SCHERZI DA TOGA – RENZIE PARLA DI “REAZIONI RIDICOLE”, MA IL CSM PREPARA IL CONTROPIEDE SULLE FERIE E DICE CHE RESTANO DI 45 GIORNI PERCHÈ LA LEGGE SAREBBE SCRITTA MALE

1. IL CSM AFFILA LE ARMI CONTRO RENZI: “LE FERIE? RESTANO A 45 GIORNI”

Francesco Grignetti per “la Stampa”

 

La «battaglia» sulle ferie dei giudici è appena riesplosa e già s’annuncia un nuovo round. Al Consiglio superiore della magistratura è in gestazione infatti un parere sul merito e la Settima commissione, competente per i problemi dell’organizzazione giudiziaria, ha predisposto una bozza di documento che dà un’interpretazione sorprendente e controcorrente del decreto taglia-ferie del novembre scorso.

MAGISTRATI MAGISTRATI

 

La Commissione, rovesciando l’interpretazione dell’ufficio legislativo, sostiene che «ai magistrati che esercitano funzioni giudiziarie sono attribuiti dal legislatore 45 giorni di ferie». Il che, in verità, è l’opposto di quanto il legislatore voleva. Ma questo è il preliminare che il Plenum del Csm si troverà a discutere e questo, se ci sarà compattezza tra i membri togati, che sono la maggioranza dell’assemblea, è facile prevedere sarà il parere finale. 
 

Renzi e Orlando rispondono
La questione delle ferie continua ad arroventare il rapporto tra magistratura e politica. Così, a Marcello Maddalena, il procuratore generale di Torino secondo cui il governo «vuol far crepare di lavoro» i magistrati, Matteo Renzi risponde di brutto: «Trovo ridicolo, e lo dico senza giri di parole, che se hai un mese e mezzo di ferie e ti viene chiesto di rinunciare a qualche giorno, la reazione sia: “Il premier ci vuol far CREPARE di lavoro”», scrive su Facebook (a proposito: pare che Renzi abbia incontrato a Davos l’amministratore delegato di Facebook e che abbia rivalutato questo social, finora trascurato a favore di Twitter).

toghe large ro medium toghe large ro medium

 

E insiste: «L’Italia che è la patria del diritto prima che la patria delle ferie, merita un sistema migliore. La memoria dei magistrati che sono morti uccisi dal terrorismo o dalla mafia ci impone di essere seri e rigorosi». Concludendo con una stoccata alle correnti, «più forti in magistratura che non nei partiti». 
 

Anche il ministro Andrea Orlando approfitta di Facebook per un lungo puntiglioso intervento. «Dispiace - scrive - che l’Anm non colga il passaggio solenne dell’inaugurazione dell’anno giudiziario per recuperare obiettività. Con una certa distrazione, infatti, si continuano a sollecitare cose che il governo sta facendo».
 

matteo renzi andrea orlandomatteo renzi andrea orlando

La reazione dei magistrati
L’Anm però non lascia correre. «Il problema non sono i magistrati, ma le promesse mancate, la timidezza in materia di prescrizione e corruzione. Le critiche che vengono dai magistrati sono dettate dalla delusione: noi riponevamo e vorremmo riporre fiducia nella volontà di fare le buone riforme, ma chiediamo coerenza tra parole e fatti». Quindi una chiusa al veleno: «Non si può non trovare di cattivo gusto il richiamo ai magistrati uccisi». Ma Anna Canepa, leader di Magistratura democratica, spiazza un po’ tutti: «Sulle ferie, Maddalena ha fatto un assist a Renzi». 
 

ANDREA ORLANDO MATTEO RENZIANDREA ORLANDO MATTEO RENZI

Politici disorientati
Pochi in Parlamento s’attendevano una fiammata polemica del genere. «Io sono delusissimo - dice ad esempio David Ermini, Pd, di stretta osservanza renziana - perché stiamo facendo un sacco di cose, e questa è la loro risposta?!». Sostiene il viceministro della Giustizia, Enrico Costa, Ncd: «Le inaugurazioni sono ormai riti vetusti. E le riflessioni sulle criticità della giustizia, sempre con polemiche rivolte ad altri, quasi mai con onesta assunzione in prima persona delle corresponsabilità, si ripetono tediosamente uguali». «Vedo la polemica - dice anche Franco Nitto Palma, Fi - e penso che allora avevamo ragione noi a dire che in questo Paese esiste una questione Giustizia. Ogni cosa che si tocca, ai magistrati non sta bene, a meno che non si faccia come dicono loro».

 

 

2. MADDALENA: “DA PARTE MIA NON SOLO CRITICHE AL GOVERNO”

Andrea Rossi per “la Stampa”

 

Dottor Maddalena, il premier ritiene che voi siate scollegati dalla realtà.
«Allora trovo stupefacente, e mi dispiace, che delle 20 pagine della mia relazione sia stata colta solo una battuta anziché le critiche e anche i riconoscimenti al governo».
 

toghe rossetoghe rosse

La sua battuta tradiva però un profondo fastidio.
«Ho detto chiaramente che la riduzione delle ferie ci può anche stare, ma deciderla con decreto rendendola quindi misura straordinaria e urgente equivale a considerare la categoria dei magistrati responsabile del malfunzionamento della giustizia. A me invece sembra che le maggiori responsabilità ricadano sui governi e sui parlamenti che si sono succeduti nel tempo».
 

Toghe RosseToghe Rosse

In che cosa secondo lei il governo ha agito bene?
«Ad esempio, l’archiviazione per la “particolare tenuità del fatto” mi sembra una misura che, se ben congegnata, possa rendere più rapidi i procedimenti».
 

E che cosa proprio non va?
«Bisogna affrontare il nodo della prescrizione. Ho trovato incredibile il decreto sull’Ilva che esonera gli amministratori da qualsiasi responsabilità penale e amministrativa. Ho criticato le norme sulla corruzione. Ho anche criticato i miei colleghi, non trovandomi d’accordo con certi atteggiamenti culturali di sottovalutazione, di fatti di violenza politica che invece dovrebbero allarmare. Insomma, chi avesse a cuore il buon funzionamento della giustizia avrebbe trovato ben altri spunti che non una battuta sulle ferie».

 

 

3. “È LA RESA DEI CONTI TRA DUE POTERI: TUTTO NASCE DALL’INCHIESTA STATO-MAFIA”

Alessandro Barbera per “la Stampa”

 

STEFANO CECCANTISTEFANO CECCANTI

Professor Ceccanti, i rapporti fra politica e magistratura sono ai minimi termini. Siamo di fronte ad un corto circuito istituzionale?
«Non c’è dubbio. E il punto di massima frizione ha a che vedere con l’indagine sui presunti rapporti Stato-mafia. Non tanto per il fatto di aver chiamato a deporre il presidente della Repubblica, ma per quanto accaduto prima». 
 

Ovvero?
«Ad un certo punto la Procura di Palermo decise che le telefonate erano utilizzabili perché - questa la tesi - essa stessa aveva il potere di decidere quando il presidente agiva o meno all’interno delle sue funzioni, interpretate unilateralmente in senso restrittivo: di fatto lo stravolgimento del dettato costituzionale». 
 

NAPOLITANO CON LA MAGLIETTA DELLA NAZIONALE DI CALCIONAPOLITANO CON LA MAGLIETTA DELLA NAZIONALE DI CALCIO

C’è stato un accanimento nei confronti di Napolitano?
«Nulla accade per caso. Una parte della magistratura aveva individuato in lui la massima autorità politica in carica. E in effetti è quel che è accaduto fra il 2011 e il 2012, quando Napolitano fu costretto dagli eventi a ricoprire quel ruolo. Quando c’è una maggioranza che funziona, gli attacchi della magistratura sono rivolti al governo. Oggi c’è un presidente del Consiglio che vuole riportare l’equilibrio fra i poteri dello Stato alla sua fisiologia e un pezzo della magistratura si oppone».
 

A cosa dobbiamo il cortocircuito?
«C’è una corrente di pensiero - lo chiamerei di populismo giudiziario - per cui l’interprete vero del corpo elettorale, e più in generale della Costituzione, è la magistratura». 
 

La genesi dello scontro è nel potere di supplenza iniziato nel 1992?
«Dal Dopoguerra sono due i periodi di supplenza della magistratura verso la politica: negli anni del terrorismo e con Mani pulite. Ora si cerca di farla vivere al di là delle ragioni obiettive di quei periodi. Se posso aggiungere, vedo nei miei colleghi costituzionalisti una certa timidezza nel denunciarlo: sta a loro difendere la logica dell’equilibrio tra i poteri». 
 

NAPOLITANO RENZINAPOLITANO RENZI

Come se ne esce?
«Approvando la riforma istituzionale ed elettorale. Ma non una riforma qualsiasi, bensì una capace di assicurare governi di legislatura».
 

Il fatto che Renzi non sia stato eletto direttamente è un problema? Per essere coerenti con quel che dice bisognerebbe votare.
«È il primo leader dai tempi di De Gasperi ad avere insieme, e in modo non episodico, il ruolo di capo del governo e del partito di maggioranza. In passato è successo solo, per piccole parentesi, a De Mita e Fanfani». 
 

NAPOLITANO 
RENZI  
NAPOLITANO RENZI

Secondo alcuni la soluzione è la riforma della Giustizia.
«Non facciamo confusione. Quella serve a far funzionare meglio un servizio per i cittadini: oggi costa molto e funziona male. L’equilibrio tra i poteri lo realizzano l’Italicum e la riforma costituzionale. Sulla riforma della Giustizia c’è un veto corporativo della stessa magistratura, sulle riforme istituzionali obiezioni contrarie a trovare il giusto equilibrio fra i poteri».
Twitter @alexbarbera

 

Ultimi Dagoreport

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)