de luca pizza

LA “CRICCA” PUNTAVA DE LUCA - ROMEO E BOCCHINO CERCAVANO DI AGGANCIARE IL GOVERNATORE, IMMAGINANDO UN SUO INTERVENTO PER L’ACQUISTO DEL GIORNALE “LA CITTÀ” DI SALERNO - "L’INTERESSAMENTO" DI BOCCHINO PER IL COGNATO DELL'EX GOVERNATORE DELLA CAMPANIA, STEFANO CALDORO

vincenzo DE LUCAvincenzo DE LUCA

Carlo Tarallo per “la Verità”

 

È quella del complottone l'ultima trincea dei fedelissimi di Matteo Renzi: l'inchiesta che vede coinvolto babbo Tiziano sta sgretolando il potere dell'ex premier, e ieri Matteo Orfini, presidente del Pd e scudiero di Renzi, ha giudicato «curioso» il fatto che «avesse una tale consuetudine e familiarità con un uomo come Romeo una personalità, come Mazzei, che ha avuto un ruolo così importante nel partito e l' onore di rivestire ruoli importanti in una delle più autorevoli fondazioni della sinistra italiana, Mezzogiorno Europa (la fondazione di Giorgio Napolitano, ndr)».

 

matteo renzi vincenzo de lucamatteo renzi vincenzo de luca

Orfini afferma di essere rimasto colpito dalle «numerose interviste» di Alfredo Mazzei, uomo chiave dell' inchiesta, che in realtà di interviste decisive ai fini delle indagini ne ha rilasciata una sola, pubblicata lo scorso 29 dicembre su questo quotidiano. Mazzei raccontò alla Verità di una cena a Roma tra Tiziano Renzi, Carlo Russo e Alfredo Romeo, circostanza confermata ai magistrati di Roma e Napoli che lo hanno interrogato il 2 gennaio scorso.

 

alfredo mazzeialfredo mazzei

«Ho poi saputo da Romeo, circa un anno addietro», risponde Mazzei alla domanda dei pm, «e sicuramente dopo che io gli avevo dato informazioni sul Carlo Russo, che aveva incontrato Tiziano Renzi; nello specifico il Romeo mi raccontò che il Russo aveva organizzato un pranzo o una cena in un ristorante di Roma a cui, oltre che allo stesso Russo, vi era il Renzi Tiziano». Ma l' intervista nacque dal fatto che il suo nome era già emerso nelle carte dell' inchiesta: dunque, nessun complotto, magari con l' ex capo dello Stato come protagonista, ai danni di Matteo.

Italo Bocchino Italo Bocchino

 

Spulciando le carte dell' inchiesta, è possibile dipingere il sistema di potere che, soprattutto a Napoli, Alfredo Romeo e il suo collaboratore Italo Bocchino avevano messo in piedi. Un sistema basato su una fitta rete di relazione e scambi di favori con politici, imprenditori, giornalisti, dirigenti comunali, in sostanza con chiunque avesse un minimo di potere o la possibilità di agevolare gli affari dell' imprenditore.

 

ALFREDO ROMEOALFREDO ROMEO

Non solo politici, ma anche parenti degli stessi, secondo una logica rigorosamente bipartisan, sono citati nelle carte: «Il primo colloquio di rilievo tra il Bocchino ed il Romeo», si legge, «è quello registrato il 13 settembre 2016; quel giorno Bocchino si reca da Romeo ed i due dopo essersi salutati ed aver scambiato alcune battute sull' udienza di separazione del Romeo ed aver brevemente commentato alcune circostanze relative ad una possibile operazione relativa all' acquisto del quotidiano La Città di Salerno attraverso l'intermediazione del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, attraverso la famiglia di quest'ultimo (il figlio di De Luca si recherà personalmente presso la sede della Romeo Gestioni per chiarire alcuni aspetti di questa vicenda)».

 

Stefano Caldoro Stefano Caldoro

C'è da dire che leggendo le carte pare evidente che De Luca fosse assai lontano dalla sfera d'influenza di Romeo, che tentava in ogni modo di avvicinare l' ex sindaco di Salerno. A proposito di parenti, dagli atti emerge il forte interessamento di Bocchino e Romeo per il cognato dell'ex governatore della Campania, Stefano Caldoro, indagato per tentata corruzione. Il rapporto politico tra Bocchino e Caldoro è strettissimo e viene da lontano: gli addetti ai lavori ricordano come uno dei principali artefici della candidatura a presidente della Regione dell' esponente socialista di Forza Italia sia stato, nel 2010, proprio l' ex deputato di An.

 

«Stefano Caldoro», si legge, «quale consigliere regionale della Campania, riceveva la promessa di favori da parte di Alfredo Romeo e Italo Bocchino in cambio della sua intermediazione su Natale Lo Castro (direttore amministrativo dell'azienda ospedaliera Federico II) in favore del citato imprenditore Alfredo Romeo, in relazione ed in previsione di una gara da emanare a cura di quell'azienda ospedaliera e con particolare riferimento alle modalità - non meglio individuate - di redazione del bando, comunque gradite al Romeo».

 

«L'interessamento di Caldoro», scrivono ancora gli inquirenti, «in favore di Alfredo Romeo non è casuale, ma relazionabile ad una promessa volta sia all' ottenimento, da parte di Caldoro, di un finanziamento di cui si sarebbe fatto carico Alfredo Romeo per 10 borse di studio (con riferimento ad un centro studi che lo stesso Caldoro aveva in animo di fondare), sia alla costruzione di un rapporto imprenditoriale del cognato dello stesso Caldoro (M. F.) con Alfredo Romeo».

Ultimi Dagoreport

trump zelensky meloni putin

DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

salvini rixi meloni bignami gavio

I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….