"DA ME VENIVANO TUTTI: POLITICI, IMPRENDITORI, MAGISTRATI. SUL MIO TELEFONO HO TUTTI I NOMI COI MESSAGGI" - IL PIZZINO DI DAVIDE LACERENZA ALLA "MILANO DA PIPPARE" CHE FREQUENTAVA LA "GINTONERIA" (VIP E POTENTONI DELLA MADUNINA TREMANO ALL'IDEA CHE POSSA RIVELARE IL LUNGO ELENCO DI HABITUÉ DEL LOCALE) - L'INTERVISTA, A "LA ZANZARA", ALL'EX "KING DELLE NOTTI MILANESI": "PIPPAVO DAI CINQUE AI DIECI GRAMMI DI COCAINA AL GIORNO. RINGRAZIO LA MAGISTRATURA PER AVERMI FERMATO, NON SO COME FACCIO AD ESSERE ANCORA VIVO" - "NON HO MAI SPACCIATO, LA COMPRAVO PER ME, NE CONSUMAVO TANTA, E LA CEDEVO AI CLIENTI. LE STESSE ESCORT CHE VENIVANO DA ME LE TROVI ADESSO IN ALTRI LOCALI" - "I DOMICILIARI? MAI PENSATO AL SUICIDIO, MA FOSSI ANDATO IN GALERA NON AVREI RETTO" - VIDEO
Davide Lacerenza a La Zanzara: “Ringrazio la magistratura italiana per avermi fermato, non so come faccio ad essere ancora vivo”. “Pippavo dai cinque ai dieci grammi di cocaina al giorno, restavo sveglio anche per 48 ore”. A La Zanzara su Radio 24 Davide Lacerenza, l’ex re delle notti milanesi parla della sua rinascita lontano: “Non la chiamo più così, non uso nemmeno la parola bamba. Per me è la sostanza, al centro di recupero ho lavorato pure sulle parole”.
“Io un narcos? Non ho mai spacciato, la compravo per me, ne consumavo tanta e, a volte, la cedevo ai clienti”. “Spesso pippavo la roba dei clienti, perchè alcuni si portavano la loro in Gintoneria”. “Pappone? Assolutamente no, mai guadagnato da una donna. Ma i reati sono quelli, e ho sbagliato”.
“Le stesse escort che venivano da me le trovi adesso in altri locali, prendono settanta euro a serata dai pr e aspettano i clienti ai tavoli. Non è cambiato nulla. Nei bagni c’è sempre la fila”. “Le escort? Avevo la lista sul telefono con tutti i numeri e quello che facevano”. “I domiciliari? Mai pensato al suicidio, ma fossi andato in galera non avrei retto”.
“Il primo mese rinchiuso in casa ho continuato a farmi, per la coca ho avuto un ictus”. Poi l’appello ai fan delusi dal suo cambiamento: “Preferisco deluderli, devono capire che la cocaina è una merda che mi ha fatto impazzire, ero un’altra persona”. “Mi hanno revocato la licenza, ma voglio riaprire un locale. Lo chiamerò ‘La Renaissance’, la rinascita”.
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“La prostituzione andrebbe legalizzata, la droga no”. “Dico ai ragazzi: piuttosto andate a escort, ma non pippate”. “Mi hanno tolto tutto, non ho più un euro. La mia cantina vale un milione e quattrocentomila euro. Spero di riavere indietro qualcosa ma non ci credo”. “Da me venivano tutti, politici, imprenditori, magistrati. Sul mio telefono ho tutti i nomi coi messaggi”.
A La Zanzara su Radio24 torna, più lucido e sobrio, il re - ormai ex - delle notti milanesi Davide Lacerenza in versione mens sana in corpore sano: “Sto molto meglio di prima, ho perso tanti chili e sono uscito realmente dalla sostanza (cocaina). Inizialmente avevo perso 21kg, ero deperito, ora ne ho ripresi 6 e sono in forma. So di aver sbagliato ma quando entri in quella sostanza maledetta tutto cambia”.
DAVIDE LACERENZA STEFANIA NOBILE
Non la chiami più cocaina, come mai, chiede Cruciani. Lacerenza: “Al SerD (Servizi per le Dipendenze, ndr) ti insegnano a partire da come ci esprimiamo. I medici del centro di recupero mi hanno descritto come un soldato modello, spero di poter uscire da Milano e fare serate in tutta Italia”.
Molta gente ti seguiva e ti idolatrava per quello che facevi e che pubblicavi sui social: le notti folli, la cocaina e lo champagne. Oggi molti tuoi fan si dicono invece delusi da questa tua versione sobria, cosa rispondi?: “Preferisco deluderli e mi auguro che si pentano e capiscano che entrare in quella merda di mondo ti fa diventare un’altra persona. Non sono mai stato un delinquente - prosegue Davide - prima della Gintoneria ero un’altra persona, mi piaceva la ristorazione di alto livello e dopo, quando mi sono trasformato, molta gente che prima mi frequentava ha smesso di seguirmi perchè non ero un buon esempio per i figli. Non sono stato un buon esempio, questo è sicuro”.
Ti hanno descritto come una specie di Escobar…“Non la spacciavo ma la cedevo ai clienti e comunque non sfruttavo le ragazze. Facevo 8/10 mila euro a sera, non avevo bisogno di vendere la droga ma sono stato un pirla”. E continua: “Mai stato uno spacciatore, mai stato un magnaccia, se lo fossi stato mi avrebbero lanciato i pomodori alla finestra invece erano tutti dalla mia parte. La compravo, e anche tanta, perché ero un disgraziato.
Mi chiudevo con i clienti che spendevano, poi spesso provavo la sostanza dei clienti stessi che avevano la loro personale, se la portavano perché non si fidavano della roba degli altri”. Quanti grammi facevi al giorno, chiede Cruciani?: “Facevo 5gr al giorno, forse arrivavo anche a 10gr e a volte non dormivo per 48 ore, non sono come faccio a essere vivo.
All’inizio pensi di gestirla, fai uno 0.30gr poi 1, 2, 3 e dopo passi direttamente a farla dal sacchetto, questa è la fine che fanno tutti e io ho perso così cinque anni della mia vita. Ho rischiato anche un ictus a causa della sostanza, ne avevo fatta troppa”.
E aggiunge: “Ci tengo a ringraziare la magistratura per avermi fermato, sono pronto a ripartire da zero e non m'importa che mi abbiano portato via tutto”. “La cocaina chi la portava?”, chiede il conduttore. Lacerenza: “Usciranno altri documenti, ma non era gente che spacciava alla stazione centrale. Non so nemmeno i nomi, la portavano, la provavo e se era buona la compravo”.
Poi Cruciani gli chiede del giro di prostituzione ed escort e se, secondo lui, bisognerebbe legalizzare ipotizzando un ritorno alle case chiuse - Lacerenza: “Legalizzerei certamente la prostituzione ma non la droga, quando provi una volta magari legalizzandola facendola vendere in farmacia anche a 10-20 euro dopo è la fine. Le escort nei locali servono, ci sono sempre state anche prima della Gintoneria, io avevo sul telefono la lista con tutti i nomi delle tipe con scritto quello che facevano e cosa non facevano, non esce etc.
Avere le ragazze nei locali serviva, è sempre servito. Oggi le ragazze che venivano da me vanno in altri locali molto lussuosi e tante le ho riconosciute in qualche locale dove sono andato. Gli danno da mangiare e le pagano 70 euro, la classica “cena-immagine”, è sempre così da sempre”. “In questi mesi che sei stato ai domiciliari, l’astinenza si è fatta sentire? Hai mai pensato al suicidio?”, chiede Cruciani.
COCAINA ALL INTERNO DELLA GINTONERIA DI DAVIDE LACERENZA
La risposta di Lacerenza: “Sono stati mesi molto lunghi ma non ho mai pensato al suicidio. Se fossi stato in carcere, da come me lo hanno raccontato, non so se l’avrei retto. Per quanto riguarda l’astinenza non ho sofferto molto anche perché a casa mi facevo i discorsi allo specchio.
Ho chiuso con tutto, la sostanza e l’alcol. Andavo al cimitero quando avevo i pochi momenti di lucidità a trovare mia madre e le chiedevo di farmi smettere. Mi sono messo a dieta. È stato comunque difficile smettere, all’inizio qualcuno me la portava quando ero ai domiciliari, me la lanciavano… - Il mio errore più grande? Fare i video ed esagerare con la sostanza”.
Poi Cruciani chiede a Davide se un giorno vorrà riaprire un locale: “Mi hanno revocato la licenza ma vorrei aprire un altro locale, lo chiamerei “La Renaissance”. Pensi che ci siano vittime nella tua vicenda? Persone che a causa tua hanno buttato un sacco di soldi o giovani che hanno cominciato, per causa tua, ad usare cocaina?”, chiede in ultimo Cruciani.
La risposta di Lacerenza: “Molti di quelli che venivano da me bevevano gratis, mangiavano gratis, qualcuno faceva insieme a me uso della sostanza, io sono stato un pirla ma non ci sono vittime. Non ho mai spennato nessuno, la clientela era fatta di tutta gente che veniva e spendeva. Politici, magistrati, ho tutti i nomi sul mio telefono coi messaggi.
Non credo che ci siano ragazzi che abbiano cominciato a pippare perché mi hanno visto sui social ma di sicuro sono stato un cattivo esempio, il mio appello è a non entrare in quella merda lì, piuttosto andate a escort”.
DAVIDE LACERENZA IN TRIBUNALE A MILANO - FOTO LAPRESSE - 1
GIUSEPPE CRUCIANI - DAVIDE LACERENZA
ragazza in gintoneria
davide lacerenza spinge la cocaina nel sedere di una ragazza
DAVIDE LACERENZA IN TRIBUNALE A MILANO - FOTO LAPRESSE - 3
davide lacerenza 1





