ha paura? 0 ha dimenticato?

M. Come potrebbe dimenticare. Noi e la Germania con il nostro aiuto alla Spagna abbiamo salvato lui e la Spagna dal bolscevismo. Nello stesso tempo anche noi altri, anzi l' Europa intera. I francesi e gli inglesi sanno, che abbiamo nel contempo salvato anche loro. Sapevano benissimo che i rossi in Spagna ricevevano aiuti e rifornimenti dalla Russia. Facevano finta di non saperlo.

 

francesco saverio petacci con claretta

Condannavano noi, ma nel contempo temevano  un' invasione bolscevica che venne allora sventata da noi. In realtà l' invasione venne solo procrastinata per essere oggi addirittura richiesta dagli angloamericani. Oggi le porte d' Europa sono completamente aperte al bolscevismo. Aperte dalla testardaggine e miopia di francesi, inglesi ed americani. Una cosa è certa: gli Alleati non potranno sottrarsi alle proprie responsabilità dinanzi alla Storia!

 

Vorrei vedere incisa questa mia affermazione. Nello stesso modo con il quale hanno sbagliato nel non voler vedere questo pericolo, è possibile che lo stesso errore lo facciano nei confronti della Spagna. Nutro dei timori! Perciò comprendo: Franco non ha dimenticato, no, tu pensi in modo sbagliato, totalmente sbagliato. Al contrario. Nell' attuale situazione un Franco completamente innocuo e discreto ci rende il miglior aiuto. Tu sai.

mussolini con hitler e galeazzo ciano

C. So come tu la pensi, ma non ne sono convinta. L' avvenire ce lo dirà. Forse avevo ragione io.

 

CLARETTA AL DUCE, DICEMBRE 1944

C. Hai ricevuto la mia lettera?

M. Si, scrivi stupidaggini! Non incominciare di nuovo con Marcello. Non voglio sentirne più parlare.

Claretta Petacci

C. Perché sei cosi? Dagli un impiego adeguato e vedrai cosa sa fare. Senza una qualsiasi attività non può sviluppare le proprie capacità, se lo si considera un buono a nulla, un pigraccio.

 

M. Non parlarmi più di lui e non scrivermene. Ne ho abbastanza. Solo perché è tuo fratello, dovrei raccomandarlo?

No! Ne ho passate abbastanza con Ciano: mi è bastato ampiamente.

C. Oggi sei cattivo, molto cattivo. (riattacca)

 

CLARETTA A MUSSOLINI, GENNAIO 1945

C. Ho una brutta notizia da darti.

M. Che c' è?

C. Ho perso l' anello con la croce uncinata che mi ha dato il Führer.

benito mussolini

M. Peccato, non doveva succedere. Hai cercato dappertutto?

C. Continuo a cercarlo... sono veramente sconvolta.

M. Calmati...

C. Che devo fare? Doveva essere proprio il suo.

Lo avevo fatto vedere, proprio tre giorni fa, a Myriam e a Mancini.

Ne sono stati entusiasti, specialmente Mancini.

Non sapeva che Hitler mi ammira. Gli ho anche mostrato il biglietto d' accompagnamento del Führer.

CLARETTA PETACCI

M. Non avresti dovuto farlo. Tu sai bene come corrono certe notizie.

C. Impossibile.

Myriam è una tomba, non parla e Mancini è pazzo di lei. Senza di lei non potrebbe vivere.

M. Non fidarti troppo. Pensa alle tue e mie esperienze!

C. Hai ragione, ma alle volte ho bisogno di parlare con qualcuno delle miei gioie... Sarebbe disumano non parlarne con i propri cari.

M. Capisco, ma tu sai bene che questo regalo doveva essere un segreto, come da desiderio del Führer.

C. Lo so. Spögler me lo raccomandò, quando me lo porse.

M. Cerchi ancora?

C. Eccome, te lo farò poi sapere.

 

CLARETTA A MUSSOLINI, GENNAIO 1945

 

benito mussolini 3

C. Sempre io devo telefonarti. Mi avevi promesso..... M. Ho molta gente in anticamera. Proprio adesso stato qui il prefetto di Genova.

C. Buone notizie? È tutto calmo in Liguria?

M. Sì, calmo ma con le solite difficoltà con i tedeschi.

C. Che sfortuna. Non ti avevano promesso comprensione e moderazione?

M. Tra il dire ed il fare c' è di mezzo il mare.

C. Credi che anche il Führer abbia simili difficoltà? Di questo genere certamente no: lui decide e dà ordini. Fa anche tu cosi!

M. Ingenua! Anche se io ho in pugno la situazione mi devo sempre muovere entro uno spazio ristretto. Mi sembra di essere in un tunnel...

C. Mi fai pena...

BENITO MUSSOLINI CLARETTA PETACCI

M. Lascia perdere. Anche per noi tornerà a splendere nuovamente il sole.

 

DUCE A CLARETTA, FEBBRAIO 1945 M. Sono io, ti sei calmata?

C. Cosa vuol dire "calmata". Non ti permetto di umiliarmi ed offendermi continuamente. Lo sai anche troppo bene che vivo solo per te, staccata dal mondo.

M. Non esagerare nuovamente. Giornalmente ti fa visita Spögler, quasi giornalmente il dottor Leppo, il dottor Apollonio, i tuoi, tuo fratello Marcello, che ogni settimana si accompagna ad una donna diversa, abita da te. E ciò la chiami vita da monaca?

C. Sei crudele con me!

D. Non puoi affermarlo. In ogni caso ripeto: Padre Eusebio non deve entrare nella villa Fiordaliso. Anche se tua madre lo desidera. Può incontrarlo dove le pare, ma non alla Fiordaliso. E con questo basta.

adolf hitler e benito mussolini 6adolf hitler e benito mussolini 4

CLARETTA PETACCI A RICCIONETOMBA CLARETTA PETACCI AL VERANOCLARETTA PETACCICLARETTA PETACCIotto skorzeny e benito mussoliniBENITO MUSSOLINI IN BARCALA FIAMMA NERA DI BENITO MUSSOLINIbenito mussolini al berghofBENITO MUSSOLINI E LUIGI FEDERZONIbenito mussolini quando fu arrestato dalla polizia svizzera nel 1903benito mussolini guglielmo marconibenito mussolinibenito mussolini circondato da anziane signore BENITO MUSSOLINIBENITO MUSSOLINIbenito mussolini circondato da ragazze benito mussolini CLARETTA PETACCIbenito mussoilni marpionebenito mussoliniclaretta petacci 1CLARETTA PETACCICLARETTA PETACCIclaretta petacci 2Claretta Petacci

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…