alto adige sud tirolo

UNA SANGUISUGA CHIAMATA ALTO ADIGE – LA PROVINCIA DI BOLZANO DA OLTRE MEZZO SECOLO GODE DELL’AUTONOMIA PIÙ ACCENTUATA FRA LE CINQUE REGIONI SPECIALI. E NE HA SEMPRE APPROFITTATO – RESTITUISCE A ROMA SOLO IL 10% DELLE TASSE INCASSATE E PENALIZZA LA POPOLAZIONE DI LINGUA ITALIANA - DALLA TOPONOMASTICA AL BILANCIO, LA LUNGA LISTA DI CONFLITTI ARRIVATI DAVANTI ALLA CORTE COSTITUZIONALE…

Estratto dell'articolo di Federico Guiglia per “il Messaggero”

 

alto adige sud tirolo

In Italia l'autonomia differenziata c'è da cinquant'anni. Non occorre, perciò, indovinare che cosa potrà accadere, se e quando il potere di legiferare su un lungo elenco di importanti materie sarà esercitato nelle Regioni più ricche e popolate d'Italia: basta guardare che cosa sia già successo nei rapporti fra lo Stato e l'"autonoma" Provincia di Bolzano, che da oltre mezzo secolo gode della più speciale, cioè differenziatissima, autonomia fra le cinque Regioni speciali (Friuli, Val d'Aosta, Sicilia, Sardegna e Trentino-Alto Adige).

 

bolzano

[…] Ma nella pratica succede che la Provincia di Bolzano sia il più affezionato cliente della Corte Costituzionale, tanti e tali sono i conflitti che sono sorti in mezzo secolo di litigi fra il Consiglio provinciale altoatesino e il Consiglio dei ministri nazionale.

 

Rivendicando il primo d'aver esercitato le sue autonome prerogative, e rispondendo il secondo che in realtà le ha oltrepassate, violando con ciò la Costituzione. Il braccio di ferro non risparmia alcuna materia: dall'annuale legge finanziaria, i cui rilievi del governo sono quasi d'abitudine, agli interventi nella sanità. Dall'edilizia e dall'urbanistica alle regole sulla sicurezza nel lavoro, al territorio e paesaggio.

 

LOS VON ROM VIA DA ROMA ALTO ADIGE

Perfino alla toponomastica perché, oltre alle controversie consuetudinarie e cavillose, ogni tanto la Provincia ama pure il blitz. Come quella volta che il governo-Monti dovette impugnare di gran corsa un testo che cancellava gran parte della toponomastica italiana dalle costituzionalmente obbligatorie denominazioni bilingue italiano-tedesche. […]

 

Come fece l'allora ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, a fronte di una legge che eliminava addirittura il nome "Alto Adige". Nell'eterna contesa c'è di tutto e a tutto si ricorre pur di evitare il verdetto della Corte Costituzionale continuamente chiamata in causa: dal ritiro o modifica della legge impugnata, alle mediazioni fra Palazzo Chigi e Provincia, fino alle promesse politiche d'avere un occhio ministeriale di riguardo per un'autonomia oggettivamente debordante.

 

[…]

Josef Noggler presidente del consiglio regionale del trentino alto adige

 

Sempre nella pratica, e non nel Paese di Alice, succede che l'Alto Adige contribuisca con meno del 10 per cento delle risorse prodotte nella regione alle necessità generali di tutto il Paese. Una sorta di partecipazione economica stile Lep oggi tanto di moda (sono i Livelli essenziali di prestazioni da garantire in modo uniforme sull'intero territorio nazionale), del tutto irrisoria e quasi irrilevante.

 

Nella pratica avviene che a volte l'autonomia sia gestita bene e per tutti. Altre volte male e non proprio con la stessa attenzione per le tre comunità di lingua italiana, tedesca e ladina residenti nel territorio. Si veda il perdurante vigore della proporzionale etnica nel settore pubblico.

 

alto adige

Una misura concepita come temporanea ed eccezionale, dati i suoi effetti di grave diseguaglianza. Invece, da oltre cinquant'anni penalizza la minoritaria comunità di lingua italiana oltre ogni ragionevole dubbio. Per trovare lavoro, fare carriera e vedere riconosciuti i propri diritti nel pubblico impiego, i criteri del merito e del bisogno fra cittadini alla pari - qualunque sia la loro lingua -, contano molto meno o non contano affatto rispetto al requisito dell'"appartenenza etnica".

 

Dunque, non nella Repubblica di Platone, ma in quella italiana dell'autonomia differenziata e sperimentata, possono esserci norme assurde che resistono al tempo, perché lo Stato, defenestrato e perciò disimpegnato, non ha più la vigile concentrazione per intervenire. Per evitare equivoci, nel testo-Calderoli il Parlamento dovrebbe introdurre i paletti di salvaguardia nazionale, che sono ben piantati persino nello statuto di ampia, blindata e cesellata fino all'ultima virgola autonomia a Bolzano.

 

manifesti anti italiani a bolzano

Dove la Provincia ha sì la potestà di emanare norme legislative, ma «entro i limiti indicati dall'articolo 4», ossia «in armonia con la Costituzione e i principi dell'ordinamento giuridico dello Stato e con il rispetto degli obblighi internazionali e degli interessi nazionali». Ma pure «delle norme fondamentali delle riforme economico-sociali della Repubblica».

 

[…]

 

Provate a chiedere agli amministratori delle città di Bolzano, Merano o Laives, se lassù comandano loro oppure l'onnipotente Provincia. Senza una clausola di salvaguardia nazionale ben formulata e di un'autonomia nell'autonomia ben garantita anche per i Comuni, così da tutelarli dallo statalismo regionalista, il Parlamento rischia solo di accontentare la Lega di un tempo (Bossi e Miglio) più ancora di quella attuale di Salvini e Calderoli. Senza neppure aver imparato qualcosa dalla lezione altoatesina.

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