barba baffi barbe

TODOS BARBUDOS! - HIPSTER, RADICAL-TILT, VIP E SPORTIVI: SEMPRE PIÙ UOMINI LASCIANO CRESCERE LA BARBA, A TUTTE LE ETÀ - E’ SOLO UNA MODA? NO, PIUTTOSTO LA RICERCA DI ATTENZIONE SU DI SÉ, IN UNA SOCIETÀ IN CUI IL RUOLO MASCHILE E’ SEMPRE PIÙ SFUMATO - IL TRIONFO DEL “LUMBERSEXUAL”, IL BOSCAIOLO STYLE

Gian Luca Bauzano per il “Corriere della Sera”

 

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Spavaldo avanza James al braccio della madre Carole; il fratellino di Pippa Middleton sfoggia sicuro al matrimonio della sorella una barba folta e ben curata. Sembra ritagliata paro paro da un ritratto di Giorgio V, il nonno di The Queen.

 

Al matrimonio più seguito dell' anno c' è pure il principe Harry. Anch' egli sfoggia la barba fulva, con la quale da quasi due anni abbiamo imparato a individuarlo. Nonostante il veto impostogli tempo fa dall' augusta nonna, nonché sovrana del Regno Unito, quando lo ha visto apparire con il volto irsuto nelle occasioni ufficiali alla Corte di San Giacomo: noto, a The Queen le barbe maschili non la entusiasmano. Fino a quel momento, l' unica barba folta sfoggiata a Corte, era stata quella del principe Michael di Kent, cugino della sovrana.

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Teste coronate o meno, la barba oggi è retaggio di tutte le classi sociali e di tutte le generazione di maschi. Specchio delle meraviglie il matrimonio di Pippa: il fratellino della sposa appare barbuto come il principe con cui lei è già imparentata; quest' ultimo anch' esso fratellino: del futuro erede al trono britannico, William, alfiere del volto levigato; Harry-Henry, con la scelta del volto irsuto à la Henry VIII, sembra quasi volersi distinguere, affrancandosi dal ruolo (coccolato) di secondogenito.

 

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Siamo di fronte all' ennesimo e passeggero fenomeno di moda? Dai, dai, diciamo così e la liquidiamo al volo. Invece, no. Perché i fenomeni di moda, come qualcuno tenta sempre di incasellare i cambiamenti, in realtà sono specchio di mutazioni sociali e culturali più profonde. Tant' è. Philippe Daverio senza esitazione parla di una sorta di affrancamento sociale del maschio di oggi. Affrancamento da cosa?

 

«Rivendicare un riflettore puntato su di sé, in una società in crisi, incerta, in cui il ruolo del maschio è sempre più sfumato, a favore di quello più preponderante delle donne». L'arguto storico d' arte e osservatore di costume vede in questo cambiamento una sorta di «vendetta» maschile, perpetrata usando un simbolo esclusivamente e imprescindibilmente virile, la barba.

 

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«Pensiamo al leone, al re della foresta. Cosa lo distingue dalla sua compagna? Un simbolo di potere e virilità matura, la criniera, ovvero la barba leonina». Se la barba lunga (spesso abbinata anche a capelli fluenti) faceva in passato contestazione, trasandato e allergico al sapone, oggi è l' esatto contrario. Rende virili. Immancabili le ricerche e i sondaggi in merito. Sono 8.500 donne coinvolte in uno di questi, proposto da Journal of Evolutionary Biology e pubblicato a fine 2016, tema: preferite l' uomo dal volto irsuto o levigato?

 

Ha visto come risultato una vera «tombola»: le donne (tutte quelle intervistate) preferiscono l' uomo con la barba (anche di 10 giorni). Se i maschi della generazione dal 2.0 in su optano in parte ancora per la depilazione di altre parti del corpo, dalla barba non prescindono. Diventata appannaggio di adolescenti e post ventenni. Quasi se ne dispiacciono se non riescono a sfoggiarla al più presto.

 

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Un altro studio pubblicato su Behavioral Ecology , a firma della psicologa Tamsin Saxton e del suo team alla Northumbria University di Newcastle, evidenzia come al di là del lato seduttivo, la barba è un messaggio per esprimere la supremazia di un maschio sull' altro. Per traslato, ricerca di affermazione.

 

«La barba è virilizzante e profetizzante: filosofi e pensatori, Socrate, Platone o Marx, o guerrieri, monarchi e statisti, da Enrico VIII ad Abramo Lincoln son barbuti. Figure in cui individuiamo forti cambiamenti e poteri forti - evidenzia Daverio -. Poi figure simbolo come quelle dello show biz: penso a Luciano Pavarotti, diventato negli States, durante gli anni del suo massimo successo, persino una tipologia maschile di riferimento».

 

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L' attuale decisione di cambiare la loro immagine ha toccato anche le giovani generazioni di rappresentati di professioni come avvocati, commercialisti o medici, insomma professioni che da sempre facevano rima con volto levigato.

Ora lo fanno con irsuto, benché molto curato.

 

Non stupisce se si pensa all' estetica anche di calciatori e attori: da Beckham a Brad Pitt al trionfatore di La La Land Ryan Gosling, tutti oggi hanno puntato sulla svolta della barba calcolata al punto giusto. Due anni fa, al sorgere di quest' esponenziale crescita del maschio barbuto, trionfavano etichette come hipster o estremizzando, Lumbersexual, il boscaiolo style.

 

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Oggi l' avere la barba e il curarla è divenuto anche momento di aggregazione: le barberie di nonni e papà si sono trasformate in luoghi di ritrovo della generazione tra i 20 e i 30: mentre ci si fa la barba e si tagliano i capelli si pensa all' uscita del weekend, si commentano conquiste, si programmano vacanze.

 

Accade in quelle italiane Bullfrog, marchio ideato da Romano Brida, dove i barbieri sono esperti, ma categoria Millennials. «Prescindere dal lato estetico è impensabile. Questo sì è un fenomeno di moda. La barba oggi è come un accessorio fashion: deve essere unico, inconfondibile e rinnovabile di continuo - precisa Diego Dalla Palma -. Rispetto ai tatuaggi consente ripensamenti e cambiamenti meno drammatici».

 

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Affrancamento, affermazione, rivendicazione (Conchita Wurst, il ruolo di drag queen-pop star l' ha conquistato con una barba che più virile di così...), quando si concluderà questo capitolo di antropologia culturale della barba? «Il maschio tornerà col volto levigato come quello di Giulio Cesare, uomo di potere - spiega Daverio - quando equilibri sociali e politici, tradotto il ritorno della democrazia, saranno ristabiliti». Fino ad allora mano a «rasori e pettini, lancette e forbici», direbbe Figaro, per la barba del profeta, aggiungo.

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