trump jack ma katy perry

IL PIZZINO DI MISTER ALIBABA A TRUMP: ‘LAVORIAMO INSIEME O SARÀ UN DISASTRO" - DOPO LE MINACCE DI THE DONALD DI TASSARE L'EXPORT DI PECHINO FINO AL 45%, JACK MA INVITA IL NEO-PRESIDENTE A NON TRASCURARE LE RELAZIONI CON PECHINO - IL CASO KATY PERRY E IL RISCHIO DI UNA NUOVA GUERRA COMMERCIALE TRA PECHINO E WASHINGTON

Angelo Aquaro per “repubblica.it”

JACK MAJACK MA

 

L'uomo più ricco della Cina ha un messaggio per il nuovo padrone dell'America: se Donald Trump non lavorerà fianco a fianco con Pechino "sarà un disastro". L'allarme arriva all'indomani dell'incoronazione a sorpresa che ha mandato nel panico mezzo mondo. E per una curiosa coincidenza arriva anche nel giorno più importante per Jack Ma e Alibaba, la sua creatura da 231 miliardi di dollari: il lancio del Singles Day che si appresta a battere ogni record mondiale di vendita online.

 

DONALD TRUMP TRA I SUOI ELETTORIDONALD TRUMP TRA I SUOI ELETTORI

A Shenzhen è tutto pronto per il countdown che stasera, prima che riscoppiasse la guerra commerciale, doveva portare sul palco della festa cinese in diretta tv una madrina americanissima come Katy Perry: l'anno scorso il Double 11, com'è anche battezzato l'emporio online che apre appunto l'11-11, l'11 di novembre, totalizzò 14.3 miliardi di dollari, con un balzo del 54% sull'anno prima.

 

Ma quest'anno si punta al bersaglio ancora più grosso: un altro 40% in più, superare i 20 miliardi di dollari, 760 milioni di pacchi spediti, facendo impallidire qualsiasi record, altro che Black Friday o Cyber Monday d'America. Anche applicando alla spesa online tecnologie da fantascienza: come la visita virtuale ai grandi (e americanissimi) magazzini di Macy's.

 

JACK MAJACK MA

Peccato allora che la retorica anticinese di The Donald rischi di rovinare il grande sogno del bazar transoceanico di Ma. L'ex professore di inglese, che con Wang Janlin, il fondatore di Wanda (la più grande impresa immoliare cinese ndr), si rincorre da anni sul podio del più ricco della Cina, entrambi sul filo dei 32 miliardi di dollari è diventato in questi ultimi anni il portabandiera ufficioso della distensione tra Pechino e Washington: proprio lui, per esempio, amico del presidente Xi Jinping dai tempi in cui si trovavano entrambi a Shanghai, ha portato il colosso web del Dragone, campione dell'e-commerce e quindi del commercio trasnazionale per definizione, a quotarsi nel campo "nemico" di Wall Street.

 

Chiaro dunque che adesso, anche se non può darlo a vedere, è come tutti preoccupato della svolta. "Non temo una presidenza Trump" cerca come sempre di smorzare il piccolo grande Jack "e credo che una relazione positiva e salutare tra Cina e Usa sia importantissima". E però. "E però se non ci si mette al lavoro insieme sarà un disastro". Proprio così: un disastro.

 

trump ebrei2trump ebrei2

Le parole dell'uomo di Alibaba ricalcano non a caso le prese di posizione ufficiali cinesi. Il presidentissimo Xi, uscito da pochi giorni vittorioso da un plenum che ne ha rilanciato la leadership, si è congratulato subito con Trump: ricordandogli però la necessità "del rispetto reciproco" e della "collaborazione vantaggiosa per entrambi".

 

Il che non è proprio quello che il miliardario ha annunciato in campagna elettorale: smetteremo di permettere alla Cina di manipolare i tassi di cambio del yuan, tasseremo il loro export fino al 45%, riporteremo in America i posti di lavoro che ci hanno rubato. Jack, che dietro l'ormai proverbiale affabilità nasconde un fiuto per gli affari certo non secondo a quello del tycoon Usa, fa buon viso:

 

jack ma 1jack ma 1

"È un tipo intelligente, si correggerà, non trascurerà le relazioni tra Cina e America". Un conto, d'altronde, è la campagna elettorale: un altro la realtà di tutti i giorni, come fra l'altro si augura oggi anche il Financial Times, sottolineando il cambiamento di tono dell'ex divo di The Apprentice nel primo discorso dopo il voto. "Ogni volta i politici parlano così" continua Mister Alibaba a CnnMoney.

 

"Ma io credo che quando diventano presidenti, quando hanno quel peso... Il mondo non è così semplice come immaginano". Peccato che proprio convincendo gli americani che sarebbe stato semplicissimo rimettere ordine al mondo Trump è finito alla Casa Bianca. Jack insiste: "Dobbiamo rispettare le culture reciproche e scordarci di quello che abbiamo combinato nell'ultimo secolo".

KATY PERRYKATY PERRY

 

Fosse, anche qui, semplice. Forse, per capire quanto sia difficile raccapezzarsi in questo guazzabuglio geo-economico, sia Jack che Donald dovrebbero trovare ispirazione proprio dall'ospite che doveva allietare il gala di stasera. Katy Perry, la diva che con Lady Gaga e tanti altri da Bruce Springsteen in giù ha fatto campagna appassionata per Hillary Clinton, si è pubblicamente mortificata per il fatto che i suoi genitori hanno votato per The Donald: lo vedete com'è difficile far combaciare cuore, testa e portafoglio in tempi di globalizzazione? E sarà un caso che proprio all'ultimo minuto la cantante ha dovuto annullare il suo show? Dal quartier generale di Alibaba minimizzano: "Questioni di famiglia: ma questo show va a di là di una persona sola". Il caso quindi c'è?

 

jack ma 2jack ma 2

Lo show che salta è la dimostrazione di come complicate siano ormai complicate le relazioni tra Pechino e Washington. Ecco perché è importante quello che scrive Bloomberg, e cioè che lo stesso neopresidente dovrebbe dare un'occhiata allo show di Alibaba: per scoprire per esempio che entro 4 anni i consumatori online qui raggiungeranno i 61 milioni.

 

Vogliamo rinunciare a un business del genere? Se non la ragion di Stato, speriamo dunque che il presidente-imprenditore saprà riconoscere almeno la ragione di mercato. Altrimenti sì che ce lo ricorderemo tutti l'avvertimento dell'uomo più ricco della Cina al nuovo padrone d'America: sarà un disastro.

JACK MAJACK MAjack ma  jack ma

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?