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CHI L’HA DURO LA VINCE – SE MILIONI DI PERSONE HANNO POTUTO SCOPARE GRAZIE AL VIAGRA, È MERITO DI UN MINATORE GALLESE – NEL 1993, L’UOMO STAVA PARTECIPANDO A UNO STUDIO PER TESTARE UN MEDICINALE PER COMBATTERE L’ANGINA PECTORIS, UN DISTURBO CARDIACO – DURANTE UN COLLOQUIO CON I RICERCATORI, L’UOMO CONFESSÒ DI AVER...

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Se milioni di uomini hanno potuto liberarsi e tornare a scopare, è merito di un minatore disoccupato.

 

Nel 1993, in una piccola clinica sperduta del Galles meridionale, un uomo alzò timidamente la mano e, con un certo imbarazzo, confessò alla giovane dottoressa di aver passato una notte di erezioni continue.

 

Quella mano alzata diventò il simbolo involontario di una delle più clamorose scoperte della medicina moderna: la nascita del Viagra.

 

Come racconta in un divertente articolo Fabrizio D’Esposito, sul “Fatto quotidiano”, la storia inizia nel 1986: i ricercatori della Pfizer nel laboratorio di Sandwich, nel Kent, stavano effettuando dei test per sviluppare l’UK-92480, meglio noto come citrato di sildenafil. L’obiettivo era trovare un medicinale per combattere l’angina pectoris - quella condizione dolorosa causata dalla riduzione del flusso sanguigno al cuore.

 

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Nessuno immaginava che stavano per rivoluzionare il sesso in tutto il mondo. Ironicamente, Sandwich era già famosa per un’altra invenzione nata dal caso: nel Settecento, il quarto conte di Sandwich, accanito giocatore d’azzardo, aveva dato il nome ai celebri panini che si faceva preparare per non interrompere le sue maratone di gioco

 

Per sette lunghi anni, dal 1986 al 1993, i risultati furono sistematicamente deludenti. Il sildenafil mostrava effetti modesti contro l’angina, tanto che la Pfizer era sul punto di chiudere definitivamente i rubinetti dei finanziamenti. Ma la tenacia degli scienziati ottenne un’ultima, disperata possibilità.

 

La scelta cadde su Merthyr Tydfil, una cittadina gallese di circa cinquantamila abitanti schiacciata dalla crisi economica seguita alla chiusura delle miniere. I volontari furono reclutati proprio tra i minatori disoccupati: trecento sterline per sottoporsi alla sperimentazione.

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Un’offerta che, in tempi di vacche magre, non si poteva rifiutare. Il protocollo era semplice quanto cruciale: assumere il farmaco, dormire in clinica sotto osservazione medica, poi rispondere a domande e compilare questionari dettagliati. Ma c’era un’istruzione particolare che si rivelò provvidenziale: segnalare qualsiasi effetto collaterale, per quanto apparentemente insignificante o imbarazzante.

 

Fu durante una di quelle mattine che accadde l’impensabile. Un minatore, al quale era stata somministrata una delle dosi più elevate di sildenafil, alzò la mano con evidente imbarazzo. La sua confessione fece arrossire la giovane dottoressa: aveva sperimentato una serie ininterrotta di erezioni durante tutta la notte.

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Come racconta Fabrizio D’Esposito per “il Fatto Quotidiano”, quella testimonianza imbarazzante venne riportata al dottor David Brown, il chimico farmaceutico responsabile della ricerca. Fu lui a comprendere immediatamente le implicazioni rivoluzionarie di quella confessione: il sildenafil non stava aumentando il flusso sanguigno al cuore, ma lo stava dirigendo verso il pene.

 

“Tutta la faccenda avrebbe potuto essere completamente ignorata”, avrebbe dichiarato in seguito Brown. “Non credo che il Viagra esisterebbe se quel minatore non avesse avuto il coraggio di alzare la mano”.

 

Quel gesto spontaneo trasformò quello che sembrava un effetto collaterale curioso nella chiave di volta di una scoperta destinata a fare la storia.

 

Il minatore, rimasto per sempre anonimo, era diventato inconsapevolmente “un monumento vivente al pene ignoto”, come ironicamente lo definisce D’Esposito.

 

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Convincere i vertici aziendali non fu una passeggiata. Quando Brown propose di cambiare completamente rotta e puntare sul trattamento dell’impotenza invece che sull’angina, inizialmente ricevette un secco rifiuto. Ma il ricercatore non si arrese: arrivò persino a minacciare il suo superiore pur di ottenere i finanziamenti necessari.

 

Lo stallo si risolse quando la sede centrale della Pfizer a New York comprese finalmente l’enorme potenziale economico del farmaco. Una volta accertata “la spinta propulsiva del minatore erettile a ritmo continuo”, la ricerca si trasferì a Swansea, sempre in Galles. Era il 1994.

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Quello che doveva essere l’ennesimo flop farmaceutico si trasformò nella pillola blu più famosa del mondo. Il Viagra rivoluzionò non solo la medicina, ma l’intera società, abbattendo tabù millenari e restituendo fiducia a milioni di uomini.

 

Oggi, ogni volta che qualcuno assume quella piccola pillola blu, dovrebbe ricordare che tutto è iniziato con un minatore gallese che ebbe il coraggio di confessare un effetto collaterale imbarazzante. In fondo, le più grandi rivoluzioni nascono spesso dai gesti più semplici e inaspettati.

 

 

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