giada de pace morta intervento bypass gastrico

“VOGLIAMO SAPERE COSA È SUCCESSO IN QUELLA SALA OPERATORIA, CHI HA SBAGLIATO DEVE PAGARE” - UNA RAGAZZA DI 25 ANNI E’ MORTA A ROMA DURANTE UN INTERVENTO DI BYPASS GASTRICO PER DIMAGRIRE – IL CHIRURGO CHE L’HA OPERATA POTREBBE AVERLE RECISO L’AORTA DURANTE L’OPERAZIONE – IL MEDICO AVREBBE DETTO ALLA MADRE: “MI ASSUMO TUTTA LA RESPONSABILITÀ” DOPO IL DECESSO DELLA FIGLIA – SECONDO I GENITORI L' INTERVENTO DOVEVA ESSERE RIMANDATO...

Michela Allegri Camilla Mozzetti per “il Messaggero”

 

Giada de Pace

Amava il canto, lavorava in un negozio di abbigliamento insieme alla cugina e stava per laurearsi in Lingue straniere all' università di Tor Vergata.

 

Voleva perdere peso per vivere senza più limitazioni, per cercare di risolvere il problema di obesità che la affliggeva da tempo. Così aveva preso una decisione difficile: farsi operare e inserire un bypass gastrico. Invece, Giada De Pace è morta sotto ai ferri a soli 25 anni. Il sospetto degli inquirenti è che il chirurgo che l' ha operata possa averle reciso l' aorta. Ora la famiglia chiede giustizia e ha sporto denuncia.

 

bypass gastrico

Il medico è stato iscritto sul registro degli indagati per omicidio colposo dal pm Antonino Di Maio, titolare del fascicolo. I fatti sono di due giorni fa. Domani il medico legale verrà incaricato di procedere con l' autopsia, che verrà effettuata al policlinico Gemelli. Gli inquirenti, inoltre, hanno già disposto il sequestro della cartella clinica, della documentazione sanitaria della giovane e anche della sala operatoria.

 

IL RICOVERO

Mercoledì mattina Giada viene ricoverata all' ospedale San Carlo di Nancy per un intervento di chirurgia bariatrica programmato il 3 giugno. La giovane soffriva da tempo di obesità e l' operazione le avrebbe permesso di riacquistare anche una corretta mobilità inficiata dal peso. «Ma mia cugina da quella sala operatoria non è più uscita», racconta Debora.

Giada de Pace morta durante operazione

 

Sono ore drammatiche quelle di mercoledì pomeriggio. La giovane entra in ospedale alle 7 di mattina - ricostruisce la famiglia nella denuncia -, mentre alle 16.52 viene chiamata per l' intervento. Giada entra in sala operatoria alle 17.30. «Il chirurgo che l' avrebbe dovuta seguire - continua la cugina - aveva già fatto undici interventi analoghi e non è stato lui a operarla ma un altro medico, qualcosa non è andato nel verso giusto e noi vogliamo sapere chi ha sbagliato».

operazione chirurgica

 

IL DECESSO

Dalle 17.30 la famiglia non ha notizie per ore. Alle 20.42 un' infermiera contatta la madre di Giada, le dice che il chirurgo vuole parlare con lei. Solo alle 21.15 i familiari vengono informati del fatto che la ragazza ha avuto un arresto cardiocircolatorio. «Mi assumo tutta la responsabilità», avrebbe detto il chirurgo, sconvolto, parlando con la madre della giovane.

 

Ma i punti da chiarire sono vari. «Non è possibile che sia trascorso tutto questo tempo senza che nessuno ci informasse - aggiunge ancora la cugina - Mia zia vedeva passare sacche di sangue una dietro l' altra, le hanno detto solo dopo tante ore che sua figlia era andata in arresto cardiaco». La famiglia della ragazza sospetta che a uccidere Giada sia stato un errore medico.

Operazione chirurgica 2

 

 «Non lo dico perché ora non c' è più - conclude Debora - ma Giada era davvero la persona più buona del mondo, voleva solo dimagrire, non per pura vanità ma perché il suo corpo stava accusando il sovrappeso. Avevamo mille progetti di fronte a noi e adesso sono stati spezzati via così, per quello che noi pensiamo sia un errore medico, vogliamo sapere cosa è successo in quella sala operatoria, chi ha sbagliato deve pagare».

medici operazione

 

LA TENSIONE

Dopo che i sanitari hanno comunicato il decesso della giovane alla famiglia ci sono stati in ospedale attimi di tensione dovuti allo choc. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia San Pietro, che hanno riportato la calma, formalizzando la denuncia dei genitori della venticinquenne, che pensano che il decesso si sarebbe potuto evitare: l' intervento poteva essere rimandato, visto che il medico che aveva seguito Giada non era disponibile per svolgere l' operazione.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”