tommaso foti pnrr recovery

PNRR, COME SI CAMBIA PER NON FALLIRE – IL GOVERNO MODIFICA ANCORA GLI OBIETTIVI DEL RECOVERY, PERCHÉ I RITARDI SU MOLTI PROGETTI SONO ORMAI INCOLMABILI: I MINISTERI COINVOLTI CHIEDONO MODIFICHE SU 170 OBIETTIVI, IL 48% DELLE SCADENZE RIMASTE DA CENTRARE – I TAGLI PROPOSTI COLPISCONO LE COLONNINE DI RICARICA ELETTRICA, L’IDROGENO VERDE E I POSTI LETTO PER UNIVERSITARI – IL RIMESCOLAMENTO PUNTA A FINANZIARE CON I FONDI DEL “NEXT GENERATION EU” LE OPERE CHE HANNO PIÙ PROBABILITÀ DI ESSERE COMPLETATE ENTRO IL 2026 – LE TRATTATIVE CON BRUXELLES SONO IN CORSO MA POTREBBERO ANDARE PER LE LUNGHE…

IL PNRR CAMBIA MENO COLONNINE PER LE AUTO E PIÙ BIOMETANO

Estratto dell’articolo di Mario Sensini per il “Corriere della Sera”

 

giorgia meloni tommaso foti - foto lapresse

Meno binari ferroviari e colonnine di ricarica elettrica, ma più sostegni alle automobili super ecologiche. Meno idrogeno verde, ma più biometano. Meno posti letto, ma più borse di studio agli universitari.

 

Il governo italiano, a un anno dal traguardo, cambia ancora gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato anche con le risorse Ue.

 

[...]

 

Pnrr Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Quindi, in vista del pagamento della settima rata, altri 18 miliardi che porterebbero le risorse finora concesse a 140, si cambia. Per le tratte ferroviarie si useranno altri fondi che potranno essere spesi, a differenza di quelli del Pnrr, dopo il ‘26.

 

Altri progetti vengono ridimensionati e si liberano risorse, che il governo è intenzionato ad utilizzare anche se finora, a un anno dalla fine del Piano, è riuscito a spendere solo 70 miliardi dei 122 ottenuti finora dalla Ue.

 

PNRR, DA RIVEDERE IL 48% DEL PIANO

Estratto dell’articolo di Gianni Trovati e Manuela Perrone per “il Sole 24 Ore”

 

CHIAGNI E FOTI - MEME BY EMILIANO CARLI

Prende forma, finalmente, la nuova rimodulazione del Pnrr su cui il governo ha avviato due mesi fa il negoziato con la Commissione europea. Ma il panorama non è definitivo, perché nella lista delle incognite resta il destino di programmi cruciali, come quelli di Transizione 5.0.

 

L’elenco delle 107 correzioni richieste dalle amministrazioni titolari degli interventi (96 investimenti e undici riforme), che investono quindi il 30,4% dei 351 obiettivi (su 621 totali) ancora da raggiungere per ottenere le ultime quattro rate dei fondi comunitari, scandisce le 25 pagine della relazione «sintetica» con cui il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e la Politica di coesione Tommaso Foti, si è presentato ieri in cabina di regia.

 

PNRR

La proposta è stata approvata dai colleghi di governo e dai rappresentanti degli enti territoriali. Ma è lo stesso documento governativo a precisare che i ministeri sollecitano modifiche per 170 fra target e milestone, cioè il 48% delle scadenze rimaste da centrare.

 

 

Le trattative con Bruxelles sono in corso, dopo la partenza ufficiale del confronto sulla revisione il 21 marzo scorso, e il semaforo dovrebbe accendersi, almeno nelle speranze del governo, «entro la fine del mese di giugno». Ma è la stessa relazione ad avvertire che non sarà questa l’ultima tappa della riscrittura del Piano prima della scadenza del 2026, perché la Commissione europea «ha ritenuto di dover concentrare la propria valutazione sulle proposte relative, in via principale, alla settima rata».

 

[...]

 

MATTEO SALVINI IN TRENO

Il cuore dei correttivi già formalizzati si concentra sulla «revisione di buona parte degli investimenti ferroviari», che coinvolge l’Alta velocità sia al Sud (sul lotto Apice-Hirpinia in Campania e sulla Palermo-Catania in Sicilia) sia al Nord, in particolare per quel che riguarda il Terzo Valico dei Giovi.

 

Pesano, in questo quadro, gli imprevisti geologici, incontrati tanto sulle Alpi liguri quanto in Campania, ma anche i «ritardi nello sviluppo del progetto esecutivo» che sulla Salerno-Reggio Calabria «hanno determinato l’erosione dei margini temporali di realizzazione dell’opera».

 

FINANZIAMENTI EUROPEI

Come anticipato su queste pagine, il rimescolamento dei target punta a finanziare con i fondi del Next Generation Eu le opere che hanno più probabilità di essere completate entro l’anno prossimo, spostando su fondi diversi, nazionali e della programmazione della coesione, quelle che richiedono tempi più lunghi.

 

Ma nel ricco filone ferroviario della nuova rimodulazione del Pnrr non c’è solo questo, perché il ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini propone anche una riforma complessiva dei contratti di programma per «migliorare la pianificazione infrastrutturale delle linee» e «introdurre la misurazione delle prestazioni della gestione e degli investimenti infrastrutturali».

 

Questi obiettivi passeranno da una legge che introdurrà nei contratti di programma gli ingredienti chiave del Pnrr, cioè milestone, target, indicatori di performance e criteri di qualità, rafforzerà i poteri dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) e imporrà «un’approfondita analisi costi-benefici» degli investimenti superiori a 50 milioni di euro.

 

[...]

 

giorgia meloni tommaso foti - foto lapresse

Anche se non definitivo, insomma, il restyling in corso sul Pnrr è profondo, e promette di rianimare le discussioni politiche su un tema finito “in sonno” negli ultimi mesi. Per prevenirle Foti ci tiene a ribadire il «primato europeo dell’Italia», che «sarà confermato con l’incasso della settima rata attualmente in fase di verifica finale da parte della Commissione europea».

 

A quel punto, sottolinea il ministro, l’Italia avrà ricevuto 140 miliardi corrispondenti al 72% della dotazione complessiva e, in termini di performance, si raggiungerà circa il 55% degli obiettivi programmati».

matteo salvini - foto lapresse

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?