
EMERGONO ALCUNE INCONGRUENZE NELLA RICOSTRUZIONE DEI MOVIMENTI DI ANDREA SEMPIO NELLA VILLETTA DEI POGGI DI GARLASCO - MARCO, IL FRATELLO DI CHIARA, DOPO AVER DETTO IN PASSATO CHE I SUOI AMICI (COMPRESO SEMPIO) ENTRAVANO NELLA STANZA DELLA SORELLA, DOVE C’ERA IL PC, E IN SALA TV, PER GIOCARE ALLA PLAYSTATION, ORA HA ALLARGATO IL RAGGIO: “FREQUENTAVANO TUTTI GLI AMBIENTI DELLA CASA, TRANNE LA CAMERA DA LETTO DEI MIEI”. VERSIONE CONFERMATA DA SEMPIO, MA NON DAGLI ALTRI MEMBRI DELLA COMITIVA - MA C’È DI PIÙ: IN UN’INTERVISTA DEL 2016, LA MAMMA DI CHIARA, RITA PREDA, RACCONTAVA: “SEMPIO NON È MAI ENTRATO IN CASA NOSTRA: SUONAVA IL CAMPANELLO, MARCO USCIVA E ANDAVANO IN GIRO PER GARLASCO COME NORMALI DICIOTTENNI” - E L’ATTENZIONE SI SPOSTA SU UN’ALTRA IMPRONTA TROVATA SULLA PORTA DI INGRESSO…
Estratto dell’articolo di Monica Serra per “la Stampa”
[…] Sulle scale che portano a questo seminterrato, nella villetta di via Pascoli a Garlasco, è stato trovato il corpo massacrato di Chiara Poggi il 13 agosto del 2007.
In alto, sulla parete, all'altezza del terzo, quarto gradino, l'impronta di una mano che diciotto anni dopo i consulenti della procura di Pavia attribuiscono ad Andrea Sempio con «15 punti di contatto».
I carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, analizzando le tracce all'epoca ritenute «inutilizzabili», già cinque anni fa ipotizzavano che quella impronta appartenesse all'assassino della ventiseienne. Se non il giorno della mattanza, quando e perché Sempio può aver lasciato una traccia così in alto sul muro di quelle scale?
La procura diretta da Fabio Napoleone lo ha chiesto al fratello di Chiara, Marco Poggi, amico del 37enne e, nel giro di qualche mese dall'ultimo ascolto, la sua versione è cambiata. Mentre fino a marzo, quando lo andavano a trovare, i suoi amici avrebbero frequentato «la sala della tv» e «la camera di Chiara», martedì Marco ha allargato il perimetro: «Frequentavano tutti gli ambienti della casa, tranne la camera da letto dei miei». Dunque, anche la cantina.
impronta riconducibile ad andrea sempio
«In quella villetta io sono stato praticamente in tutte le stanze: dovessero trovare delle mie tracce in giro non mi stupirei», aveva sottolineato a Chi l'ha visto Sempio dopo il secondo invito in caserma per l'acquisizione delle impronte.
Ha aggiunto nelle scorse ore il legale dei Poggi, Gian Luigi Tizzoni: «Marco teneva la PlayStation e i videogiochi nella tavernetta al seminterrato. Quindi è probabile che avessero percorso spesso quelle scale».
[…]
Sentito il 16 febbraio del 2017, nel corso della prima inchiesta sull'amico, Marco Poggi aveva chiarito: «Con Sempio ci vedevamo più volte alla settimana, uscivamo il venerdì e il sabato, alcune volte anche durante la settimana. A volte uscivamo, a volte stavamo a casa di amici, a volte veniva casa mia. Passavamo il tempo a giocare ai videogiochi, nella saletta giù o sul computer in camera di Chiara. Sono sicuro che anche Andrea abbia usato la tastiera e il mouse del computer».
DELITTO DI GARLASCO - CASA POGGI
Il fratello della vittima non avrebbe fatto alcun cenno alla cantina […] Ascoltati come testimoni, Alessandro Biasibetti (nel frattempo diventato frate), Mattia Capra e Roberto Freddi, nelle scorse settimane, avrebbero ribadito che gli unici ambienti che frequentavano in casa Poggi fossero soprattutto «la saletta della tv» e più raramente «la camera di Chiara». E avrebbero precisato che le case in cui si incontravano più assiduamente erano quelle di Capra e Biasibetti.
Quanto spesso si ritrovavano nella villetta dei Poggi? In una intervista alla Provincia Pavese del 24 dicembre 2016, nel corso delle prime indagini poi archiviate su Sempio, la mamma di Chiara, Rita Preda, parla della «solida amicizia che dura da anni» tra il figlio Marco e l'indagato. E racconta: «Sempio non è mai entrato in casa nostra: suonava il campanello, Marco usciva e andavano in giro per Garlasco come normali diciottenni».
[…]
Nel frattempo, però, un'altra impronta diventa fondamentale, la numero 10, finita anche nell'incidente probatorio. Si tratta di una traccia sulla «parte interna» della porta d'ingresso della villetta, forse appartenente a una «mano sporca» di sangue. Per i consulenti quella traccia è oggi comparabile. Il colonnello del Ris Gianpaolo Iuliano e il professore Nicola Caprioli hanno escluso appartenga a Stasi, Sempio o ai familiari della vittima. Il dna di quella mano è ancora conservato dal Ris su un para-adesivo. E i pm ora cercano la sua identità per riscrivere la storia del delitto.
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