migranti

SE SALTA SARRAJ ARRIVANO GLI SBARCHI DI MASSA – CON IL CAOS LIBICO L’INTESA RAGGIUNTA L’ANNO SCORSO DA MINNITI CON LA GUARDIA COSTIERA LOCALE RISCHIA DI SALTARE. E SENZA CONTROLLI NON SAREBBERO PIÙ SOLO I DISPERATI A PARTIRE MA ANCHE I TERRORISTI – DUE GIORNI FA 400 PERSONE SONO EVASE DALLE CARCERI: C’ERANO ANCHE JIHADISTI CHE POTREBBERO FINGERSI RICHIEDENTI ASILO

Valentina Errante per “il Messaggero”

 

migranti a bordo della diciotti

Le prime conseguenze del nuovo caos libico potrebbero diventare tangibili in tempi strettissimi e riaprire una questione che, dopo gli accordi stretti dall' ex ministro degli Interni Marco Minniti e lunghe trattative diplomatiche, sembrava oramai superata.

 

I numeri delle partenze dalla Libia, ridotti di più dell' 80 per cento rispetto allo scorso anno, potrebbero tornare ad essere quelli dei primi sei mesi del 2017. E i problemi potrebbero riguardare anche la questione sicurezza, perché nel disordine totale non si esclude che a lasciare il paese e approdare in Europa possano essere anche persone vicine agli ambienti della jihadisti. Due giorni fa dalle carceri sono evasi in 400.

 

MINNITI HAFTAR

Proprio in un momento in cui è in corso il cambiamento ai vertici della nostra intelligence.

Nessuno degli interlocutori dell' Italia è più in grado di controllare il territorio. E anche le intese che puntavano ad arginare il flusso di ingressi a sud della Libia, dal Niger, adesso, sembrano sfumare del tutto.

 

migranti

Non solo le partenze potrebbero riprendere, ma è a rischio anche quell' intesa che, tra le critiche, già in epoca Minniti, ha portato alla Guardia costiera libica a intervenire bloccando i barconi e che, da giugno, con l' ok dell' agenzia dell' Onu ha riconosciuto al paese nordafricano competenza su una zona Sar (search e rescue).

 

Se l' Europa ha negato che in Libia ci fossero porti sicuri, sarà impossibile che adesso, con le milizie già a Tripoli, chi fugga possa essere riportato indietro.

 

IL TERRITORIO

GENTILONI SARRAJ

I miliziani non sono ancora arrivati nel cuore di Tripoli, ma è chiaro che Serraj, a capo del governo di unità nazionale riconosciuto dall' Onu, non è più in grado di controllare il territorio e rispettare gli accordi stretti con l' Italia. Gli accordi italiani, tra l' altro, non riguardavano soltanto Tripoli. Minniti aveva incontrato il generale Haftar, leader in Cirenaica, aveva stretto intese pure con i capi delle tribù.

 

falso fermo immagine dal video dei lager libici

Cercando di arginare il flusso migratorio, l' impegno dell' Italia aveva riguardato anche i paesi confinanti con la Libia, quelli dai quali aveva origine il grande flusso migratorio. Per questa esigenza era nato il Fondo Africa e una partnership stretta con il Niger. Anche se il piano, del ministero della Difesa, che prevedeva un secondo invio di militari, non è decollato del tutto.

Con altre polemiche con la Francia.

 

RISCHIO SICUREZZA

Due giorni fa, 400 persone sono evase dalle carceri, molti erano considerati terroristi. Nonostante le rassicurazioni sul fatto che gli evasi siano stati ricollocati, l' eventualità che, nel caos, alcuni siano sfuggiti alla cattura e possano tentare di lasciare il paese non è esclusa.

 

E del resto nessuno ha un quadro chiaro di cosa stia esattamente accadendo in questo momento in Libia.

SARRAJ HAFTAR MACRON

 

I NUMERI

Era giugno 2017, quando in meno di tre giorni il numero dei migranti, partiti dal Nord Africa e salvati nel Mediterraneo, aveva superato quota 10mila. I numeri dell' emergenza avevano portato l' allora ministro dell' Interno Marco Minniti a rientrare anticipatamente in Italia, interrompendo il viaggio istituzionale a Washington.

MIGRANTI

 

Gli accordi erano scattati subito dopo e il trend degli sbarchi era sceso subito di oltre il 50 per cento. Minniti aveva garantito sostegno economico a iniziative libiche e assicurato assistenza sanitaria in cambio di un controllo delle coste. Tra l' inizio di gennaio e i primi giorni di settembre del 2017 gli sbarchi in Italia erano stati 99.851 (di cui 94.583 dalla Libia). Nello stesso periodo del 2018 sono 20.159 (di cui 12.322). A settembre scorso erano già in diminuzione dell' 80 per cento.

TRIPOLI SARRAJlibia ribelli assediano tripoli 3libia ribelli assediano tripoli 6libia ribelli assediano tripoli 7libia ribelli assediano tripoli 9libia ribelli assediano tripoli 8LIBIA SCONTRI TRIPOLI

 

libia ribelli assediano tripoli 5

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?