matteo salvini open arms migranti

SI SALVINI CHI PUÒ – AL PROCESSO OPEN ARMS, LE PARTI CIVILI CHIEDONO OLTRE UN MILIONE DI EURO DI RISARCIMENTO AL LEADER LEGHISTA – DOPO LA RICHIESTA DEI PM DI CONDANNA A 6 ANNI PER IL CAPITONE, È STATO IL MOMENTO DEI RAPPRESENTANTI DELLE ONG CHE SI SONO COSTITUITI IN GIUDIZIO – LA TESTIMONIANZA DI UN MIGRANTE SALVATO: “HO VISSUTO MOMENTI TERRIBILI” – GIULIA BONGIORNO, AVVOCATO DI SALVINI: “SOLIDARIETÀ AI PM CHE HANNO SUBITO MINACCE PER AVERE CHIESTO LA CONDANNA DEL VICEPREMIER”

Estratto dell’articolo di Manuela Modica per www.ilfattoquotidiano.it

 

matteo salvini - processo open arms

“Il mediterraneo è ormai luogo di morte. I nostri fondali sono pieni di cadaveri. Se tanti bambini, donne e uomini oggi sono in vita è anche grazie a Open Arms“, così ha parlato Arturo Salerni, avvocato dell’Ong durante l’udienza del processo a carico di Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio.

 

Dopo la requisitoria della procura, che lo scorso sabato 14 settembre ha chiesto la condanna a 6 anni per il leader della Lega, è stata oggi la volta dei difensori di parte civile, una ventina in tutto (tra cui anche Arci, Legambiente, Emergency e il comune spagnolo di Barcellona) costituitesi contro il vicepremier.

 

Alla Corte chiedono di riconoscere anche la responsabilità civile, oltre a quella penale, per Matteo Salvini: la richiesta complessiva è di oltre un milione di euro come risarcimento danni nei confronti dei propri assistiti, sia singoli naufraghi sia associazioni e organizzazioni non governative.

 

open arms

E proprio oggi in aula si è presentato Musa, uno dei migranti che restò a bordo della Open Arms nell’agosto del 2019. La cui storia è stata ripercorsa oggi dalla sua legale, Serena Romano. Partendo dal suo sogno: quello di venire in Italia a giocare a calcio. “Ma nel carcere libico in cui era stato rinchiuso gli avevano inferto colpi di bastone alle piante dei piedi fino a rompergliele.

 

A 12 anni aveva lasciato il Gambia assieme allo zio, poi morto in mare durante un tentativo di fuga dalla Libia per raggiungere l’Europa. Mentre Musa è rimasto per tre anni rinchiuso nel carcere libico. Aveva solo 15 anni quando il primo agosto da un barchino di 12 metri che imbarcava acqua fu portato a bordo di Open Arms. Assieme a Musa, c’erano 54 persone: 16 donne, di cui due incinte, 20 minori, due neonati. Questo per definire il carico umano che per l’imputato costituiva fonte di pericolo per i nostri confini nazionali”.

 

[…]

 

matteo salvini - processo open arms

“La nostra solidarietà ai pm che in questi giorni hanno subito minacce per avere chiesto la condanna del vicepremier”, ha sottolineato Fabio Lanfranca avvocato di Mediterranea saving humans, che in aula ha anche ricordato come nei giorni scorsi la Mare Jonio, la nave della Ong italiana, ha avuto dei controlli da parte di ispettori della Guardia costiera di Trapani, subendo il fermo amministrativo. Secondo il legale della Ong è stato un “atto vessatorio”: “Dopo 10 ore di ispezione è stato ordinato alla nave di dismettere tutti i mezzi di soccorso presenti a bordo. Si tratta di un provvedimento inedito, vessatorio, oltre che illegittimo, che verrà impugnato nelle sedi opportune”.

 

giulia bongiorno matteo salvini - processo open arms

Ma il giorno delle parti civili diventa soprattutto il giorno dei racconti dei migranti soccorsi quell’estate da Open Arms. “I miei assistiti, migrati dalla Nigeria, ormai vivono in Francia e non hanno voluto tornare in Italia. Un rifiuto categorico anche perché non pensavano di potere essere creduti: sono stati d’altronde messi in discussione dall’imputato come malati, come naufraghi, perfino sono stati messi in dubbio i loro dati anagrafici. Quell’estate Salvini in video parlava di finti malati e finti minori”, ha sottolineato l’avvocata Silvia Calderoni.

 

Nell’agosto del 2019 sulla nave della Ong c’era anche Berna Tedvos Teklay, 19 anni: “I tatuaggi di Berna hanno svelato la sua appartenenza religiosa al cristianesimo, motivo per i suoi carcerieri in Libia per picchiarlo e torturarlo, mentre la moglie veniva portata via e violentata”, ha raccontato, invece Lanfranca.

matteo salvini - processo open arms

 

“Si è più volte sostenuto che ci sia stato un atto politico, ma così non è, non lo dice il pm di questo processo ma la Corte Suprema di Cassazione quando sentenziò che il rilascio del porto sicuro è un atto amministrativo e in quanto tale suscettibile di sindacato da parte di qualsiasi tribunale”, ha puntualizzato anche Michele Calantropo, legale di Arci.  […]

matteo salvini - processo open armsMATTEO SALVINI A PALERMO PER IL PROCESSO OPEN ARMSMATTEO SALVINI NEL VIDEO SUL CASO OPEN ARMS

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?