donald trump

IL PROCESSO STORMY DANIELS? TRUMP PUO' SFANGARLA – I DETRATTORI DEL TYCOON SPERAVANO DI AZZOPPARLO IN VISTA DELLE PRESIDENZIALI, MA L’UNICO PROCESSO CHE ANDRA’ A SENTENZA PRIMA DEL VOTO NON LO DANNEGGERÀ - LE PAROLE DEL TESTIMONE CHIAVE, MICHAEL COHEN, NON SONO CORROBORATE DA PROVE CONCRETE E SERVE L’UNANIMITÀ DI TUTTI I GIURATI: BASTERÀ CHE UNO SOLO SI RIFIUTI DI CONDANNARE TRUMP PER FAR FINIRE IL PROCESSO A TARALLUCCI E VINO – MA SE SI ARRIVASSE A UNA SENTENZA SFAVOREVOLE...

Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”

 

donald trump 2

Dopo 20 giorni passati in tribunale (in media quattro alla settimana) e 22 testimoni, il processo a Donald Trump, accusato di aver nascosto i pagamenti alla pornostar Stormy Daniels, volge alla fine. Domani ci saranno le arringhe conclusive ed è possibile che la giuria arrivi al verdetto già questa settimana.

 

stormy daniels pornstar

Sarà l’unica sentenza penale prima delle elezioni di novembre: gli altri tre processi sono nel limbo. Anche per questo il tribunale Art déco di Manhattan, costruito negli anni Quaranta nel luogo dove ai tempi di Dickens sorgeva un complesso denominato «le tombe» per le miserabili condizioni delle sue prigioni, è stato per un mese the place to be del giornalismo americano. […]

 

a tener svegli tutti ha contribuito Stormy Daniels (con dettagli come l’aver sculacciato Trump con una rivista: lui ha imprecato in aula, ammonito dal giudice Juan Merchan). Ci sono stati altri momenti drammatici, quando le ex dipendenti Hope Hicks e Madeleine Westerhout hanno pianto sotto giuramento (e sotto lo sguardo attento di Trump); quando Merchan ha mandato via i giornalisti per redarguire Robert Costello, testimone della difesa che aveva sbuffato «Gesù!», contestando il giudice.

donald trump 1

 

Un giorno ci siamo trovati seduti accanto a Michael Wolff, autore del bestseller Fuoco e furia sulla presidenza Trump, che si diceva colpito dalla «chiarezza delle prove contro l’ex presidente». La procura ha iniziato con David Pecker, l’editore di tabloid che nascose nel 2016 storie dannose sul suo amico Donald per influenzare l’esito delle elezioni, e ha concluso con il testimone chiave Michael Cohen, avvocato di Trump che pagò Stormy quando minacciava di parlare del rapporto sessuale col tycoon: Cohen ha detto di aver agito su ordine del capo, che lo rimborsò con documenti falsi («spese legali»).

stormy daniels in tribunale

 

Come andrà a finire? Le probabilità di una condanna sono buone (anche perché siamo a Manhattan) ma non è affatto una certezza, secondo Ankush Khardori, ex procuratore federale che scrive per il sito Politico e ci tiene il posto in fila all’alba mentre andiamo a comprare il caffè.

 

donald trump alla convention della national rifle association

Per ottenere la condanna, l’accusa dovrebbe aver convinto i giurati non solo che Trump fosse a conoscenza della falsificazione dei documenti, ma che questo sia stato fatto per nascondere un altro crimine (interferenza elettorale: evitare che gli elettori nel 2016 sapessero che aveva pagato una pornostar). Lo dice Cohen, ma non è corroborato da prove definitive, per cui molto dipende dalla credibilità di un uomo che in passato ha mentito in tribunale e al fisco (e rubato 60 mila dollari alla Trump Organization).

 

donald trump ascolta la testimonianza di stormy daniels

Anderson Cooper della Cnn ha deliziato i trumpiani dicendo che i giurati non lo riterranno credibile. Basta che uno solo rifiuti di condannare Trump perché manchi l’unanimità e in tal caso il giudice potrebbe dover annullare il processo: una vittoria per Trump.

 

Una condanna, che sfocerebbe in un lungo processo d’appello, potrebbe secondo un sondaggio dissuadere un quinto dei sostenitori di Trump dal votarlo, ma c’è chi pensa che tra 5 mesi influirà poco in un’elezione in cui la priorità è l’economia. Trump ha saputo navigare il processo.

chuck zito 3

 

Ha evitato di deporre per non auto-danneggiarsi. Pur dicendosi costretto a recarsi in tribunale da un sistema «corrotto e asservito a Joe Biden», appariva in tv due volte al giorno in conferenza stampa, ha fatto comizi non ortodossi che hanno fatto notizia (con successo nel Bronx, con fischi alla convention «libertaria»). E ha chiamato in aula i suoi alleati del Congresso e persino un leader della gang dei motociclisti Hells Angels: tutti pronti ad attaccare il sistema giudiziario per lui.

donald trump in tribunale la testimonianza di stormy daniels in tribunale a new yorkron jeremy stormy danielsdonald trump in tribunale a new york stormy daniels hest debutto porno 2002stormy daniels a oxford 1stormy daniels playboy 1stormy daniels playboydonald trump ascolta la testimonianza di stormy daniels donald trump 3

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…