
QUANTO GUADAGNA UN INFLUENCER? TROPPO – UN CONTENUTO PUBBLICITARIO SU YOUTUBE PUÒ VALERE DAI 500 EURO AI 35MILA, A SECONDA CHE SI ABBIANO TREMILA O UN MILIONE DI FOLLOWER - SU INSTAGRAM IL CACHET VA DA 100 EURO A 20MILA EURO PER POST FATTI DA CHI HA CINQUEMILA O CINQUE MILIONI DI FOLLOWER. POI C’È TIKTOK: CI SI METTE IN TASCA 50 EURO PER CINQUEMILA FOLLOWER, MA SI ARRIVA A 75MILA EURO PER CHI NE HA OLTRE CINQUE MILIONI – MA C’È UN’ALTRA VARIABILE CHE FA LIEVITARE I GUADAGNI…
Estratto dell'articolo di Elvira Serra per www.corriere.it
Il social più redditizio? YouTube. Lì un contenuto pubblicitario può valere dai 500 euro ai 35 mila, a seconda che si abbiano tremila o un milione di follower. Segue Instagram, con cachet da 100 euro a 20 mila euro per post fatti da chi ha cinquemila o 5 milioni di follower. Poi c’è TikTok, che parte più basso, con 50 euro per cinquemila follower, ma arriva a 75 mila euro con chi ha oltre cinque milioni di follower.
Cenerentola resta la «vecchia» Facebook, piattaforma meno redditizia per chi crea contenuti sponsorizzati: per incassare cento euro bisogna avere almeno 50 mila follower. Ma c’è un’altra variabile, di cui tener conto: l’engagement rate, vale a dire il tasso di coinvolgimento, cioè quante persone commentano e interagiscono con un post.
A fare i conti al mercato degli influencer è DeRev, che si occupa di strategie digitali e che da tre anni calcola il listino dei compensi in Italia: il giro d’affari dell’influencer marketing è di 348 milioni di euro. Ma tutta l’industria della creator economy, trainata da Fashion & Beauty, Gaming e Travel & Lifestyle, muove oltre 1 miliardo di euro (fonte Onim, Brand Marketer Report 2023). Abbastanza da spingere l’Agcom, l’Autorità garante delle comunicazioni, a fissare dei paletti pure per gli influencer, considerati alla stregua dei fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici in Italia responsabili del contenuto editoriale che propongono.
Le nuove regole, che rimandano al Testo unico per la fornitura di servizi di media audiovisivi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l’8 novembre 2021, di fatto stabilisce che anche gli influencer con almeno un milione di follower e un engagement del 2% debbano rispettare regole e trasparenza, specie in tema di pubblicità. Le sanzioni possono arrivare a 600 mila euro o addirittura all’1 per cento del fatturato, nel caso in cui non vengano tutelati i minori.
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Che le cose fossero cambiate lo osserva anche Francesco Ebbasta, regista e direttore artistico di The Jackal: «Sono cambiate le piattaforme, il racconto, le modalità di fruizione e il pubblico. Il nostro modello di branded content è dichiarato esplicitamente già dalla sua nascita, più di 10 anni fa, quando ancora fare pubblicità in Rete era considerato “sacrilego” e noi esordivamo con un moderno carosello digital.
Ora inizia a delinearsi una precisa regolamentazione, grazie anche all’apertura dell’Agcom: alla consultazione dei mesi scorsi ha partecipato attivamente anche il nostro editore, Ciaopeople». Soddisfatte Clio Zammatteo, in arte ClioMakeUp, e Camilla Boniardi, sui social come Camihawke.
Clio, che nel 2022 ha fatturato 11,6 milioni di euro, dice: «Le linee guida dell’Agcom equiparano noi content creators ai servizi media audiovisivi tradizionali: per noi di ClioMakeUp è un riconoscimento importante che dà valore al nostro operato e al settore che abbiamo contribuito a creare. […]». E Camihawke: «Accolgo la notizia di Agcom molto felicemente. Sono anni che, insieme a pochi altri ci battiamo per una maggiore correttezza e trasparenza. Per chi fino a oggi ha lavorato in modo virtuoso non cambierà nulla […]».
CHIARA FERRAGNI – PUBBLICITA PANTENE
CHIARA FERRAGNI – PUBBLICITA PANTENE
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benedetta rossi