maurizio zanfanti zanza

QUESTO È UN CASO DI “TOPA-NOMASTICA” - PRESTO, INTITOLATE UNA STRADA PER RENDERE OMAGGIO AL CHIAVATORE PIÙ FAMOSO D’ITALIA: MAURIZIO ZANFANTI, DETTO “ZANZA” – LA MAMMA 85ENNE DEL “RE DEI VITELLONI” VORREBBE CHE IL COMUNE DI RIMINI DEDICASSE A SUO FIGLIO, MORTO A 63 ANNI MENTRE SI TROMBAVA UNA ESCORT 23ENNE, UNA STRADA PER RICORDARLO. DURANTE 35 ANNI DI ONORATA CARRIERA PARE CHE ABBIA CONQUISTATO 6 MILA RAGAZZE FACENDO VENIRE MOLTE TURISTE A RIMINI...

Estratto da www.leggo.it

 

Maurizio Zanfanti Zanza

Una strada, o una piazza, intitolata a Zanza, quel Maurizio Zanfanti che a Rimini e dintorni è ricordato come il più famoso playboy della Riviera. La proposta viene dalla mamma dell'uomo, scomparso prematuramente a 63 anni nel modo che più lo rappresentava: è stato colpito da un infarto nel settembre del 2018, mentre si trovava appartato in auto per un rapporto sessuale con una 23enne. L'idea della signora Teresa Succi, 85 anni, è stata raccolta dalla stampa locale e non ha mancato di dividere gli animi.

 

«Mio figlio Maurizio ha aiutato e non poco il turismo in questa città. Ha fatto tanto per Rimini», ha detto la mamma del "re dei vitelloni", che ammette commossa di ricevere ancora oggi lettere provenienti da tutta Europa da parte delle sue conquiste. E sono tante. Secondo gli amici, Zanza «ha conquistato 6.000 ragazze in 35 anni di onorata carriera».

Maurizio Zanfanti Zanza

 

A farsi portavoce dell'idea di intitolare una strada di Rimini a Zanza - sulle pagine del Resto del Carlino - è Giuliano Lanzetti, titolare del Bounty Pub e figlio di Walter, patron della discoteca Blow Up in cui il re dei playboy ha messo a segno gran parte delle sue conquiste tra il 1972 e fine anni Novanta.

 

«Una via intitolata a Zanza? Mi sembra troppo poco, visto che stiamo parlando di un mito, una leggenda, un uomo che attraverso le sue conquiste femminili ha dato un contributo fondamentale al turismo di Rimini e della riviera. Non solo nei suoi trent’anni di "attività", ancora oggi registi, documentaristi e inviati mi chiamano per farmi raccontare la storia di Maurizio Zanfanti. Io chiedo che gli venga dedicata una statua o un busto, sono pronto a pagarla di tasca mia, da erigere nella nuova rotonda di Bellariva che è ancora senza nome».

Maurizio Zanfanti Zanza

 

Non tutti a Rimini sono convinti dell'opportunità di una "via Zanza". «Non sono d’accordo con l’intitolazione toponomastica – dice Marto Tonti, presidente Arcigay Rimini –. Niente contro la persona, ma è un tipo di mito dal quale Rimini deve distaccarsi. Specie oggi che è in corsa come Capitale della Cultura 2026. In quegli anni lo sciupafemmine ci poteva stare, ma non è cosa da prendere ad esempio come modello oggi. Non servono epigoni di Zanza».

 

Conosciuto anche all'estero, soprattutto nei Paesi nordici come Svezia e Norvegia, ma anche nel Regno Unito e in Germania (la "Bild" gli dedicò due pagine speciali), Zanza aveva 63 anni e la notte della sua morte, il 27 settembre del 2018, aveva telefonato a una giovane amica, una escort di 23 anni, per un appuntamento veloce. Dopo il rapporto sessuale con la donna, tuttavia, si è sentito male, perdendo le forze e infine la vita. […]

 

Maurizio Zanfanti Zanza

Tante le leggende sul suo conto, come quella della statua in cera in un paesino della Svezia eretta in sua memoria dalle sue ex fiamme, oppure della suo foto con autografo conservata dalle turiste che estate dopo estate tornavano a Rimini per rivivere l'emozione di una notte con Zanza.

Maurizio Zanfanti ZanzaMaurizio Zanfanti ZanzaMaurizio Zanfanti ZanzaMaurizio Zanfanti ZanzaMaurizio Zanfanti ZanzaMaurizio Zanfanti ZanzaMaurizio Zanfanti Zanza

 

Maurizio Zanfanti Zanza

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…