emanuela orlandi don vergari

SERVIRÀ A QUALCOSA LA RIAPERTURA DELLE INDAGINI SUL CASO ORLANDI ORDINATA DAL PAPA? - GIANLUIGI NUZZI: “L'EX TITOLARE DELL'INCHIESTA ITALIANA, GIANCARLO CAPALDO, DISSE DI AVER SUBITO SEI, SETTE TENTATIVI DI DEPISTAGGIO. UN CIRCO DI DEPISTATORI, MESTATORI, EX AGENTI DEI SERVIZI DEVIATI, FACCENDIERI E BASSA MANOVALANZA CRIMINALE PER CREARE UNA CORTINA FUMOGENA. SPERIAMO DI CAPIRE CHI SEQUESTRÒ LA RAGAZZA, SE VENNE ABUSATA NELLA BASILICA, CHI LA UCCISE. E POI, IL RUOLO DELLA BANDA DELLA MAGLIANA E I RAPPORTI CON LO IOR E SE L'ADOLESCENTE FINÌ IN UN'ORGIA CON PRELATI E INNOMINABILI O SE IL SEQUESTRO DOVEVA SERVIRE COME STRUMENTO DI RICATTO SUI FORZIERI DI SAN PIETRO”

Gianluigi Nuzzi per “la Stampa”

 

gianluigi nuzzi foto di bacco (2)

Il Vaticano dopo silenzi, inoperatività e omissioni apre un'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, 15 anni, la figlia di un commesso della prefettura della casa pontificia, sparita il 22 giugno del 1983 dopo aver seguito una lezione di flauto traverso nel complesso della basilica di sant' Apollinare a Roma.

 

Saranno sentiti come testimoni diversi cardinali, ex magistrati e dipendenti d'Oltretevere su questo giallo che dura da quarant'anni. La mossa è di certo clamorosa visto che è la prima volta che anche la giustizia di questa piccola monarchia investiga sulla probabile morte della sua cittadina più conosciuta al mondo.

ALESSANDRO DIDDI

 

Per decifrare la scelta bisogna tornare a settembre scorso quando Francesco è intervenuto con fermezza nel palazzo di Giustizia del piccolo Stato, accettando le dimissioni dell'allora promotore di Giustizia, l'equivalente del nostro procuratore capo, Gian Piero Milano, e promuovendo il vice, il penalista Alessandro Diddi. Non si è trattato di un mero valzer di nomine ma di un cambio che esprimeva un indirizzo.

 

emanuela orlandi

Nelle prime settimane Diddi - alla guida diretta dell'autorità inquirente - ha riordinato i fascicoli, trovandone diversi stagnanti in una sorta di purgatorio investigativo. Inchieste che né decollavano né venivano archiviate. Tra queste, le denunce che i familiari, con il difensore Laura Sgrò, presentano dal 2018, rimanendo però inascoltati. A questo punto è intervenuto Francesco che sulla giovane è stato chiaro e inequivocabile: «Fate tutto quello che si può fare per capire quello che è successo a questa povera ragazza. Se ci sono responsabilità, siano accertate».

 

presunto rendiconto vaticano su emanuela orlandi

L'input ha subito un'ulteriore accelerazione dopo alcuni fatti in sequenza: la morte di Benedetto XVI, i rifermenti di monsignor Georg Ganswein, il segretario privato del papa emerito, alla vicenda di Emanuela sui media proprio il giorno dei funerali, la conferma dell'esistenza di uno specifico dossier sull'Orlandi che nei primi mesi del 2012 era sulla scrivania di monsignor Ganswein, come mi raccontava per averlo visto con i suoi occhi Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa emerito e come riportato su queste colonne.

 

emanuela orlandi

A questo punto c'è da capire come si muoverà Diddi. Innanzitutto, andrà ad approfondire le richieste dei familiari nelle loro denunce a iniziare dalla richiesta di sentire alcuni possibili testimoni. Tra i primi potrebbe esserci anche monsignor Ganswein che viene più volte citato negli esposti della Sgrò e dei parenti di Emanuela. Una lista lunga ma necessariamente incompleta.

 

Infatti, diversi di questi soggetti - indicati negli esposti del 2018 e 2019 e successive integrazioni - sono però nel frattempo deceduti, come i cardinali Eduardo Martinez Somalo, Achille Silvestrini e l'ex segretario di Stato Angelo Sodano. Sono invece in vita Tarcisio Bertone e Giovanni Battista Re.

emanuela orlandi vatican girl

 

Quest' ultimo, in particolare quando la ragazza sparisce era assessore per gli affari generali della segreteria di Stato, ruolo di rilievo nello scacchiere curiale. Un altro soggetto che dovrebbe essere sentito è il controverso don Pietro Vergari, all'epoca rettore della basilica di sant' Apollinare, già indagato dalla procura di Roma per il sequestro della giovane.

renatino de pedis orlandi

 

Questo sacerdote è una figura chiave per contestualizzare la presenza della tomba del presunto cassiere della banda della Magliana Renato De Pedis nella cripta della chiesa. De Pedis e Vergari erano amici tanto che fu lui a perorare la sepoltura dell'uomo, assassinato da incensurato, all'allora vicario di Roma, cardinale Ugo Poletti.

 

E così De Pedis venne sepolto tra musicisti, devoti cardinali e uomini pii. A Vergari - ad esempio - sarebbe interessante chiedere chi chiamò su un'utenza vaticana il 19 maggio del 2012, in piena inchiesta Orlandi da parte della procura di Roma, apostrofandolo come "eccellenza". È una telefonata inquietante perché questo alto prelato avvisò l'indagato Vergari, assai agitato e preoccupato, addirittura che aveva il telefono sotto controllo.

PAPA RATZINGER E PIETRO VERGARI

 

Eccone uno stralcio:

Vergari (V.): Eccellenza sono don Piero che devo fare. Eccellenza

(E.): No (lo interrompe bruscamente) non si rivolga a me don Piero perché lei stia stia quieto stia tranquillo io gliel'ho detto fin da principio.().

V.: Io sto tranquillissimo perché guardi le dico la verità io quella persona non l'ho mai vista, non l'ho mai conosciuta.

monsignor vergari

E.:(lo interrompe nuovamente) Sì ma lei stia tranquillo

V.: Sì

E.: Come le ho sempre detto, perché tutte le volte che lei è andato di fuori poi è successo quello che è successo...

V.: Sì

E.: Stia tranquillo adesso!

V.: Sì

E.: Non ha bisogno

V.: Sì e senta, mi chiamano telefonate e io non rispondo a nessuno se mi chiamano i giornalisti che vogliono sapere.

E.: Guardi che il suo telefono è sotto controllo!...

V.: Sì eh.()

E.: Stia in silenzio e basta!.

V.: La ringrazio

E.: Basta che i superiori siano avvertiti.

V.: Sì, sì, sì, lo sanno io immagino questo perché

E.: (interrompe, ha fretta di chiudere la conversazione): Arrivederci!

EMANUELA ORLANDI

 

L'indagine scioglierà davvero il giallo sul possibile ruolo del vaticano o di persone di Chiesa coinvolte in questa vicenda? È ancora presto per dirlo. Bisognerà capire se riemergeranno frammenti di verità e quali saranno: «In tutti questi anni di indagini - mi raccontava l'allora titolare dell'inchiesta italiana, all'epoca il procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo - ho subito sei, sette tentativi di depistaggio».

 

Un circo di depistatori, mestatori, ex agenti dei servizi deviati, faccendieri e bassa manovalanza criminale per creare una cortina fumogena invalicabile tra noi e la verità. Ecco, speriamo di non assistere ad altre manipolazioni. Capire chi sequestrò la ragazza, se venne abusata nella basilica, chi la uccise. E poi, il ruolo della banda della Magliana e i rapporti con lo Ior e, soprattutto, se l'adolescente finì in un'orgia con prelati e innominabili o se il sequestro doveva servire come strumento di ricatto sui forzieri di san Pietro. Ma, soprattutto, la speranza è che mamma Maria, le sorelle, il fratello Pietro, la possano piangere e pregare dopo degna sepoltura.

LE LETTERE TRA DON VERGARI E GIULIO ANDREOTTI SU MARCO DE PEDISrenatino de pedis

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - MA "LA STAMPA"

DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI (POI SBARCHERA' FLAVIO CATTANEO?)

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?