vladimir putin volodymyr zelensky ucraina guerra in ucraina

PUTIN O ZELENSKY: NE RESTERÀ SOLO UNO – LA STRADA PER LA PACE IN UCRAINA PASSA DAL COLLASSO DI KIEV O, IN ALTERNATIVA, DI MOSCA. LO STORICO YAROSLAV HRYTSAK: “PUTIN NE È CONSAPEVOLE, ECCO PERCHÉ CONTA SUL FATTORE TEMPO, SPERA CHE I PAESI OCCIDENTALI ABBANDONINO KIEV. È PIÙ PROBABILE IL COLLASSO RUSSO E LA DEFENESTRAZIONE DI PUTIN” – “CONTRARIAMENTE ALLE CONVINZIONI CHE SI ERA FATTO, LA NATO È RIEMERSA POTENTE. SI È TROVATO SPIAZZATO…"

1. CINA, TENUTA SEMPRE COMUNICAZIONE CON TUTTI, ANCHE UCRAINA

PUTIN ZELENSKY

(ANSA) - La Cina "ha sempre mantenuto la comunicazione con tutte le parti coinvolte nel conflitto Russia-Ucraina, inclusa Kiev". E' quanto ha risposto la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning a una domanda sulla volontà del presidente Volodymyr Zelensky di avere colloqui con la Cina. Mentre su un'altra domanda sul proposito di Zelensky di incontrare l'omologo cinese Xi Jinping, Mao ha detto che "la posizione della Cina sulla crisi ucraina è coerente e molto chiara. E' essenziale chiedere la pace e promuovere il dialogo e una soluzione politica alla crisi. Abbiamo sempre mantenuto la comunicazione con le parti, Ucraina inclusa".

Yaroslav Hrytsak

 

2. CREMLINO, STUDIAMO PIANO CINESE, MA È UN PROCESSO LUNGO

(ANSA) - La Russia intende studiare "con grande attenzione" il piano cinese per una soluzione negoziata del conflitto in Ucraina, ma questo sarà un processo "lungo". Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Il portavoce, citato dalla Tass, ha sottolineato tuttavia che "in questo momento" non ci sono le premesse per "sviluppi pacifici".

 

3. LE STRADE PER ARRIVARE A IMPORRE LA PACE

Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

Yaroslav Hrytsak - Storia dell'Ucraina

Tre considerazioni su questo primo anno di guerra: il fronte occidentale ha tenuto ed è rimasto unito a sostegno degli ucraini; il conflitto si è trasformato nei mesi dal blitzkrieg veloce, sognato originariamente da Vladimir Putin, in lunga guerra d’attrito; l’identità ucraina non è stata forgiata dall’aggressione russa, bensì ha retto proprio per il fatto che era già solida sulle proprie gambe e pronta a combattere per difendersi.

 

Volodymyr Zelensky non ha fatto altro che interpretare fedelmente la diffusa volontà di resistenza della sua gente, da buon attore è stato capace di raccontare i sentimenti ucraini, ecco il motivo della sua immensa popolarità. Sono alcuni dei ragionamenti portanti del «Manifesto per una pace sostenibile» che lo storico 63enne Yaroslav Hrytsak, docente all’Università di Leopoli e autore di una «Storia dell’Ucraina» di prossima pubblicazione in Italia per i tipi del Mulino, presenterà il 4 marzo assieme ad altri intellettuali del suo Paese spinti dalla preoccupazione condivisa per cui «il tempo è a questo punto dalla parte di Putin ed è necessaria una vittoria militare relativamente veloce» per cercare di imporre una pace duratura.

commemorazione anniversario guerra in ucraina

 

Chi collassa prima?

«Contrariamente alle convinzioni che si era fatto Putin negli ultimi anni e alle previsioni degli euroscettici, l’Occidente si è rafforzato con la guerra, la Nato è riemersa potente e unita. Putin s’illudeva di potere negoziare separatamente con Berlino, Roma, Parigi, Washington o Londra, credendo che ognuno avrebbe privilegiato i propri interessi, ma si è trovato spiazzato dalla loro reazione unanime e forte quando hanno condannato in coro l’aggressione. In sostanza, la guerra ha ricreato l’Occidente», spiega Hrytsak.

 

volodymyr zelensky

[…] La via d’uscita? «Il collasso di una delle due parti. Putin ne è consapevole, ecco perché conta sul fattore tempo, spera che prima o poi i Paesi occidentali abbandonino Kiev».

 

[…] Tradotto in termini contemporanei, l’Ucraina deve fare di tutto per vincere entro il 2023. «L’Ucraina sta sanguinando, deve terminare la guerra, ma non al prezzo di un compromesso territoriale, deve recuperare i suoi territori sino ai confini del 1991, compresi Donbass e Crimea.

 

Yaroslav Hrytsak

Il rischio è altrimenti che la pace sia soltanto una tregua che dia a Putin il tempo per riorganizzare l’esercito e tornare presto ad aggredire più forte di prima. Rischiamo di diventare una nuova Cecenia. Dopo i massacri di Bucha e Irpin, dopo le gravissime violenze russe, nessun ucraino è più disposto al compromesso territoriale».

 

[…] È più probabile il collasso russo e la defenestrazione di Putin. E l’eventualità che alla guida di Mosca emerga un dittatore ancora più fanatico? «Non credo, come non credo possa prendere il potere un oppositore del fronte democratico come Aleksei Navalny. Penso piuttosto a una figura minore tra i dirigenti attuali al Cremlino destinata a guidare la transizione, un po’ come avvenne nel 1991».

 

[…] Ma cosa risponde a chi in Europa, e specie in Italia, sostiene che le vere responsabilità dell’attacco russo sono della Nato, la quale dopo il collasso dell’Urss non rispettò i patti e si allargò a est? «Stupidaggini e falsità. Al momento del disfacimento sovietico i dirigenti di Mosca furono d’accordo nel lasciare che l’Ucraina diventasse indipendente, guidati dalla convinzione per cui poi sarebbero stati gli stessi ucraini a chiedere in ginocchio di tornare alla madre Russia.

il video condiviso da zelensky per l anniversario della guerra in ucraina 2

 

Putin ha deciso di invaderci quando ha compreso che volevamo restare nell’Europa libera. Quanto alla Nato, non c’è alcun documento firmato e nessun accordo ufficiale tra le due parti che indichi alcun impegno in quel senso. […] Inoltre, resta sempre valido il principio sacrosanto di autodeterminazione dei popoli. Dopo la fine dell’Urss furono le nostre popolazioni che in massa chiesero alla Nato di affrancarle dalla minaccia di Mosca. […]».

MURALE BACIO PUTIN ZELENSKY 1mosca, propaganda per la guerra in ucrainameme putin medvedev su zelensky a sanremovolodymyr zelensky

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...