"SE AVESSERO AVUTO IL TRITOLO, I FRATELLI RAMPONI AVREBBERO USATO PURE QUELLO" - CHI CONOSCEVA I TRE FRATELLI-TERRORISTI, CHE HANNO FATTO SALTARE IL CASOLARE DOVE VIVEVANO, UCCIDENDO TRE CARABINIERI, LI DESCRIVE "IN GUERRA CON IL MONDO": "AVEVANO LO STESSO STILE DI VITA MEDIEVALE DEI GENITORI" (IN CASA LORO, DOVE REGNAVA IL CAOS, NON C'ERA NÉ ACQUA CORRENTE NÉ ELETTRICITÀ) - LO SFRATTO SI DOVEVA A UN MUTUO DA 150 MILA EURO, MAI RIPAGATO, ACCESO PER RISARCIRE LA FAMIGLIA DI UN CAMIONISTA, MORTO DOPO LO SCHIANTO CONTRO UNO DEI TRATTORI DEI FRATELLI RAMPONI - IL CASOLARE IN PROVINCIA DI VERONA ERA UN "FORTINO" PIENO DI BOMBOLE DI GAS E MOLOTOV DESTINATE AL CUSTODE GIUDIZIARIO, PIERGIORGIO BONINI: "MI DISSERO SALTERAI IN ARIA CON NOI" - VIDEO
Chi sono i fratelli Ramponi che hanno causato l'esplosione del casolare a Verona.#DentrolaNotizia pic.twitter.com/178wXzbSMu
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1 - I FRATELLI E LE FRASI CHOC: «IL CUSTODE GIUDIZIARIO? SALTERÀ IN ARIA CON NOI» POI LA SFIDA AL PREFETTO
Estratto dell'articolo di Roberta Polese per il "Corriere della Sera"
«Sì, fatelo venire avanti... ditegli che lo facciamo saltare in aria». E ancora, non fosse stato abbastanza chiaro: «Chiamatelo, ci facciamo saltare in aria noi e facciamo fare una brutta fine a lui». La scena risale allo scorso febbraio, quando da almeno tre mesi i tre fratelli Ramponi avevano trasformato il loro malmesso casolare in via San Martino 22, quello dove la loro famiglia «viveva da almeno 100 anni», in una casamatta inespugnabile.
Loro provocavano, minacciavano, parlando ai carabinieri, o ai vigili del fuoco, riferendosi all’avvocato Piergiorgio Bonini, il custode giudiziario delle loro proprietà da espropriare, per conto del tribunale di Verona, perché erano pieni di debiti.
Molotov nascoste sui tetti, le bombole di gas posizionate per essere aperte in pochi istanti, muri in cemento innalzati in giardino per evitare sguardi dalla strada. E il campanello all’ingresso tolto per non rispondere ai seccatori, in primis a Bonini. Alle banche, i fratelli, poi sotto sfratto, avevano chiesto dopo il 2014 una somma cospicua per risarcire la famiglia di Davide Meldo, l’operaio morto carbonizzato dopo essersi schiantato contro un trattore guidato di notte, ma a luci spente, da uno dei Ramponi.
Sotto choc, Bonini racconta che «quelle molotov trovate dall’Arma erano per me, me l’avevano giurata dato che coordinavo le procedure. Sotto le macerie potevo esserci io». [...]
Antonello Panuccio, ex sindaco di Castel D’Azzano e attuale vice. Ha 56 anni e insegna informatica al liceo. Dopo che per due volte, tra gli scorsi ottobre e novembre, i Ramponi si barricarono in casa, le forze dell’ordine si rivolsero al Comune per trovare una mediazione che evitasse pericoli.
«Siccome Dino e Franco ascoltavano più di tutti Maria Luisa, ci venne chiesto se avessimo un contatto con la signora» ricorda Panuccio. Quel contatto c’era, «nato tempo prima, quando, per il tramite di una nostra assistente sociale, le facemmo avere un sussidio. Sfruttammo quel canale per portarla davanti al prefetto». L’offerta, seppur temporanea, di un alloggio in un bed & breakfast, fu rifiutata. [...] Maria Luisa si oppose a qualunque ipotesi di «cambiamento di vita», sostenne che la loro famiglia abitava in quel casolare «da 100 anni e ribadì: “da lì noi non ce ne andiamo”».
Ma perché i Ramponi vivevano senza luce, acqua e gas? «Credo fosse una loro libera scelta — sostiene il professore —. Era lo stesso stile di vita medievale dei genitori. Loro non hanno cambiato alcuna abitudine».
2 - "HO TENTATO DI CONVINCERLI A LASCIARE IL CASALE MI HANNO MINACCIATO: SALTERAI IN ARIA CON NOI"
Estratto dell'articolo di C.G. per “la Repubblica”
L'avvocato Piergiorgio Bonini era il custode giudiziario del casolare dei fratelli Ramponi dal 2018. Lo scorso 25 settembre si è presentato con un acquirente per mostrargli la proprietà in vista dell'asta, fissata il 23 di ottobre, ed è stato minacciato: «Ci hanno detto: saltiamo in aria noi ma pure voi» [...]
È andato spesso a casa dei Ramponi?
«Diverse volte, anche un anno fa quando si sono barricati sul tetto con le molotov. Però vorrei sottolineare che ci sono stati davvero molti tentativi di colloquio. Io ho parlato sia con loro che con i loro avvocati, che cambiavano di continuo. [...]
Gli assistenti sociali avevano trovato loro una sistemazione. Ci sono andati i negoziatori dei carabinieri. La signora Maria Luisa aveva parlato col prefetto e sembrava che si fosse convinta. Poi, tre settimane fa, a dispetto della disponibilità dimostrata hanno detto: se entrate facciamo scoppiare tutto».
Un anno fa com'era finita?
«Per evitare la tragedia le forze dell'ordine avevano deciso di fermarsi. Io avevo pronto un fondo cassa per procurare loro un alloggio per qualche giorno. E anche il Comune. [...]».
CASOLARE OCCUPATO DOPO ESPLOSIONE
Forse è stato sottostimato il pericolo? Si è pensato a un bluff?
«Un bluff non lo era perché avevano fatto delle ricognizioni con i droni e delle bottiglie sul tetto c'erano. Era un pericolo reale. Erano coinvolti i corpi speciali dei carabinieri. Cos'è che non si aspettavano di trovare?
Cos'è andato storto? È una domanda che mi faccio anche io e non so rispondere. Mi viene da dire che se una persona si comporta in maniera folle forse non è mai del tutto prevedibile». [...]
castel d'azzano ESPLOSIONE DURANTE LO SGOMBERO DI UN CASOLARE
Di quanto erano i loro debiti?
«Oltre 150mila euro».
La casa com'era?
«In condizioni fatiscenti. I Ramponi vivevano allo stato brado, le condizioni igieniche non erano positive. Era una situazione ai limiti. Se non oltre».
castel d'azzano ESPLOSIONE DURANTE LO SGOMBERO DI UN CASOLARE
milo manara - disegno per i carabinieri morti nell'esplosione del casolare a Castel DAzzano



