accampamenti in vaticano

CAPITALE A 5 STELLE - PENTOLE, FORNELLETTI, SACCHI A PELO, STENDINI, COPERTE STESE ANCHE SUL COLONNATO DEL BERNINI: A POCHI PASSI DA PIAZZA SAN PIETRO I SENZATETTO HANNO MESSO IN PIEDI IL LORO ACCAMPAMENTO SOTTO GLI OCCHI ATTERRITI DEI TURISTI - “CATTIVI ODORI DA BAGNO A CIELO APERTO” - FOTO

Simona de Santis per il Corriere della Sera

 

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Lo stendino l' ha portato Ana, 41 anni: «Lavo i vestiti ogni giorno», dice indicando la sua maglia nera. Lungotevere Vaticano, a due passi da via della Conciliazione e da piazza San Pietro: da qualche mese si sono accampati proprio sulla direttrice che da via Pio X porta a Castel Sant' Angelo, percorsa ogni giorno da centinaia di turisti e romani, un gruppetto di cinque polacchi insieme a Raffaele, che è di Napoli, e Ana, colombiana, che dorme vicino a una connazionale. «Facciamo selezione qui, stiamo solo noi - spiega - Io prima lavoravo a Brescia in una fabbrica, poi niente, sono venuta a Roma, mio figlio Simon sta in Colombia, sai ha 22 anni...è difficile». Mastica un po' le parole Ana, colpa di qualche bicchiere di troppo che le annebbia la vista già a mezzogiorno.

 

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Hanno pentole, fornelletto e sacchi a pelo per riposare durante il giorno. «Ma andiamo al Vaticano la sera - interviene Raffaele, 48 anni, 23 dei quali passati in carcere (anche se non vuole raccontare il perché) - alcuni giorni ci danno pure un panino, a volte con il formaggio...a volte vuoto». Piatti, barattoli e bicchieri appoggiati sul muretto che delimita l' argine del Tevere e il filo per stendere i panni, teso tra un albero e un palo (ex cartello stradale), di certo non passano inosservati, come è impossibile non sentire l' olezzo che, complice anche il gran caldo, diventa particolarmente acre e si diffonde ben oltre la manciata di metri quadrati dove è stato tirato su il mini-accampamento. Lo descrive al Corriere un lettore, Tommaso Gozzetti, con tanto di foto allegata: «...cattivi odori di bagno a cielo aperto».

 

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Oltrepassando ponte Vittorio Emanuele II e, girando in tutta l' area intorno a piazza San Pietro, di «dormitori a cielo aperto» se ne vedono parecchi. C' è finanche chi, in pieno giorno, stende una trapunta tra gli imponenti pilastri del colonnato di San Pietro, opera di Gian Lorenzo Bernini, e si sdraia cercando un po' d' ombra. In via Padre Pfeiffer Pancrazio, che porta dritto dentro Borgo, persino le fioriere inutilizzate sotto alle finestre di un antico palazzo diventano giaciglio di fortuna: una coperta, una busta appoggiata vicino ai piedi e, dopo ore, l' uomo è ancora lì. Se i bivacchi dei senza fissa dimora cambiano più o meno ogni giorno nella zona, chi passa per piazza della Città Leonina, distante un minuto a piedi (86 metri) da Porta Sant' Anna, uno degli ingressi principali della Città del Vaticano e della farmacia vaticana, non può non aver visto i due lettini da spiaggia che un' anziana usa per dormire e le poche cose che ha per vivere - due sedie, una bacinella, un tavolino -, poggiate vicino a una fontana.

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Il ritorno verso piazza Pia, che si snoda tra i vicoli stretti di Borgo Santo Spirito e le strade meno percorse dai turisti ma piene di storia, come vicolo delle Palline, è uno slalom poco edificante tra cartacce e rifiuti di ogni genere. Nel viavai di turisti con i cellulari tesi verso la Cupola di San Pietro, ecco ancora Martin, uno dei polacchi di lungotevere Vaticano: «Ma ci cacceranno via? - chiede preoccupato - io cerco un lavoro, ma è difficile trovare lavoro?». Parla in inglese Martin, 46 anni, nome insolito per un cittadino polacco, è arrivato nella Capitale da tre mesi e la sua vita si divide tra l' accampamento del lungotevere e la Caritas: «Ero operaio, la mia famiglia è al mio paese, vicino al confine con la Germania», racconta infine prima di tornare a sedere sul muretto adibito a credenza. Così aspetta che arrivi la notte e un letto per dormire se c' è posto in qualche ricovero per senzatetto: «Non lo trovo mai, alla fine torno sempre qui».

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