putin macron

"INCONTRARE BIDEN? AD ESSERE ONESTI, VOLEVO ANDARE A GIOCARE A HOCKEY SU GHIACCIO" - QUATTRO GIORNI PRIMA CHE SCOPPIASSE LA GUERRA IN UCRAINA, EMMANUEL MACRON PROPOSE A VLADIMIR PUTIN UN VERTICE CON IL PRESIDENTE AMERICANO PER EVITARE UN CONFLITTO, E RICEVETTE UNA RISPOSTA SPREZZANTE - NELLA TELEFONATA, I DUE CAPI DI STATO SI SONO POI AFFRONTATI IN MODO PIUTTOSTO DURO SUGLI ACCORDI DI MINSK - GIOVEDÌ "FRANCE 2" LA MANDERA' IN ONDA ALL'INTERNO DI UN DOCUMENTARIO E...

Francesca Galici per il Giornale

 

Emmanuel Macron con la moglie Brigitte

Emergono nuovi retroscena sulla guerra in Ucraina, che danno chiare indicazioni su quali fossero, fin dall'inizio, gli obiettivi di Vladimir Putin. Dalle trascrizioni delle trattative che si sono tenute a febbraio tra Emmanuel Macron e il presidente della federazione russa, si evince come i contatti tra i due siano stati molti intensi nei giorni subito prima dell'attacco all'Ucraina, ordinato da Putin durante la notte tra il 23 e il 24 febbraio.

 

Vladimir Putin gioca a hockey

Il presidente francese ha utilizzato tutti gli strumenti persuasivi in suo possesso per far desistere il suo omologo russo dall'invadere l'Ucraina, proponendogli anche di incontrare il presidente americano, Joe Biden. La risposta di Putin è quella che non ci si aspetta durante un colloquio diplomatico teso a evitare lo scoppio di un conflitto: «Per essere sincero, volevo andare a giocare a hockey; ti parlo dalla palestra, devo cominciare degli esercizi, ma prima chiamerò i miei consiglieri». Una risposta senz'altro spiazzante da parte del presidente della Federazione russa, che fa emergere i tratti freddi e distaccati del suo carattere e delinea anche il suo distacco da quello che ben sapeva potesse essere una tragedia umanitaria con centinaia di migliaia di innocenti morti e feriti.

 

Emmanuel Macron

Questo stralcio di conversazione fa parte di un documentario che la rete televisiva pubblica France 2 trasmetterà in esclusiva il prossimo giovedì. È solo un passaggio di una conversazione durata circa 9 minuti che si svolge il 20 febbraio, quando la Russia si preparava ad attaccare l'Ucraina. La discussione non è stata particolarmente distesa, stando a quanto si evince dalle trascrizioni.

 

I due capi di Stati si sono affrontati in modo piuttosto duro sugli accordi di Minsk, sui quali Putin ha accusato Macron e Sholz di avergli mentito in merito alle intenzioni del loro omologo ucraino: «Tu e il cancelliere Scholz mi avete detto che Zelensky era pronto a fare una mossa, che aveva preparato un disegno di legge per attuare gli accordi di Minsk». Poi Putin ha rincarato la dose proprio contro Macron: «Hai detto che gli accordi di Minsk devono essere rivisti, cito, "in modo che siano applicabili"».

 

Emmanuel Macron con Zelensky

Macron ha mantenuto la calma e ha negato di aver detto quelle parole, sottolineando di aver solo dichiarato che gli accordi di Minsk debbano essere applicati. Il discorso in quell'occasione si è poi spostato sui separatisti filorussi, sui quali i due leader concordano di avere una visione completamente diversa della questione. «Ascolta Emmanuel, non capisco il tuo problema con i separatisti. Almeno hanno fatto tutto il necessario, su nostra insistenza, per aprire un dialogo costruttivo con le autorità ucraine», dice ancora Putin, riportando gli articoli di Minsk secondo una sua personale interpretazione, non concorde con quella reale e data da Macron in merito agli accordi con l'Ucraina. «Non so quale giurista saprà dirti che in un Paese sovrano i testi delle leggi sono proposti dai gruppi separatisti e non dalle autorità democraticamente elette», sottolinea Macron.

 

Putin Macron 7 febbraio 2022

Dall'altra parte del telefono, Putin è stato fermo sulla sua posizione, accusando in più occasione il governo ucraino di Zelensky, «salito al potere con un colpo di Stato», di non aver dato seguito alle proposte dei separatisti fatte sulla base di quelle avanzate dalle autorità ucraine. In questo frangente i toni della conversazione sono stati concitati e molto aspri. Emmanuel Macron ha invitato Putin alla calma in quella che in quei giorni era una fortissima escalation diplomatica ma il presidente della Federazione russa l'aveva rassicurato dichiarando che i "piani", quindi le esercitazioni, sarebbero terminati quella sera stessa.

 

macron putin

È a questo punto che, in modo molto malizioso, Emmanuel Macron ha invitato Vladimir Putin a un incontro con Joe Biden a Ginevra, esteso poi a tutti gli Stati europei, per discutere di Ucraina e Nato. Il presidente francese ha prima molto insistito chiedendo al suo omologo di confermare di essere d'accordo sulla linea di principio della necessità di una de-escalation per aprire un dialogo concreto sui temi sui quali il presidente della Federazione russa insisteva. Putin ha confermato in linea di principio di concordare con le soluzioni di Macron: era il 20 febbraio e tutti sanno quello che è accaduto solo 4 giorni dopo.

macron putin

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...